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Senza Silvio non ci saremmo

31.03.2006    scrive Luka Zanoni

La stampa oltre Adriatico non ha dedicato molto spazio all’aspra campagna elettorale italiana. Ma i toni accesi impressi dal premier italiano e le sue sortite non lasciano indifferenti i giornalisti dei Balcani. Una rassegna
Bisogna ammetterlo, senza le colorite uscite di Silvio Berlusconi, forse l’aspra campagna elettorale italiana non occuperebbe molto spazio sulle pagine della stampa d’oltre mare. Invece è proprio grazie al comportamento del nostro premier che in un modo o nell’altro, chi più chi meno, la stampa del nostro vicino Est non ha mancato di riprendere le note più pittoresche di quanto sta accadendo in Italia.

Per il momento chi più di tutti si è occupato delle vicende italiane relative alla campagna elettorale, è stato il belgradese “Ekonomist”, settimanale prevalentemente dedicato a temi di carattere economico. Nell’edizione del 27 marzo, il giornalista Milutin Mitrovic, firma un articolo dal titolo “Paranoia pre-elettorale” che inizia affermando: “Più si avvicinano le elezioni in Italia (9 e 10 aprile), più la campagna elettorale assomiglia ad una guerra civile mediatica. In questo caos, in cui ognuno fa quello che può, il tentativo di portare un po’ di regole del gioco è definitivamente fallito lo scorso weekend, durante l’incontro dell’Unione degli industriali (Confindustria)”.

Nel suo pezzo Mitrovic riassume l’incontro dei candidati alla presidenza del consiglio con gli industriali descrivendo in breve la giornata di incontro con Romano Prodi, conclusasi - secondo il giornalista - “molto bene” e soffermandosi invece più a lungo sull’exploit di Berlusconi alla Confindustria.

“Con Berlusconi non si può mai essere sicuri. Il secondo giorno di incontri, davanti agli industriali e agli ospiti, ad un tratto sono comparsi circa 250 ‘osservatori’ con regolare invito. E mentre il ministro dell’Economia parlava a nome del centro destra, ad un tratto è comparso Berlusconi, zoppicando in modo vistoso (sciatalgia, il motivo per il rinvio della sua presenza), ha occupato la scena e ha iniziato, saltando dalla sedia e affrettandosi sul palco, dimenticandosi di zoppicare, per attaccare ‘i comunisti che vogliono prendere il potere’, gli industriali che con essi stringono patti, chiamando gli industriali ‘faccendieri rossi’, che ‘tengono scheletri negli armadi’, e fra i comunisti ha incluso persino il maggiore quotidiano economico Il Sole 24 Ore, il cui direttore avrebbe dovuto fargli delle domande”.

Prosegue poi Mitrovic scrivendo: “Solo allora si è compreso il ruolo dei 250 ‘osservatori’, perché lo hanno acclamato fino ad urlare creando così l’impressione che una parte degli industriali fosse rumorosamente dalla sua. Tutto ciò che con Berlusconi sembra casuale, è invece orchestrato nei minimi dettagli. Il senso di questa sortita era di creare una spaccatura tra gli industriali, perché se non sei in modo incondizionato con lui, lui è contro di te. Senza scontri e caos, Berlusconi non funziona”.

Il commentatore dell’”Ekonomist” lamenta il fatto che non ci sia stata una sola parola sulla situazione del paese, sull’economia, sulle prospettive, e ricorda che “l’Italia dal 2003 al 2005 ha un tasso di crescita pari a zero, che il Finacial Time parla di uno ‘scenario argentino’, che per la prima volta in dieci anni il debito statale è di nuovo in crescita, che il numero dei disoccupati è in crescita, che il deficit è aumentato del 4.1 percento (quando il limite di Maastricht è del 3 percento) e che le entrate del turismo dello scorso anno sono inferiori di 1.7 miliardi di euro”.

Infine, secondo Mitrovic “l’intensità dello scontro, che dalla TV e dai meeting è passata all’incontro degli industriali, è la conseguenza del disgregarsi di una politica il cui inganno è che lo Stato debba essere affidato ad un imprenditore che lo guida come un’azienda. L’imprenditore rimane principalmente interessato ai suoi interessi personali, mentre lo Stato gli serve per aumentare la sua ricchezza personale. Non è mai stata smentita l’affermazione più volte ripetuta di come Berlusconi, durante l’attuale mandato, abbia raddoppiato la sua ricchezza personale, grazie alla quale è uno degli uomini più ricchi del mondo”.

Nelle sezioni dedicate alla scena internazionale, la stampa d’oltre mare non ha perso occasione di informare la sua opinione pubblica anche delle altre uscite del premier italiano. Così per esempio il 27 marzo l’agenzia di stampa belgradese Beta, ripresa dall’emittente B92, lancia la seguente notizia “Berlusconi contro la mulietnicità”, informando che “Silvio Berlusconi ha dichiarato di non desiderare che l’Italia diventi un paese multietnico”, dichiarazione che – prosegue Beta - “ha incontrato le critiche dell’opposizione”. L’agenzia belgradese, oltre a riportare per intero la dichiarazione del premier italiano – “Non vogliamo che l’Italia diventi uno stato multietnico e multiculturale. Siamo orgogliosi della nostra tradizione” – aggiunge che “Il governo conservatore di Berlusconi ha introdotto rigide leggi sull’immigrazione, tra le quali c’è pure quella sulla lotta contro l’immigrazione illegale. Secondo la legge del 2002, solo gli immigrati che hanno un lavoro possono ottenere il permesso di soggiorno”.

