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La strage degli orsi

30.04.2007    scrive Mihaela Iordache

Cacciati, rinchiusi, maltrattati. In Romania vive la metà di tutti gli orsi europei. Ma questa ricchezza è poco tutelata. Un'associazione rumena si batte per far cambiare le cose
Il fatto che in Romania viva la metà degli orsi d’Europa dovrebbe rendere orgogliosi i romeni: le statistiche infatti dimostrano una ricchezza unica in tutto il continente dove questi animali sono sempre meno.

Purtroppo però anche nel paese dei Carpazi, dove “fare soldi” sembra a volte essere divenuta l'unica ragione di vita, la caccia all'orso è un business da non sottovalutare. E anche uno straordinario divertimento per ospiti stranieri di spicco che arrivano da ogni parte del mondo.

Oltre alla caccia però, che ogni anno causa la diminuzione degli orsi nell'ordine di centinaia di unità, esiste un'altra piaga: la tenuta in cattività e i maltrattamenti subiti da decine di orsi. Molti esemplari vengono tenuti presso ristoranti dove gli avventori si divertono a guardarli e dar loro qualcosa da mangiare.

Attualmente in Romania è in corso una campagna per la liberazione degli orsi tenuti in cattività. Le organizzazioni “Libearty” e “Hotnews.ro”, promotrici dell’iniziativa, si battono nel tentativo di convincere i “padroni” di orsi ma anche le autorità locali a liberare gli animali che verrebbero poi portati in una riserva appositamente costituita per loro vicino a Zarnesti-Brasov.

Venti orsi sono stati sino ad ora salvati e vivono nella riserva di Zarnesti mentre una trentina sono ancora prigionieri in piccole gabbie di ferro e cemento presso ristoranti e pensioni. Senza poi considerare gli orsi dei circhi oppure quelli dei giardini zoologici, veri inferni per gli animali in Romania. Questi ultimi sono stati trasformati in oggetti comici, umiliati, venduti, tenuti in gabbie, condannati ad una vita da incubo.

L’iniziativa promossa da “Libearty” e “Hotnews.ro” non ha purtroppo ancora raggiunto una rilevanza mediatica. I promotori denunciano un impegno delle istituzioni praticamente nullo, a partire dal far rispettare la legislazione vigente in materia.

La Riserva Libearty occupa, nella località di Zarnesti-Brasov, sessanta ettari di foresta di quercia e fu inaugurata un anno fa, risultato di un progetto internazionale tra l’Associazione “Milioni di amici” di Brasov, il comune di Zarnesti che ha messo gratuitamente a disposizione il terreno, e la Società mondiale per la tutela degli animali (WSPA) che ha stanziato finora oltre un milione di euro.

Qui gli orsi recuperati provano ad abituarsi con la vita in semilibertà .Hanno bacini di acqua, alberi attrezzati per arrampicarsi, cibo e alloggi individuali. Nel loro caso si tratta di un passaggio non facile dall’agonia all’estasi.

Per sette anni, Cristina Lapis, la promotrice del progetto, ha raccolto fondi per la liberazione degli orsi. Soldi che però non vengono utilizzati per riscattare gli animali anche se qualche proprietario ha richiesto denaro per liberare il proprio orso, come ad esempio uno di Mandra, nella contea di Brasov, che per liberare un orso di cinque anni tenuto in una misera gabbia di dieci metri quadrati, nascosta tra macchinari agricoli in vendita in una società commerciale aveva chiesto 700 euro.

“Non gli darò alcun soldo perché incoraggerei questo tipo di pratica .Ma le autorità devono intervenire per liberare questo animale tenuto in condizioni da incubo”, ha sottolineato Cristina.

A loro modo, le autorità sono intervenute. Considerando che “l’orso non rappresenta in questo caso un pericolo per l'uomo la Guardia dell’ambiente di Brasov ha rilasciato il diritto di affidamento per lo stesso proprietario che continuerà a tenerlo nella stessa gabbia da dieci metri quadrati.

La storia di Libearty comincia con la morte dell’orsa Maia, tenuta più di dieci anni in una gabbia di ferro e cemento .Dopo una vita impossibile Maia si suicida, azzannandosi le zampe anteriori e morendo dissanguata.

Ad altri esemplari è andata meglio: tra gli orsi che sono arrivati a Zarnesti c’è anche Mura, l’orsa artista che per anni ha ballato la lambada al circo Globus .C’è Odi che ha vissuto per 12 anni in una gabbia di 12 metri quadrati oppure Ionica un orso di 23 anni, tenuto tutta la vita in uno zoo della Moldova romena. Da 6 mesi, da quando è stato portato nella riserva, Ionica sta sempre attaccato al muro e sa solo muoversi due metri a sinistra e due a destra , ogni ora e ogni giorno.

L'appello di liberare gli orsi non ha provocato reazioni da parte delle autorità ma sono state centinaia le reazioni della gente comune. Molti raccontano su internet i casi disperati di orsi incontrati vicino ai ristoranti, alle pensioni in montagna, nei giardini zoologici.

Doru scrive che si deve continuare a denunciare questo tipo di maltrattamenti e spera che le autorità della protezione dell’ambiente e degli animali non staranno con le mani in mano. Inoltre ricorda di aver visto a 5 km da Sebes nei pressi di un motel due orsi e un gatto selvatico tenuti in gabbie piccole e in condizioni precarie. Altri denunciano le condizioni degli zoo dove gli orsi sono affamati, tenuti in gabbie molto strette, umiliati e maltrattati dai visitatori. Presto i giardini zoologici della Romania, paese membro dell’UE, dovranno adeguarsi alle norme dell’Unione.”Già ci stiamo confrontando con molte richieste di portare via questi orsi. Ma il nostro parco è adatto solo per una cinquantina di orsi. Se il loro numero si dovesse raddoppiare, significherebbe affollamento e cattive condizioni “, spiega Cristina Lapis. Un’emergenza, quindi, che necessita ovviamente di fondi che probabilmente potrebbero trovarsi con i finanziamenti dell’Ue se fossero presentati dei validi progetti.

Intanto per uccidere gli orsi – dei quali poi viene venduta la pelliccia - si continua a impiegare un metodo atroce. Buste di plastica vengono unte con lardo di maiale. Gli orsi le mangiano e muoiono soffocati. La pelliccia viene poi venduta per qualche migliaio di euro ai cacciatori stranieri “meno fortunati”.

Le autorità romene per permettere un alto numero di capi abbattutti spesso gonfiano le cifre artificialmente. Secondo le statistiche ufficiali il numero degli orsi sarebbe cresciuto lo scorso anno da 5700 a 7350 unità. E quindi per la stagione di caccia 2007-2008 ne potranno essere abbattuti 350. Secondo Libearty invece il numero totale degli orsi in Romania non supererebbe 3500-4000, ne verrebbero uccisi il 10% del totale nonostante la crescita naturale sia del 4%.

Il perché di questa mistificazione delle cifre è facile da comprendere. Per ogni orso abbattuto si paga una tassa di 10.000 euro, una cifra considerevole. La romania è nei fatti l’unico paese dove si organizzano delle vere e proprie cacce all’orso: centinaia di esemplari ammazzati all’anno, non come in Bulgaria o nella Slovacchia dove è permesso, scrive la stampa di Bucarest, la caccia a 10-20 orsi. Per le autorità tutto questo è giustificato dal fatto che gli orsi sarebbero troppi. E non poche volte si invoca pure il fatto che gli orsi affamati scendono pericolosamente verso i villaggi. Ma sarà la caccia sfrenata una soluzione adeguata a questi problemi?

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