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Romania-Ucraina: il canale della discordia

14.09.2004    scrive Mihaela Iordache

La costruzione di un canale che colleghi il Danubio al Mar Nero rischia di distruggere l’ecosistema del delta del Danubio, patrimonio mondiale dell’UNESCO. La Romania si oppone al progetto, ma gli interessi economici ucraini sembrano preponderanti
Canale lungo il Danubio
Estremamente tesi i rapporti tra Romania e Ucraina. Tesi e senza prospettive immediate d’intesa in quanto Bucarest e Kiev hanno posizioni diverse sull’opportunità di costruire, da parte ucraina, il canale navigabile Bystroye che collegherà il Danubio al Mar Nero. I lavori sono stati avviati l’11 maggio senza che l’Ucraina avvisasse la Romania con la quale divide il Delta, esteso su una superficie di 4178 chilometri quadrati, l’80% dei quali in territorio romeno. In seguito sono arrivate le proteste di Bucarest che tuttora chiede un intervento internazionale per fermare la decisione del Governo ucraino. Perché, dicono le autorità di Bucarest, appoggiate da numerose ONG, l’UNESCO e l’UE, a rischio c’è l’ecosistema del Delta del Danubio. La Riserva Biosfera del Delta del Danubio è dal 1991 patrimonio mondiale dell’UNESCO. Qui vivono più di 320 specie di uccelli (molti rari o in via di estinzione), la più grande colonia di pellicani d’Europa e 90 specie di pesci tra i quali anche storioni lunghi fino a 8 metri.

Ma in gioco ci sono grandi interessi economici e strategici. In primo luogo, le navi ucraine sono costrette a transitare attraverso il territorio romeno dal 1997, quando il canale ucraino Prorva diventò impraticabile dopo essere stato navigato per 40 anni . In questi ultimi 5 anni, l’Ucraina ha registrato perdite di 600 milioni di dollari, precisano le autorità di Kiev. La costruzione di un canale sull’estuario Bystroye eviterebbe alle navi ucraine di transitare e pagare le tasse alla Romania e porterebbe guadagni all’Ucraina per almeno 50 milioni di dollari all’anno. Le petroliere ucraine avranno quindi via libera verso l’Europa. Un aspetto che potrebbe interessare, perché no, anche alla Russia che appoggia l’Ucraina nella costruzione del canale.

In una nota ufficiale rilasciata dall’Ambasciata dell’Ucraina a Bucarest si precisa che “questo progetto viene realizzato allo scopo di assicurare la partecipazione dell’Ucraina come stato danubiano allo sviluppo dell’infrastruttura del Corridoio di trasporto Internazionale VII e per dare un nuovo impulso all’economia dell’intera regione”. Ragioni economiche da non sottovalutare anche da parte romena. Con il nuovo canale Bystroye la Romania perde la supremazia nel trasporto sul Danubio. L’Ucraina intende anche praticare, all’inizio, tasse estremamente basse per le navi che useranno il canale Bystroye verso il Mar Nero. Ci saranno perdite enormi dal punto di vista economico per i romeni. Inoltre, la costruzione di un tale canale navigabile consoliderebbe la posizione strategica ucraina sul Mar Nero e quindi nell’intera regione.

Il canale, appaltato alla ditta tedesca Moebius, attraverserà la riserva naturale del Delta del Danubio per 160 chilometri e ogni anno 1000 imbarcazioni passeranno verso il Mar Nero. Per la sua costruzione l’Ucraina spenderebbe tra 30 e 40 milioni di euro. Ma la Romania lamenta “la distruzione del Delta”. Le autorità di Bucarest hanno chiesto aiuto in tutto il mondo per fermare i lavori al canale Bystroye. Gli esperti del Consiglio dell’Europa recatisi nel Delta nel periodo 22-25 luglio hanno redatto un rapporto le cui conclusioni sono allarmanti. Il rapporto raccomanda all’Ucraina di fermare i lavori e considera che il canale “perturberà l’habitat in generale, a causa delle trasformazioni delle rive con gli scavi, provocherà la modificazione del sistema di correnti e condurrà ad una nuova modalità di sedimentazione nella zona dell’estuario Baystroye, dove si trovano importanti colonie di uccelli”. Anche la Commissione europea, con una nota, aveva espresso di recente “profondo rammarico per la costruzione del canale” e aveva rivolto un appello all'Ucraina perché rinunciasse ai lavori. Il presidente romeno Ion Iliescu ha convocato il governo per analizzare i futuri interventi diplomatici della Romania per convincere l'Ucraina della necessità di uno studio dell'impatto del canale sull'ecosistema del Delta del Danubio.

