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Guerre stellari, il sequel

11.02.2010    scrive Mihaela Iordache

Scudo spaziale versione Obama. La Romania accetta di ospitare sul proprio territorio missili intercettori. "Finalmente valorizzata la nostra posizione geostrategica'', dichiarano i politici di Bucarest. Ma la Russia non ci sta
La Romania entra nella guerra stellare e annuncia una decisione storica: quella di accogliere l’invito degli USA di partecipare al sistema antimissile variante Barack Obama. La notizia è stata resa pubblica giovedì scorso dal presidente della Repubblica, Traian Basescu, alla fine del Consiglio supremo di Difesa, che ha approvato la richiesta americana di dispiegare in territorio romeno i missili intercettori previsti dal nuovo sistema di scudo spaziale degli Usa.

A settembre dell’anno scorso il presidente Obama aveva annunciato che gli USA rinunciavano al piano di installare uno scudo antimissilistico sul territorio di Polonia e Repubblica Ceca. In pratica il piano di difesa missilistica “Star Wars”, voluto da George W. Bush - ufficialmente come strumento di protezione da possibili attacchi balistici iraniani – veniva così sostituito con un nuovo sistema per reagire ai missili iraniani a corto e medio raggio.

In una prima fase del nuovo progetto gli intercettori dovranno essere dislocati a bordo di navi, mentre la difesa terrestre partirà dal 2015. Ed è proprio il 2015 l’anno in cui diventeranno operativi gli intercettori terrestri in Romania. I politici di Bucarest salutano l’iniziativa e considerano che in questo modo la Romania diventerà un paese più importante e le sue qualità geo-strategiche saranno meglio valorizzate a livello internazionale.

''E' un successo della Romania sia nelle relazioni bilaterali sia come membro della Nato e dell'Ue'', ha aggiunto il presidente romeno sottolineando che la decisione, che dovrà essere ratificata dal Parlamento, rispetta la Costituzione e le leggi romene. ''Il sistema missilistico risponderà alle nuove minacce... la vecchia collocazione del sistema copriva solo una piccola parte dell'ovest della Romania” ha aggiunto Basescu, chiarendo che con il nuovo sistema il paese sarà coperto per la sua totalità.

Il paese ospiterà intercettori terrestri con missili SM-3 tipo Block 1B. Non ospiterà invece basi radar. Non spetterà alla Romania acquistare i missili intercettori e non pagherà per il dispiegamento o l’allestimento del sito scelto.La Romania metterà a disposizione degli USA il suo territorio, mentre eventuali costi aggiuntivi saranno oggetto di accordi bilaterali. Le precisazioni sono state rilasciate in via ufficiale dal ministero romeno degli Esteri e sono arrivate martedì scorso, per fugare dubbi emersi immediatamente dopo l'annuncio di Basescu.

Lo scudo di difesa antimissile americano presuppone quattro tappe d'attuazione. La prima dovrebbe essere implementata entro il 2011 e consiste nella protezione di alcune zone dell’Europa del Sud-Est, tramite il dispiegamento di sistemi radar e intercettori SM-3 a bordo di navi. La seconda tappa riguarda la protezione di altri alleati della Nato tramite nuove generazioni di intercettori SM-3 che permetteranno il lancio da terra. Sono inoltre previste delle nuovi basi radar (non per la Romania). In questa fase gli intercettori saranno posizionati nelle basi terrestri dell’Europa del Sud-Est, Romania compresa. La seconda tappa dovrà essere terminata entro il 2015. La terza tappa invece ha come proiezione nel tempo l’anno 2018: il sistema di difesa anti-missile dovrà coprire tutti gli stati membri NATO in Europa tramite la creazione di nuove basi terrestri nel nord Europa. L’ultima fase, che dovrà essere messa in pratica entro il 2020, è indirizzata ad assicurare una protezione migliore del territorio degli USA contro attacchi con missili balistici intercontinentali.

Secondo il ministero degli Esteri romeno nella fase di implementazione dello scudo riguardante la Romania non saranno installati missili intercettori su navi romene o straniere nel Mar Nero. I missili intercettori saranno posizionati solo a terra. Nel caso in cui i missili fossero collocati su navi americane nel Mar Nero il problema sarebbe complesso poiché il transito o la sosta di navi militari nel Mar Nero non appartenenti agli stati che vi si affacciano sono regolarizzati dalla Convenzione di Montreux. La convezione, in vigore dal 1936, disciplina il regime degli stretti Bosforo e Dardanelli. In periodo di pace quest'ultima prevede che le navi militari di paesi che non si affacciano sul Mar Nero non possano restarci oltre 21 giorni. Il ministero degli Esteri romeno ha inoltre aggiunto che la parte americana presenterà alla Romania una serie di elementi generici circa lo scudo antimissile mentre Bucarest dovrà elaborare un mandato per i negoziati e una variante di accordo. I negoziati potranno durare tra i 12 e i 18 mesi.

Nonostante il presidente romeno Traian Basescu abbia tenuto sottolineare che “il nuovo sistema non è indirizzato contro la Russia ma contro altre minacce”, Mosca ha reagito subito e duramente. Il capo dello stato maggiore russo, Nikolai Makarov, non ha esitato a dichiarare che lo scudo antimissile americano è diretto contro la Russia: ”Lo sviluppo e il dispiegamento del sistema di difesa antimissile riguarda la Russia. Nonostante le dichiarazioni di alcuni responsabili governativi che affermano che lo scudo garantirà la nostra sicurezza, questo non è vero". Secondo il generale il trattato che sostituirà lo Start I tra la Federazione Russa e gli Stati Uniti (il trattato di riduzione delle armi strategiche firmato il 31 luglio 1991 e scaduto nel dicembre scorso) non è stato ancora firmato proprio a causa di questioni relative allo scudo antimissile.

Per gli USA resta aperta la possibilità che la Russia partecipi a questo progetto. Il segretario di stato americano, Hillary Clinton, ha dichiarato di recente a Parigi che ”il sistema antimissile farà del continente europeo un posto più sicuro. Questa sicurezza si può estendere anche alla Russia se dovesse decidere di cooperare con noi. E' un'opportunità di cooperazione tra i nostri paesi per la sicurezza reciproca”.

Ma è chiaro che i russi non la pensano così. Venerdì scorso il presidente Dmitrij Medvedev ha indicato che tra le principali minacce esterne per la Russia vi è l’aspirazione ad attribuire alla Nato funzioni globali, realizzate in violazione alle norme del diritto internazionale e la tendenza ad avvicinare l’infrastruttura militare dei paesi membri della Nato alle frontiere della Federazione Russa. Atmosfera quasi da Guerra fredda che ha spinto il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, a dichiarare recentemente che la nuova dottrina militare russa non rispecchia il mondo reale e che la Nato non è nemica della Russia.

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