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Musica ribelle

20.01.2010    Da Mitrovica, scrive Tatjana Lazarević
I 'Dark Sky'
“La musica delle band emergenti esprime l’amarezza dei giovani nei confronti del mondo che li circonda. Le parole sono brutali, i versi crudeli, la musica è intrisa di ribellione". Un viaggio attraverso le esperienze musicali di Mitrovica nord, attraverso i suoi giovani protagonisti
“Che bella giornata,
Splende il sole
In questa bella giornata.
I miei passi sono leggeri
Mentre passeggio nel parco,
Da quanto aspettavo una giornata così!
Facciamo volare gli aquiloni
Raccogliamo i fiori nel prato
E chiamiamo gli amici
Per ridere insieme di gioia...“


La tredicenne Milica, di Mitrovica si è offerta di cantare i gioiosi versi di questa canzone in occasione del festival di musica popolare locale “Gli usignoli del fiume Ibar“.

Dove si trova il parco di cui Milica parla nella sua canzone? L’autore, il trentaseienne insegnante di inglese Dejan Pavicevic dice di avere tratto ispirazione da un giardino davanti alla chiesa, nella parte alta della città. Il parco del suo quartiere non c’è più da tempo, così come altri parchi della città. L’assenza totale di parchi e l’invasione di bancarelle sui marciapiedi hanno deturpato l’assetto urbanistico della città.

Dejan è un musicista e un DJ locale. Suona musica elettronica di genere “urban”. Ha una pagina su MySpace dove appaiono fili d’erba e fiori in gran quantità. “La filosofia che sottende alla mia musica è la pace, mentre per altri il leitmotiv è la ribellione. Se la pace è un atto di ribellione, allora le mie canzoni sono canti ribelli”, afferma Dejan.

La sua interpretazione della canzone che Milica ha cantato su un’allegra melodia suonata dall’orchestra locale non ricorda certo una canzone per bambini. La musica ha un tono tetro e deprimente, e le parole finiscono per suonare ironiche.

“L’arrangiamento musicale che trovate sul mio sito vuole trasmettere agli adulti un messaggio diverso. La canzone parla dei parchi che non esistono più, come quello dove giocavo quando ero bambino. Voglio ricordare a tutti ciò che non abbiamo più”, dice Dejan, parlando di due diversi arrangiamenti della stessa canzone.

Dejan compone la sua musica su SKYPE con il suo amico Mickey K,( al secolo Mirsad Kadribasic, un ex cittadino di Mitrovica che ora gestisce uno studio di registrazione a Brooklyn). I due al momento stanno lavorando al secondo CD di Dejan, cantato in inglese. Mirsad è soltanto uno dei numerosi grandi musicisti di Mitrovica che hanno lasciato la città per andare a comporre altrove.

Il pubblico di Dejan è costituito principalmente da appassionati di musica techno e di fans di EXIT, ma Dejan è conosciuto dagli estimatori del genere urban in generale.

“La nostra è una piccola città, e gli intenditori di musica urban si conoscono tutti tra loro e vengono ad ascoltarmi grazie al passaparola”, afferma Dejan, ammettendo di non essere certo un tipico rappresentante della scena musicale locale.

“La musica delle band emergenti esprime tutta l’amarezza che i giovani provano nei confronti del mondo che li circonda. Non sono certo felici di non avere l’appoggio delle generazioni più anziane. Le parole sono brutali, i versi crudeli, la musica è intrisa di ribellione. Forse anche noi eravamo così alla loro età, ma sicuramente per i giovani questo è un periodo particolarmente duro”, dice Dejan senza tanti giri di parole. Dice che lo “spirito del guerriero” ha fatto irruzione sulla scena musicale nei primi anni del nuovo millennio .

“Mi sento schiacciato tra i cultori del turbo-folk da una parte e i patiti del genere punk e heavy metal dall’altra. Le nuove generazioni in Serbia non conoscono nessun altro genere e cultura musicale ad eccezione del turbofolk più kitsch. La vera musica urban è ancora una corrente musicale alternativa.La mia musica è però anche molto diversa dal punk e dall’heavy metal, i generi più apprezzati in città,” aggiunge Dejan. Il dj urban confida tuttavia nella lunga tradizione musicale della città, e considera la recente fioritura di una miriade di nuove band un ottimo segno.

Pur nel suo guscio grigio e fangoso, Mitrovica risuona dei canti dei bambini, della musica che le nuove band suonano nei garages e nelle cantine. La musica esce dalle radio nelle case, dai bar e dai caffé, dove i musicisti improvvisano session di musica jazz e blues. La domenica mattina, il coro della chiesa nella parte alta della città fa risuonare le sue voci per tutta la collina.

Nello scenario urban di questa cittadina decadente, la presenza di una scena musicale così giovane e vivace pare totalmente aliena, piovuta dal cielo nella città grigia e triste.

