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Romania: la macchina a poco più di 5000 euro

06.10.2004   

C’è chi pensa che un vento di rivoluzione possa soffiare in Romania nell’industria dell’automobile. E che la storica Dacia possa rinascere. Un articolo tratto da TOL di Razvan Amariei
Dacia Logan
“Non so come farò a resistere nelle prossime settimane finché non mi consegnano la macchina”, dice Radu Tataru. Lo dice così seriamente che uno non sa se mostrare comprensione o ridere; sembra un bambino che parla di un giocattolo a lungo aspettato.
Tataru è uno dei 10 mila Rumeni che si sono convinti ad acquistare un nuovo modello di Dacia senza nemmeno averla vista. “Le ho guidate tutte: la 1100, la 1300, la 1310, la Nova, la SupeRNova, la Solenza. Spero proprio che la Logan sia diversa”, dice.

Milioni di possessori di Dacia in tutta la Romania, impiegati della Dacia, e politici hanno tutti la stessa speranza: che uno dei marchi più famosi del paese possa finalmente competere con i marchi internazionali.

Uno stile di vita

Nel 1966, un anno dopo essere diventato capo della Romania, Nicolae Ceausescu decise di concedere una licenza ad un’industria occidentale per produrre un’auto di medio livello in Romania. Il nome della nuova macchina si appellò all’orgoglio nazionale -la Dacia era un impero che esisteva sul territorio rumeno 2000 anni fa- e il progetto fu un altro segnale del prioritario obiettivo di Ceausescu: rendere il paese meno dipendente dall’Unione Sovietica e, perfino, trasformarlo, non importa a quale prezzo, in un attore importante sulla scena politica, culturale ed economica a livello internazionale.

Cinque grandi case -Renault, Peugeot, Fiat, Alfa Romeo e Austin- fecero delle offerte. Il governo comunista alla fine preferì la Renault.

Nel 1968, la fabbrica costruita vicino a Pitesti, 100 km ad ovest di Bucarest, iniziò a produrre la prima automobile rumena. Il primo modello, la 1100, era una copia della Renault 8, e da allora al 1971, quando la produzione della 1100 si fermò, ne vennero vendute 37500 unità.

Ma fu la Dacia 1300, una copia della Renault 12 a diventare veramente famosa. Per 35 anni, dal luglio 1969 al 2004, fu il fiore all’occhiello della Dacia. In questo arco di tempo furono venduti due milioni di 1300 e, per gran parte di questo periodo, sulle strade rumene 8 macchine su 10 erano Dacia 1300.

Negli anni è stata modernizzata, rinnovata e le sono stati dati diversi nomi (Dacia 1301, 1310, 1410, Sport, Berlina), ma la sua aspetto esterno è rimasto lo stesso. Anzi, fino ad oggi la maggior parte delle caratteristiche tecniche della macchina sono rimaste uguali a quelle della prima versione.

Le differenze che ci sono state sono apparse dopo la scadenza della licenza alla Renault nel 1978. Dal 1979, le Dacia sono state prodotte con materiale e componenti rumene – e, nei vent’anni successivi, la qualità delle macchine è notevolmente peggiorata.

”Tutto questo rendeva la Dacia qualcosa in più di una macchina”, ritiene l’analista del mercato automobilistico Paul Borta. “É diventata uno stile di vita. Tutti sapevano come ripararla e il lavoro di solito veniva fatto per strada”, ha detto alla Reuters.

Forse proprio perché la Dacia era diventata parte integrante dello stile di vita rumeno, i Rumeni non si infuriavano per i suoi guasti. Sembrava che la maggior parte dei Rumeni ritenesse normale che una macchina si rompesse più volte al mese e che la si aggiustasse da soli aiutati da un vicino o da un passante, nel proprio garage o nel posteggio vicino al proprio condominio.

Probabilmente, era la soddisfazione di possedere finalmente una macchina che smorzava la rabbia. Perché quando uno aveva i 70 mila lei (che corrispondevano a 25 stipendi mensili medi) necessari a comperare una nuova Dacia, doveva ancora aspettare quattro anni prima che gliela consegnassero.

“Chiaramente, per gli impazienti, c’era sempre il mercato dell’usato, ma i prezzi erano molto alti”, ricorda Nicoleta Oprea, 50 anni, proprietaria di una Dacia. “Un’altra soluzione era pagare circa il 50% in più per una macchina nuova a qualcuno che aveva versato il denaro quattro anni prima. C’erano molte persone che comperavano una Dacia ogni quattro anni solo per rivenderla a prezzi elevati.

Il ritorno della Renault

Questo stile di vita è cambiato dopo il crollo del regime comunista nel dicembre 1989. I Rumeni scoprirono in fretta il mercato dell’usato occidentale e la Dacia fu sostituita nelle loro preferenze dalle macchine tedesche o francesi.
In un tentativo di riconquistare la sua posizione, nel 1995 la fabbrica di Pitesti lanciò la Dacia Nova, una macchina progettata in loco. In cinque anni se ne sono vendute 100 mila.

