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L'isola del tesoro

10.02.2009    scrive Mihaela Iordache

L'Isola dei Sepenti
Si chiama Isola dei Serpenti, ma di serpenti nemmeno l'ombra. Il suo tesoro è nel mare che la circonda, ricco di greggio e gas, reclamati da Ucraina e Romania. Il 3 febbraio la Corte internazionale dell'Aja ha messo fine alla contesa, assegnando a Bucarest gran parte dei fondali
Dopo oltre 40 anni di contesa, cominciata già ai tempi dell’Unione Sovietica, la Romania ha vinto un'importante causa giuridica con l’Ucraina sulla delimitazione della piattaforma continentale del Mar Nero, ricca in risorse di greggio e gas.

Il 3 febbraio scorso la Corte internazionale di Giustizia dell’Aja ha riconosciuto infatti alla Romania il diritto sovrano su una superficie di 9.700 chilometri quadrati della piattaforma continentale (l’80% del territorio conteso tra i due paesi). I fondali attribuiti alla Romania sono preziosi soprattutto perché ricchi di risorse energetiche.

Secondo le stime dell’Agenzia nazionale romena per le risorse minerali (ANMR), nel mare intorno all'Isola dei Serpenti, isola che ha giocato un ruolo di primo piano nella contesa, il potenziale stimato degli idrocarburi sarebbe di 12 milioni di tonnellate di greggio e 70 miliardi di metri cubi di gas.

Secondo le stime, gli idrocarburi nascosti nell'area varrebbero almeno 30 miliardi di dollari. Questa cifra rappresenta meno del 20% del PIL della Romania per il 2009, ma - come nota il quotidiano Evenimentul Zilei - le risorse energetiche acquisite assicurano al paese balcanico una certa indipendenza nel settore energetico, soprattutto per quanto riguarda il gas, le cui riserve sarebbero sufficienti a coprire il fabbisogno di Bucarest per almeno quattro anni.

Posizione dell'Isola dei Serpenti
Per la Romania la decisione che arriva dall'Aja è la migliore possibile. L'Ucraina ha cercato di dimostrare a tutti i costi che la cosiddetta Isola dei Serpenti è un'isola vera e propria, mentre la Romania ha sempre sostenuto che si trattasse di un semplice scoglio. Per sostenere le proprie tesi gli ucraini hanno provato a rendere l'isola abitata, cercando senza successo acqua potabile e istallando, tra le altre cose, anche un bancomat.

In un'interrogazione presentata un anno fa al Consiglio europeo l’europarlamentare romeno Petru Filip del PPE-DE spiegava la questione in questi termini: “Quest'isola si trova al centro di una controversia regionale e nel 2004 è stata oggetto di un ricorso presentato dalla Romania presso la Corte internazionale di giustizia dell'Aja. In virtù della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, l’Isola dei Serpenti, la cui superficie ricopre un’area di diciassette ettari, è una scogliera e conserverà tale status finché una sentenza non stabilirà diversamente.”

Tutto ciò, proseguiva poi l'interrogazione di Filip, “non ha impedito al governo di Kiev di prevedere per l'anno in corso lo stanziamento di fondi per la costruzione di un'area portuaria e per l'apertura di un museo naturale sull'isola. Inoltre, nel corso del primo semestre 2007, in seguito alla decisione del parlamento ucraino di ribattezzare l’area abitata dell’isola (popolata prevalentemente da militari) 'Satul Alb', Kiev ha dato il via a lavori di trivellazione in una zona situata a cinquanta chilometri dall’isola.”

La posizione di Bucarest, sostenuta dal giurista e diplomatico Bogdan Aurescu, è che con l'annessione sovietica dell’Isola dei Serpenti, avvenuta nel 1948, la Romania ha perso importanti fasce di territorio marittimo. Le autorità romene hanno quindi chiesto alla Corte internazionale di rimediare al torto, tracciando una nuova linea di demarcazione della piattaforma del Mar Nero tra Romania Ucraina.

Bogdan Aurescu ha sostenuto la tesi romena, sottolineando che sull’Isola dei Serpenti non c’è acqua potabile, e che lo scoglio non ospita alcun tipo di vegetazione o fauna (nemmeno i serpenti dai quali trae il nome). La decisione arrivata dall'Aja è stato senza dubbio un grande successo per la diplomazia di Bucarest, ed è stata salutata con esuberanza dall’intero paese.

A Kiev, naturalmente, le reazioni sono state di tono ben diverso. Il partito dei comunisti ucraini di Piotr Simonenko ha chiesto di processare il presidente Yuschenko per la “cessione premeditata dell’Isola dei Serpenti alla Romania e per alto tradimento, in quanto responsabile in prima persona per la sconfitta decretata dall'Aja.”

La stampa di Bucarest si è presto concentrata sull’uomo che ha guidato la squadra romena al successo. Bogdan Aurescu, “l’eroe” dell’Aja, come l’hanno definito alcuni giornali, è un giovane di 35 anni “con un curriculum vitae lungo dieci pagine”, assegnato alla soluzione dei problemi giuridici del ministero degli Esteri, dove ha a disposizione un ufficio minuscolo.

I quotidiani l'hanno descritto come una persona molto preparata e allo stesso tempo molto modesta, visto che usa la metropolitana per andare in ufficio e mangia i panini portati da casa. In seguito al successo è stato promosso segretario di Stato e molti lettori di quotidiani on-line non hanno esitato a commentare sui forum che Aurescu sarebbe un ottimo candidato alle presidenziali di quest’anno, anche considerata la mancanza di un serio concorrente a Traian Basescu, che gode ancora di larghe simpatie nell’elettorato romeno.

Dopo aver dato ampio spazio all' “eroe” Aurescu, i media si sono poi chiesti chi metterà le mani sui giacimenti del Mar Nero appena acquisiti. E' presto scoppiato un vero scandalo, visto che è venuto a galla che l’ex governo Tariceanu, formato dai liberali e dai rappresentanti della minoranza magiara, negli ultimi giorni del proprio mandato ha concesso alla ditta canadese Sterling Resources il diritto di sfruttare i giacimenti del Mar Nero per 30 anni, senza alcuna asta pubblica.

Venutolo a sapere, il nuovo premier romeno Emil Boc ha chiesto la divulgazione del contenuto dell’atto addizionale allegato l’anno scorso ad un vecchio contratto firmato 16 anni fa, contratto che concedeva alla Sterling soltanto il diritto di sfruttamento.

Di fatto, se con il primo contratto la Romania aveva diritto al 55% del petrolio e del gas estratti nella zona, l’ultima variante del documento prevede che la ditta Sterling cederà allo stato romeno una quota della produzione lorda estratta compresa solo tra il 3,5% ed il 13%.

Nel frattempo altre compagnie hanno espresso il loro interesse ad investire nella zona. Tra queste Total (Francia), Royal Dutch Shell (Gran Bretagna - Olanda), BP (Olanda) e OMV (Austria).

La stampa di Bucarest ha poi ricordato che la compagnia romena Petrom, il maggiore produttore di petrolio e gas dell’Europa dell’Est ed unica compagnia che finora estrae greggio dalla zona romena del Mar Nero, ha firmato recentemente un contratto per l'esplorazione del cosiddetto “perimetro Neptun” area di fondale tra i 50 e i 1.770 metri di profondità e di 9.900 chilometri quadrati di ampiezza, parte della quale coincide nella porzione di piattaforma assegnata alla Romania dal tribunale dell’Aja. Petrom è partner di uno dei più grandi gruppi petroliferi del mondo, la compagnia americana Exxon Mobil.

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