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Una Romania arancione

13.12.2004    scrive Mihaela Iordache

Contro i pronostici Traian Basescu, candidato della coalizione di centro-destra, ha vinto il ballottaggio per la carica di Presidente della Romania. Il Paese esce col fiato sospeso dalla campagna elettorale più dura degli ultimi 15 anni e si chiede chi riuscirà a raggiungere la maggioranza necessaria a governare i prossimi 4 anni e portare la Romania nell'UE.
Basescu al traguardo
In Romania sembra che ora vada di moda il color arancione. E’ infatti il colore dell’Alleanza di opposizione il cui candidato alle presidenziali si è imposto nel ballottaggio di ieri.

E’ stata la sfida elettorale più dura nella Romania democratica dopo la caduta del regime comunista con rivoluzione dell’89. Non sono mancate nemmeno le comparazioni con la situazione dell’Ucraina, che però fortunatamente sono state confutate dalla realtà.

Anche se i sondaggi davano come favorito il premier uscente, il socialdemocratico Adrian Nastase con un vantaggio di quasi 12% , a vincere le elezioni è stato il sindaco di Bucarest, Traian Basescu.

Basescu, candidato della coalizione di opposizione di centro-destra, “Giustizia e Verità” ha sconfitto al ballottaggio di ieri il suo avversario ottenendo il 51,23% delle preferenze dopo lo spoglio del 98% dei voti. Al premier uscente Nastase è andato il 48,77% dei consensi.

A votare Basescu sembrano essere stati soprattutto i giovani, gli intellettuali e generalmente la popolazione urbana. Alla vigilia del voto il sindaco di Bucarest, Traian Basescu, aveva dichiarato che “restituirà la Romania ai romeni” dichiarando di essere convinto che i romeni vogliano sottrarre il loro Paese al regime di Iliescu- presidente del Paese per 11 anni – e di Nastase. “Un regime infame”, ha concluso.

Durante la campagna elettorale ha puntato il dito contro la corruzione generalizzata che a suo avviso avrebbe privato la popolazione degli effetti benefici della crescita economica. Un fenomeno con quale la Romania dovrà fare i conti prima della sua entrata nell’Unione Europea prevista per il 1 gennaio 2007.

Sindaco di Bucarest per la seconda volta e rappresentante dell'Alleanza di opposizione di centrodestra Giustizia e Verita', tra i liberali e i democratici,Traian Basescu (53 anni), un ex capitano della marina commerciale, linguaggio colorito, diventato famoso in Europa occidentale anche per la sua campagna contro i cani randagi di Bucarest è considerato l’uomo di ferro della politica romena .

Come Nastase, anche Basescu ha come obiettivo principale l’adesione della Romania all’UE, ma mostra un atteggiamento differente rispetto ai negoziati d’adesione. Il governo di Nastase ha appena chiuso questi ultimi ma Basescu li ritiene, per alcuni aspetti, “a sfavore del paese”.

Tra i capitoli contestati quelli che riguardano concorrenza ed energia. Per quest’ ultima questione Basescu ritiene che la Romania deve chiedere un periodo di transizione di 10-15 anni.

Basescu ha più volte dichiarato che la Romania deve aderire “con dignità” all’UE, senza favori economici per ottenere l’appoggio politico dai poteri europei.
Esce invece sconfitto dalle elezioni presidenziali colui il quale era dato inizialmente per favorito: il candidato socialdemocratico, il filo-occidentale Adrian Nastase (54 anni), dal 2000 capo del governo di Bucarest. Nastase, candidato dell’Alleanza PSD+PUR tra i social-democratici e gli umanisti si è presentato come un europeista, dal linguaggio diplomatico, puntando sulla continuità delle riforme, sul tasso di crescità economica oltre l’8% e ricordando che il suo governo ha portato la Romania nella Nato. Ma in molti considerano il partito socialdemocratico troppo legato ai comunisti .

Corruzione e tentativi di sottomettere le istituzioni dello stato ed i media sono state tra le accuse mosse al partito di Nastase. Nelle ultime ore ci sono stati momenti tesi a Bucarest. Secondo i primi exit polls i due candidati alla carica più alta dello Stato, il premier uscente Adrian Nastase e il sindaco di Bucarest, Traian Basescu si erano aggiudicati il 50% dei voti ciascuno. Entrambi i candidati avevano gridato la vittoria, e i loro sostenitori sono usciti in piazza per festeggiare.