Poi, nel 1999, il governo ha venduto la fabbrica alla Renault. Un anno dopo, la Renault ha introdotto la SupeRNova: una Nova con motore e cambio francesi. Per tre anni, è stata l’auto più venduta in Romania. Nel 2003, dopo vendite di 150 mila unità, è stata sostituita dalla Solenza, una macchina con un nuovo look e con più componenti e tecnologia della Renault.

Allora, perché tutta questa agitazione quest’anno? Perché, secondo gli esperti, la Logan potrebbe rivoluzionare non solo il marchio Dacia, ma anche avere un impatto sull’intero mercato automobilistico.

Per alcuni rumeni, le aspettative sono più modeste. “Vorrei che non avesse un guasto ogni 100 km, che funzionasse per almeno cinque o sei anni senza bisogno di grosse riparazioni e vorrei anche non bagnarmi quando piove, cosa che adesso puntualmente succede”, dice Petrisor Manea, proprietario di una Dacia di otto anni.

Ha ragione di sperare in questa piccola rivoluzione: il nuovo modello, che apparirà nei saloni il 9 settembre, è stato creato esclusivamente da ingegneri francesi.

Ma la vera rivoluzione dovrebbe essere nel prezzo. Poco dopo aver comperato la Dacia, i dirigenti della Renault hanno annunciato che avrebbero utilizzato la fabbrica di Pitesti per mettere in pratica il loro progetto della macchina da 5000 Euro. La Logan è il risultato, nonostante al prezzo di 5700-8000 Euro (in base al motore e agli accessori), non sia così economica come inizialmente era stato promesso.

Uno dei motivi per cui il prezzo è basso è che vengono utilizzati pezzi di altri modelli della Renault. I motori sono quelli della Clio e della Megane I, il cruscotto è della Clio, il cambio della Megane II e la piattaforma è la stessa della Renault Modus e della Nissan Micra (la Renault e la Nissan hanno concluso un accordo di partnership nel 1999).

Un altro fattore è il basso costo della manodopera rumena: i lavoratori di Pitesti sono pagati dieci volte in meno dei loro colleghi dell’Europa occidentale.

“É stata una scommessa pazza. Abbiamo fatto del nostro meglio per creare un’auto moderna, affidabile ed accessibile” ha detto il presidente della Renault Louis Schweitzer, quando la macchina è stata lanciata tre mesi fa a Parigi e Bucarest. “Speriamo che renda la Dacia una marca famosa”.

Ad oggi, la Renault ha investito 600 milioni di dollari per modernizzare la fabbrica di Potesti, dei quali 250 milioni solo per la produzione della Logan.

I progetti iniziali erano modesti (13 mila macchine quest’anno), ma sono rapidamente diventati ambiziosi. Nel 2005, lo scopo è quello di produrre 250 mila Logan , dice Constantin Store, vice-presidente del gruppo Dacia. Inoltre 150 mila kit di montaggio (carrozzerie equipaggiate di motore e scatola del cambio) verranno spediti alle altre fabbriche della Renault. Con questi kit e investimenti per un totale di 735 milioni di dollari, le linee di montaggio in Russia, Iran, Marocco e Colombia dovrebbero cominciare a produrre Logan nel 2005 o 2006.

A partire dall’anno prossimo la nuova Dacia verrà venduta in Turchia, Medio Oriente ed Europa dell’Est. Tutti questi sono mercati doveva la Dacia esportava anche in passato e i marchio è conosciuto e, in alcuni casi, apprezzato.

Nuovi mercati potranno seguire. Il Sud America e i territori dell’ex Unione Sovietica sono sulla lista. Qui le macchine porteranno il marchio Renault, segno della fiducia della Renault e, alcuni ritengono, motivo per sperare che il nuovo modello abbia successo.

Qualche giorno fa, il capo della Renault Louis Schweitzer ha annunciato che la Logan sarà venduta anche nell’Europa occidentale. Ma per la Renault, la Logan è soprattutto una macchina con la quale la compagnia vuole farsi strada nei mercati più poveri e relativamente meno sfruttati. In alcuni, come quello rumeno e dei paesi confinanti, la crescita economica sta aumentando abbastanza velocemente. Sicuramente si assiste ad un boom nella vendita di nuove macchine. Per soddisfare gli obiettivi della Renault riguardo alla Logan – 700 mila vendite in un anno, di cui 200mila solo in Romania – è necessario un boom.

La macchina da 5000 euro

Se la Logan avrà successo, segnerà una svolta non solo per la Dacia, ma anche per la reputazione della Renault in Romania.

Quando è tornata a Pitesti, la Renault non è stata accolta troppo bene. Nel 1999, la Dacia aveva 28 mila dipendenti. Ora ne sono rimasti solo 13400 (ancota tanti per gli standard occidentali).