Le ONG internazionali, tra cui anche il WWF (World Wild life Fund) avvertono che la costruzione del canale costituirebbe un rischio mortale per 280 specie di uccelli, fra cui il 70% della popolazione mondiale di pellicani bianchi e la metà di quella di cormorani pigmei. Proteste inedite si sono avute nella capitale della Romania, Bucarest. Poi c’è stata una marcia, organizzata da rappresentanti della società civile, di 140 ONG, giornalisti, sindacati, con esibizione di scheletri di pesci e pellicani impagliati. Una protesta finita con una lettera lasciata all’Ambasciata dell’Ucraina a Bucarest nella quale si dichiara che il canale mette in pericolo l’intero ecosistema del Delta del Danubio.

Ma i lavori vanno avanti e il 26 agosto è stata inaugurata la prima parte del canale (che dovrebbe essere pronto nel 2008). Tutto con rapidità ed alla presenza del presidente Leonid Kucima. Lo stesso che recatosi a fine maggio a Mamaia, sul litorale romeno in occasione di un summit regionale, aveva dichiarato: “Quando fate qualcosa nel vostro paese, non chiamate gli osservatori internazionali. Staremo al tavolo delle trattative; voi sarete i nostri osservatori, e noi i vostri”. Kucima aveva aggiunto che in realtà l’Ucraina non costruisce un nuovo canale ma si limita a pulire un estuario. Il presidente Ion Iliescu ritiene però che ogni lavoro sulle acque di frontiera dev’essere convenuto tra gli stati vicini. Ma Kiev considera la costruzione del canale “affare interno dell’Ucraina”. Quindi, tesi i rapporti diplomatici tra Bucarest e Kiev. Il primo ministro romeno, Adrian Nastase, aveva chiesto anch’egli in una lettera al premier ucraino, Victor Ianukovich, il fermo dei lavori nel Delta, considerando il progetto “un problema d’interesse generale per la protezione dell’ambiente in Europa”. Ed aveva ricevuto il rifiuto di Ianukovich che vede nel canale Bystroye la soluzione migliore tra dieci alternative, “la più sicura dal punto di vista ecologico”. Ma l’UNESCO, la Romania, i rappresentanti della Commissione europea, gli Stati Uniti e le ONG romene, ucraine ed internazionali ribadiscono il pericolo per l’intero ecosistema del Delta del Danubio. Bucarest accusa Kiev che a sua volta si rifiuta di fornire informazioni sulle conseguenze sull’ambiente. Le autorità ucraine ritengono invece che la Romania si opponga alla costruzione del canale per poter conservare il suo “monopolio” sul traffico fluviale.

Nella disputa interviene anche l’ambasciatore russo a Kiev, Viktor Cernomyrdin, ex-primo ministro russo, che considera le critiche al progetto “una psicosi”, affermando che l’Ucraina ha il diritto di costruire il canale. In replica, il ministro degli esteri romeno, Mircea Geoana, ha dichiarato che la posizione espressa da Viktor Cernomyrdin “conferma, in pratica, un inizio di solidarizzazione dello spazio ex-sovietico che la Romania guarda con preoccupazione”. Intanto la stampa romena continua a prospettare impatti devastanti sul Delta del Danubio e cita rappresentanti della Riserva della Biosfera del Delta del Danubio secondo i quali centinaia di pulcini di rondine di mare (sterna hirundo) sono morti prima di covare giacché la colonia di uccelli aveva abbandonato la zona dell’estuario Bystroye per il rumore causato dai lavori. C’è chi lamenta che gli uccelli sono stressati e chi afferma che ora l’acqua scorra più lentamente e che quindi anche i pesci sarebbero di meno. E per la gente di questi posti pescare significa assicurarsi l’esistenza giornaliera.

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