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La sconfitta di Recep

03.04.2009    Da Diyarbakır, scrive Alberto Tetta

Nel seggio di Egil, Diyarbakir, 29 marzo (Foto Alberto Tetta)
Battuta di arresto dell'AKP di Recep Erdoğan alle elezioni amministrative in Turchia. Crescono CHP e MHP, forte affermazione del DTP curdo in tutto il Sud Est del paese. Tutti i risultati, le voci e le immagini da Diyarbakır
Se per Recep Tayyip Erdoğan le elezioni amministrative del 29 Marzo erano un referendum di metà mandato, quel referendum lo ha perso. Il partito del premier, l'AKP (Partito della Giustizia e dello Sviluppo), ha infatti ottenuto la maggioranza relativa dei voti, ma ha raccolto solo il 38,85% dei consensi contro il 46% delle elezioni politiche del 2007 e il 41,7 delle scorse amministrative. Nel Sud Est curdo il DTP (Partito della Società Democratica) ha vinto nella maggior parte dei comuni, sconfiggendo l’AKP a Diyarbakır, la più importante città curda, dove ha conquistato il 65% dei consensi, e affermandosi anche a Siirt e Van, prima controllate dall'AKP. Durante la campagna elettorale il partito islamista aveva molto investito su Diyarbakır, per dimostrare che i curdi sostenevano il governo e non le posizioni del DTP, ma lo sforzo fatto evidentemente non ha pagato. A Istanbul e Ankara l’AKP ha invece tenuto, sebbene i due principali partiti di opposizione, il repubblicano CHP (Partito Repubblicano del Popolo) e l'estrema destra dell'MHP (Partito di Azione Nazionalista), siano cresciuti. Calo di consensi infine per la sinistra turca, che si era coalizzata in vista delle elezioni.

“E' necessario che ci interroghiamo sulle ragioni della sconfitta: perché non ci hanno votato? Abbiamo sbagliato nella scelta dei candidati? Non siamo stati capaci di rispondere alle aspettative degli elettori? Dobbiamo trovare la risposta a tutte queste domande”. Così Cemil Çiçek, portavoce del governo, al termine della riunione straordinaria dell'esecutivo convocata proprio per discutere dei risultati elettorali. Dello stesso calibro le dichiarazioni a caldo di Erdoğan, che si è detto deluso e ha aggiunto: “Questa sconfitta ci serva da lezione, d'ora in poi dobbiamo lavorare diversamente.”

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Di tutt'altro tenore le dichiarazioni di Deniz Baykal, segretario del principale partito d'opposizione, il CHP, che ha affermato: “In Turchia è iniziata una nuova era. Il risultato delle elezioni mostra che c'è una diffusa domanda di un cambio di classe politica che viene dagli elettori”. Il CHP è cresciuto a livello nazionale del 5%, conquistando tre nuovi comuni tra cui Antalya, dove l'AKP era sicuro di vincere. Il partito del premier si è dovuto accontentare di Istanbul, Ankara e della riconferma nelle roccaforti islamiste di Erzurum e Konya.

Il vero vincitore delle elezioni è però il DTP, che si è affermato come principale partito in tutto il Sud Est. Il partito curdo ha infatti conquistato, oltre a Diyarbakır, anche Van, Tunceli, Batman, Siirt, Şırnak, Hakkari e il comune orientale di Iğdır, prima controllato dall'MHP.

Osservatorio Balcani e Caucaso ha seguito le elezioni proprio da Diyarbakır, maggiore tra i comuni in cui il risultato era dato come incerto.














29 marzo, elezioni in Turchia - foto di Alberto Tetta
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Nei giorni che hanno preceduto il voto c'era grande nervosismo tra i dirigenti locali del DTP. Durante la campagna elettorale, infatti, lo scontro con l'AKP era stato molto duro. Barış Bikilitaş, dell'ufficio elettorale del DTP di Diyarbakır, ha raccontato ad Osservatorio l'atmosfera pre-elettorale: “La macchina del partito ha lavorato convulsamente nei giorni che hanno preceduto le elezioni, allo scopo di monitorarne lo svolgimento e di organizzare gli osservatori internazionali. Temevamo che ci sarebbero state irregolarità durante il voto ma, anche grazie al nostro lavoro, non ci sono stati problemi. L'unico comune dove si sono registrate delle irregolarità è stato Ağrı, dove abbiamo chiesto che i voti vengano ricontati.”