Ma la Renault non fece arrabbiare solo gli abitanti di Pitesti. Come risultato dell’accordo con il gruppo francese, il governo rumeno bandì l’importazione di veicoli usati più vecchi di otto anni. Così i rumeni furono virtualmente obbligati a comperare le Dacia.

Una nuova macchina – e una buona pubblicità – potrebbero in qualche modo cancellare questa immagine poco positiva. In una sola giornata la compagnia è riuscita ad attirare più di 100 mila rumeni nei suoi saloni. Molti sono stati convinti ad andarci dai giornalisti che avevano preso parte ai test di guida ufficiali in Turchia.

“É una macchina essenziale che non intende competere nelle prestazioni, ma nel prezzo”, ha scritto Dan Vardie, caporedattore della rivista rumena Autoshow. “Sarà una macchina per quelli che finora hanno solo potuto sognare di avere una macchina. È un vero progetto sociale”.

E comunque molte persone sembrano rimaste colpite dalla Logan. A cinque giorni dal lancio, 3500 ordini si sono aggiunti ai precedenti 10 mila, il che significa che l’intera produzione prevista per quest’anno è già stata venduta.

Sembra che l’auto piaccia anche a qualche rumeno un po’ più benestante. I produttori sono stati sorpresi di notare che il 60% delle richieste erano per la versione sopra i 7000 euro, con accessori come aria condizionata, doppio air-bag, alzacristalli e specchietti elettrici, computer e perfino sistema di frenata anti-bloccaggio.

Naturalmente ci sono stati anche pareri negativi. Molti considerano la macchina “lenta”, e dicono che i produttori hanno preferito bassi consumi alla potenza.

Alcuni criticano l’uso di materiali economici, altri non si fidano degli operai di Potesti. E la qualità degli operai è piuttosto importante con questa macchina, perché visto che è stata obbligata a tenere un certo numero di impiegati, la Renault ha deciso che la Logan sarebbe, in gran parte, stata assemblata manualmente.

“La Logan non è un’auto che soddisfa tutti. È fatta per rendere felice la gente comune, la maggioranza delle persone, e quelli che vogliono un veicolo sicuro”, sostiene Dan Varie.

La solita routine dell’industria automobilistica

Se la Dacia Logan andrà bene, potrebbe forse dare ad altri produttori di auto in Romania il coraggio di combattere la competizione dall’estero. Molti hanno incontrato notevoli problemi a questo proposito.

[…]

Alla fine degli anni ’70, dieci anni dopo che la Dacia si è unita alla Renault, la Romania costituì una joint venture con un’altra casa francese, la Citroen, a Craiova, nel centro della regione dell’Oltenia, 250 km ad ovest di Bucarest. La macchina prodotta era la Oltcit, una copia della Citroen Axel.

La Citroen ha mantenuto l’accordo con il governo rumeno più a lungo della Renault ma, da quando la licenza è scaduta, nel 1988, la Oltcit ha sofferto dello stesso calo di qualità della Dacia dieci anni prima. Nel 1944 la fabbrica di Craiova fu venduta alla casa automobilistica coreana Daewoo Motors a i coreani hanno iniziato a produrre i loro modelli due anni dopo rimuovendo gradualmente la produzione della Oltcit.

La Daewoo Romania ha investito una grossa somma, 850 milioni di dollari, ed ha avuto un certo successo. Dal 1996 ha prodotto più di 150 mila auto, ottenendo il 20% del mercato.

Ma i problemi finanziari della casa madre hanno fatto sì che, nel 2003, la General Motors abbia preso il controllo della Daewoo Motors e la General Motors ora deve occuparsi dei tre stabilimenti della Daewoo in Polonia, Ucraina e Romania. Gli stabilimenti di Craiova affrontano un futuro incerto, con la licenza originale della Daewoo che scade nel 2005. Ma le voci sulla possibile entrata della General Motors si sono diffuse tra i dipendenti negli scorsi mesi.

Tutte le case automobilistiche rumene hanno avuto grossi problemi. Ma il mercato domestico sta crescendo velocemente. Tra il 2000 e il 2003, il numero di macchine vendute in un anno è cresciuto del 60%, da 84 mila a 135 mila. Quest’anno si prevede che questo record venga facilmente battuto: dopo otto mesi, 106 mila nuove auto sono state vendute.

Le importazioni, che ammontavano al 23% delle vendite nel 2000, si sono stabilizzate al 40%. Negli ultimi anni, la Renault, la Skoda, la Volkswagen, e la Peugeot sono diventati i marchi importati preferiti. “Ora hanno un temibile avversario: le macchine occidentali al prezzo orientale”, affermano alla Dacia.

Sparata pubblicitaria o no, molti degli avversari della Dacia prendono quest’affermazione sul serio; molti hanno già annunciato tagli ai prezzi. Così, anche se la Logan avrà ancora qualcuno dei vecchi difetti della Dacia, molti rumeni guardano con ansia al suo arrivo.

Razvan Amariei è un corrispondente di TOL a Bucarest.


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Timisoara, capitale del Nordest
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