Ma le cose stanno diversamente. Mitrovica aveva già vissuto, nei primi anni novanta, la sua età dell’oro dal punto di vista musicale. Svariati gruppi rock e singoli musicisti si erano affacciati sulla scena musicale esterna e trasferirono le loro influenze musicali nella propria musica, divenendo gli idoli dei giovani kosovari. Questa nuova generazione di musicisti teneva concerti, organizzava festival di musica rock, offriva sessioni unplugged nei locali, e appariva sugli schermi televisivi, divenendo presto un punto di riferimento per i più giovani.

Ma Mitrovica era famosa per la sua scena musicale in tempi ben meno recenti. Già ai tempi del comunismo la città era infatti celebre per la sua orchestra, creata e gestita con l’aiuto delle scuole di musica e delle associazioni di appassionati. Nell’allora Jugoslavia erano ben poche la città a vantare un’orchestra simile. L’orchestra era multietnica e continuò a suonare ottima musica fino alla crisi, iniziata alla fine degli anni ’80.

“Con il sopraggiungere della guerra, la musica si è spenta”, dice Milan Kabasic, studente ventenne di lingua e letteratura russa e uno dei protagonisti della nuova scena musicale cittadina. “E’ stato come se qualcuno avesse spinto il tasto 'OFF'. E la musica si è interrotta.” Milan ci tiene a sottolineare che la nuova generazione di musicisti è completamente diversa dai gruppi degli anni precedenti la guerra.

Il giovane musicista rievoca i tempi dei suoi primi contatti con la musica: nonostante provenga da una famiglia di musicisti rock, Milan ha imparato a suonare nei primi anni 2000 al Centro Culturale Danese. I suoi primi insegnanti sono stati dei ragazzi, che ascoltavano e suonavano musica molto diversa rispetto ai musicisti locali che spopolavano a Mitrovica nell’anteguerra.

“Ricordo che la città era un posto pericoloso, dove si spacciava droga e c’erano un mucchio di problemi di altro genere. Noi eravamo dei ragazzini. Non sapevamo nulla di musica. Gli operatori del centro non erano come i musicisti che conoscevamo noi. In seguito ho poi trovato il mio percorso artistico personale”, racconta Milan.

Insieme al fratello Milos e agli amici Emir Hasani e Nermin Memovic, Milan suona nella “Dark Sky band”, la più famosa nella parte nord della città. La band suona un rock grezzo, molto vicino all’heavy metal. Le loro canzoni parlano di amore, di ribellione e del cupo scenario che li circonda.

In un’area di appena due chiilometri quadrati si concentrano più di trenta gruppi musicali: Hosenfefer, Lazy Band, Strike, Breakdown, The Bloody Group, Cold Shots, Ambassador, The Screw, Dogma, Psycho Sonic Boris etc. Suonano rock di tipo classico ed heavy metal, blues, jazz, punk, pop, reggae. Ci sono anche musicisti solisti, musicisti e ballerini hip hop: Delfagor, DJSU (Scums from the Street), Gees, DMP, North Family, System 028...

La maggioranza di questi gruppi ha iniziato a suonare in occasione dell’iniziativa “Mitrovica Rock School”, organizzata dall’associazione Musicisti Senza Frontiere con l’aiuto di alcune organizzazioni olandesi e della ONG locale Community Building Mitrovica. Grazie al loro supporto, i giovani di Mitrovica hanno spazi e strumenti per suonare, mentre i musicisti adulti collaborano come insegnanti.

Eppure, i giovani musicisti di Mitrovica non hanno ancora l’aiuto delle istituzioni e delle autorità locali, come invece avveniva prima della guerra.

Molti dei musicisti autodidatti di Mitrovica Nord hanno in realtà un background di musica classica, formatosi nelle scuole di musica. Queste scuole sono molto attive e apprezzate in città.

Al contrario, l’Accademia Musicale (la cui sede è stata spostata a Mitrovica Nord qualche anno fa) si è completamente isolata dal resto della comunità. L’Accademia non ha neppure stilato un proprio programma di concerti: quella che dovrebbe essere la maggiore istituzione musicale della città è invece sempre più isolata dal resto della scena musicale di Mitrovica.

In una città di circa 20mila abitanti (nella parte nord), c’è almeno un concerto dal vivo a settimana. La folla applaude e balla al ritmo della musica. Molti studenti di Mitrovica contribuiscono a ravvivare queste feste con la loro musica, che poi caricano sulle loro pagine MySpace e Facebook e su Youtube, in modo da attrarre un numero sempre maggiore di fans.

Ma l’evento musicale più importante dell’anno resta senza dubbio il festival annuale di musica jazz e blues “North City – Jazz&Blues”, che ha visto la partecipazione di grandi musicisti della zona e anche stranieri, come i grandi Tom Harell e Abram Wilson.

Uno scenario ben diverso dalle consuete immagini stereotipate del Kosovo, che i media contribuiscono a diffondere: una regione sperduta popolata da pezzenti e pericolosi fanatici. I musicisti di Mitrovica Nord suonano e chiacchierano rilassati nei bar, sorseggiando una birra. Se volete sapere cosa ne pensano del mondo che li circonda, non dovete che ascoltare la loro musica.
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