Un paio di giorni dopo, alcuni giornali croati e serbi, ritornano nelle pagine degli esteri a trattare della campagna elettorale. Anche questa volta l’attenzione è tutta dedicata alle dichiarazioni del premier. Il 29 marzo è il quotidiano fiumano “Novi list” a titolare “Silvio Berlusconi attacca pure gli alleati”, e parte dicendo: “Il premier italiano Silvio Berlusconi, nella campagna elettorale per le elezioni politiche che si terranno il 9 e 10 aprile, ha iniziato ad attaccare non solo i rivali dei partiti di centro sinistra, ma anche i suoi alleati”. Per passare poi alle citazioni delle dichiarazioni del premier: “L’UDC ha fatto molti errori e spero che non guadagni nemmeno un voto”. E a quelle del suo alleato Gianfranco Fini, il quale secondo il quotidiano di Fiume, ha detto che Berlusconi è a capo del centro destra solo fino al 10 aprile, e poi si deciderà il destino di chi dovrà guidare la Casa delle libertà.

Ma la stampa d’oltre mare non si lascia sfuggire quel raro esempio di diplomazia e di politica estera, racchiuso nelle dichiarazioni di Berlusconi sul comunismo cinese. “La Cina è amareggiata per le infondate dichiarazioni del premier Berlusconi” riporta sempre “Novi list”, aggiungendo le parole di Romano Prodi: “Avete idea di che immagine del nostro paese creano queste dichiarazioni del Presidente del consiglio? Si tratta di un’offesa ad un popolo di 1.3 miliardi di persone. Ci crea vergogna all’estero”.

“Arrabbiati con Berlusconi per i ‘bambini bolliti’” titola il 30 marzo il belgradese “Glas Javnosti”, il quale riprende l’intera dichiarazione del premier: “Nella Cina di Mao i comunisti non mangiavano i bambini, ma li bollivano per usarli come fertilizzanti dei campi”. Il quotidiano di Belgrado si sofferma sulle reazioni del ministero degli Esteri cinese, per concludere poi che Berlusconi ha concesso con piacere l’asilo ad Abdul Rahman, l’uomo afgano che ha deciso di convertirsi alla fede cristiana e per questo era minacciato di morte nel suo paese.

“Berlusconi non ritratta la dichiarazione che i comunisti cuociono i bambini” è il titolo del quotidiano croato “Jutarnji list” del 29 marzo. Lo “Jutarnji” prosegue nel testo dicendo che, a Roma “Berlusconi ha minimizzato il messaggio ufficiale ricevuto dalla Cina, spiegando che lo ha firmato ‘solo un funzionario’. Una minimizzazione che evidentemente era rivolta ai numerosi giornalisti italiani e stranieri presenti all'incontro del Partito Popolare Europeo". A quest'ultimo ha partecipato pure il premier croato Ivo Sanader, che in qualità di presidente dell’HDZ ha augurato a Berlusconi la vittoria alle elezioni. Ma il quotidiano croato non ha dimenticato, a conclusione del pezzo, una precedente “discutibile ironia” del premier italiano, quando alcuni anni fa, durante una seduta del Parlamento europeo, si riferì al leader dei socialdemocratici Schultz paragonandolo ad un kapò dei lager nazisti. Anche in quella occasione “Berlusconi disse che si era trattato di un’ironia che i giornalisti italiani liberamente non hanno voluto riconoscere”, conclude lo “Jutarnji list”.

Sulla vicenda dei “bambini bolliti” si soffermano pure il quotidiano belgradese “Danas”, “La Cina insoddisfatta dal commento di Berlusconi” (30 marzo) e il servizio di news del settimanale croato “Nacional”, che dedica due brevi alla vicenda, una il 27 marzo “Berlusconi: i comunisti mangiano i bambini” e l’altra il 29 marzo “La Cina amareggiata con Berlusconi”, riprendendo in breve la cronaca della vicenda. Da notare è che il settimanale “Nacional” sul suo portale aveva già seguito uno dei primi e discussi gesti del premier italiano, quando aveva abbandonato lo studio di Lucia Annunziata, durante un’intervista. “L’offeso Berlusconi lascia lo studio tv” aveva titolato “Nacional” il 13 marzo, facendo notare che “Berlusconi controlla la maggior parte delle televisioni private italiane, e a più riprese ha cercato di aumentare la sua influenza anche sulla televisione statale”.

Infine il quotidiano croato “Vjesnik” del 30 marzo si domanda “è difficile dire perché [Berlusconi] abbia deciso di ‘toccare’ i cinesi, perché lo stesso premier aveva avviato delle buone relazioni economiche tra i due Paesi, e nel 2003 aveva visitato la Cina ed era stato accolto con calore”. Per poi concludere dicendo: “Sia come sia, ‘i bambini bolliti’ potrebbe essere per l’opposizione la prova estrema del fatto che l’attuale premier è ‘irresponsabile nelle dichiarazioni’, ma Berlusconi rimane dell’idea che sui crimini del comunismo si debba parlare, per far sì che non si ripetano”.

Da quanto si legge sui giornali d’oltre Adriatico non è difficile immaginare che idea si stia facendo l’opinione pubblica del nostro vicinato riguardo la classe politica italiana. C’è da augurarsi solo che la chiusura della campagna elettorale e le imminenti elezioni si portino via un po’ di queste funamboliche sortite.

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