"Abbiamo lottato e abbiamo vinto" cantavano i simpatizzanti del socialdemocratico Nastase arrivati alla sede centrale del partito a Bucarest. Mentre quasi 1000 sostenitori di Basescu hanno riempito la Piazza dell'Università della capitale, simbolo della Rivoluzione romena dell'89. Muniti di bandiere color arancio i simpatizzanti di Basescu inneggiavano anch’essi alla vittoria. Anche a Timisoara circa 500 di sostenitori di Basescu sono scesi in piazza.

Una volta passate euforia e disperazione i politici romeni dovranno formare un’alleanza in grado di governare il paese per i prossimi 4 anni, decisivi per l’entrata nell’UE. Missione per niente facile. Dal neo presidente della Romania, Traian Baesecu, dipende anche la creazione della coalizione di governo. Sarà il presidente della Romania a nominare infatti il primo ministro che in seguito formerà la sua équipe. Nelle elezioni parlamentari, il partito di Nastase ha conquistato 189 seggi su 469 complessivi, l'Alleanza di Basescu 161: nessuno dei due è in grado di governare da solo.

Questi risultati sono stati tra l’altro contestati dall’Alleanza di Basescu che ha accusato i social-democratici di frode elettorale.

I politici di Bucarest dovranno negoziare alleanze che in tutte le varianti annunciano comunque una coalizione assai debole dal punto di vista della maggioranza parlamentare. Se avesse vinto il premier Nastase, la coalizione sarebbe stata fatta tra i social democratici, gli umanisti , l’Unione dei magiari ma sempre con l’appoggio parlamentare delle minoranze etniche.

Ora però gli scenari sono cambiati. Il vincitore delle elezioni presidenziali, Traian Basescu, ha dichiarato che avrà incontri con tutti i partiti parlamentari ma che il suo obiettivo rimane di portare ad un governo di centro-destra. Il candidato a primo ministro sarebbe il liberale Calin Popescu Tariceanu.

Affinché questo possa accadere l’alleanza deve fare un patto con i rappresentanti dei magiari e con gli umanisti, finora in coalizione con i socialdemocratici. L’Unione Democratica dei Magiari di Romania (UDMR) si è dichiarata aperta ad qualsiasi alternativa che può condurre alla stabilità politica nel paese.

Fondamentale quindi l’alleanza con i magiari di Marko Bela che però non basta. Solo se il partito Umanista deciderà di uscire dall’unione con i social-democratici l’Alleanza Giustizie e Verità potrà formare un governo.

A sorpresa, il Partito Umanista (Pur) ha rilasciato ieri un comunicato in cui ribadisce la sua indipendenza politica, il che potrebbe far pensare che sia disposto a negoziare un ‘alleanza sia con Basescu che Nastase. Se formalmente gli umanisti sono ancora dentro l’unione con i social -democratici si parla già di rottura. Se così avverrà ai social-democratici spetteranno 4 anni all’opposizione.

A far loro compagnia dovrebbe esserci il partito dell’ultranazionalista Corneliu Vadim Tudor che tra l’altro rappresenta la terza forza politica in Romania con quasi 13% de voti. Quest’ultimo non è preso in considerazione per un alleanza nè da Basescu né da Nastase.

Senza una maggioranza parlamentare forte il rischio di un voto di sfiducia rimane sempre alto proprio ora quando serve un Governo forte che possa passare le leggi richieste dall’UE. Quello che sembra certo è che la Romania avrà una forte opposizione. Il premier uscente Adrian Nastase, sconfitto al ballottaggio, ha riconosciuto la vittoria dell’avversario ricordando però che a vincere le elezioni politiche è stata l’Unione PSD+PUR tra i social democratici e gli umanisti. Quindi, chi vince dovrebbe governare.

Secondo la legge il governo deve ricevere il voto di fiducia dal Parlamento entro 60 giorni dalla nomina. Se questo non accadrà, il presidente Traian Basescu potrà sciogliere il Parlamento e chiedere elezioni anticipate. Quest’ ultimo scenario rappresenterebbe una situazione senza precedenti negli ultimi 15 anni passati dalla caduta del regime comunista in Romania.


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Presidenziali e politiche in Romania: testa a testa
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