A monitorare lo svolgimento delle elezioni erano presenti in zona 150 osservatori internazionali, arrivati nel Sud Est turco da Germania, Inghilterra, Belgio, Svezia, Francia, Spagna e Norvegia. La delegazione italiana era la più numerosa, più di 40 delegati, dislocati tra Diyarbakır, Van, Bingöl, Sırnak e Batman.

Abbiamo chiesto ad Alberto Mari, della Rete Italiana di Solidarietà con il Popolo Curdo, che significato abbia avuto per lui partecipare alle elezioni come osservatore. “Per noi è stata un'esperienza incredibile - ci ha detto Mari - la gente ci accoglieva come eroi, i membri del DTP ci hanno accompagnato in tutti i seggi. La presenza degli osservatori internazionali è stata molto utile perché davamo coraggio alla gente che quindi andava a votare nonostante la presenza di militari e polizia davanti ai seggi.”

A Diyarbakır, verso le sei di sera, appena sono arrivati i primi dati non ufficiali secondo cui il DTP era in vantaggio a Van e Bingöl, le migliaia di persone che si erano radunate di fronte alla sede provinciale del partito hanno cominciato a ballare e a intonare slogan a favore di Abdullah Öcalan, del candidato sindaco del DTP Osman Baydemir e contro l'AKP. Man mano che i risultati favorevoli al DTP venivano proiettati sulla parete della sede del DTP, la folla si faceva più imponente. Le celebrazioni sono continuate tutta la notte. Nei giardini di quartiere, in diversi punti della città, donne, anziani, bambini e ragazzi ballavano l'halay, danza anatolica, suonando tamburi e flauti. Caroselli di auto cariche di sostenitori del partito che sventolavano bandiere del DTP si sono susseguiti in tutta la città fino a notte inoltrata.

Hülya è arrivata a Diyarbakır per seguire il risultato delle elezioni. Lavorava come donna delle pulizie in un paesino della provincia, ora è rimasta senza lavoro e per lei la vittoria del DTP è molto importante: “Questa è come una grande festa di paese, ci sentiamo come fratelli e sorelle. Speriamo che, dopo aver vinto le elezioni amministrative, riusciremo anche ad eleggere molti deputati curdi nelle prossime elezioni politiche. Se il DTP avesse perso sarebbe stata una sconfitta per tutto il popolo. Magari il DTP godesse di un appoggio così ampio come qui nel Sud Est anche a Istanbul, Izmir e Ankara. Con queste elezioni abbiamo lanciato un appello di pace al mondo, speriamo che venga raccolto.”

Osman Baydemir, riconfermato sindaco di Diyarbakır, durante la conferenza stampa tenuta nella sede provinciale del partito il 29 marzo, in tarda serata ha dichiarato: “A partire da questo momento e per i prossimi cinque anni sarò al servizio della mia gente giorno e notte, lavorerò non otto, ma sedici ore al giorno. Ha vinto la pace, ha vinto la democrazia, ha vinto il popolo curdo.”

E' ancora troppo presto per fare previsioni sulle conseguenze che il risultato del voto avrà sull'azione del governo, è chiaro però che Erdoğan ha pagato a caro prezzo la sua incapacità di affrontare con prontezza la crisi economica. A capitalizzare la sconfitta sono i partiti di opposizione tra i quali il piccolo Saadet Partisi (Partito della Felicità), partito islamista più radicale rispetto all'AKP, che ha triplicato i propri consensi nelle zone più conservatrici del paese raccogliendo intorno al 4% dei voti a livello nazionale. Altro importante fattore per comprendere le ragioni della sconfitta dell'AKP è la sfiducia dei curdi, che invece avevano sostenuto il partito di Erdoğan alle scorse elezioni legislative. Le principali cause di questo calo di consensi sono state il sostegno del governo all'intervento dell'esercito in Nord Iraq e l'incapacità di promuovere la crescita economica delle regioni curde del paese. E' notizia delle ultime ore, infine, che Barack Obama incontrerà anche i leader del DTP durante la sua visita ad Ankara il 5 e 6 aprile prossimi.

Secondo Ahmet Altan, che ha commentato l'esito del voto su Taraf nel suo editoriale del 31 marzo, “tutti i partiti hanno ricevuto una lezione da queste elezioni, chi saprà interpretare correttamente il messaggio che viene dalle urne continuerà ad esistere, coloro che non saranno capaci di farlo usciranno di scena.”
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