Balcani Cooperazione Osservatorio Caucaso
mercoledì 07 settembre 2022 17:04

Osservatorio Balcani
 

Commenti dei lettori all'articolo: Una profuga qualunque

(1-6/6)

Messaggi mostrati: 
Message Autore: Luca Di Capua Data e ora: 21.06.2007 11:32
Siamo tutti profughi
Non so se è a tema ma forse è interessanta raccontarvi questa storia di un amico napoletano. Andò via diversi anni fa dalla provincia a Nord di Napoli per andare a vivere di un lavoro precario in Italia del Nord, mi sembra in Veneto. Scappava da Ospedali che non funzionavano che, a suo dire, gli avevano ucciso un familiare, scappava dalla Camorra che gli offriva lavoro, ma lui non voleva lavorare per loro, insomma scappava da un contesto ambientale che se non è una guerra fisica come quelle dei Balcani, ci manca davvero poco. Ci si ammazza spesso da queste parti e può capitare di morire anche a gente che nulla a che fare con le guerre dei clan. Questo mio amico tornò al paese; disse che non riusciva a vivere al Nord con i soldi guadagnati di lavori sempre precari. Tornò nel suo paese natale, senza residenza che aveva spostato, senza patente che non ha mai avuto, senza medico della mutua, senza nulla insomma. Un giorno d’estate come questi, lo fermarono i carabinieri o la polizia in un paese vicino, insospettiti che girasse in bicicletta alla "controra" (in questi posti c'è più gente in giro alle 2 di notte che alle 14 di pomeriggio). Volevano fargli il foglio di via. Via da che cosa? Da allora per tutto il paese quel mio amico è diventato “Gigino ‘o profugo”.
 
Message Autore: Manlio Data e ora: 20.06.2007 18:21
fine?
E' un'articolo molto interessante ma si percepisce nettamente che equivale allo 0,001 % di quello che l'autrice avrebbe da dire.
 
Message Autore: Paolo Mastroianni Data e ora: 20.06.2007 15:04
Grazie
Grazie Azra, l’assenza di riferimenti e certezze che migranti e profughi sono costretti a affrontare ha in sé drammaticità, disperazione. Ma anche straordinario impulso vitale; che, come in una sorta di magra compensazione, è uno schiaffo morale all’esistenza spenta e abitudinaria dei paesi più ricchi. I colori dello spaesamento sono il tema centrale di Altrove, il mio libro (puoi andare su internet per annusare di cosa si tratti). La bellezza dei colori dello spaesamento mi hanno spinto a Saraievo e in altri posti bosniaci; da quei posti ho iniziato un progetto. Se ti fa piacerebbe parlarne, la mia mail è nel primo messaggio. Per ora grazie di nuovo e buona fortuna.
 
Message Autore: a. Data e ora: 20.06.2007 14:58
qualcuno in ascolto
ciao Azra, complimenti al tuo stomaco, al tuo coraggio, anche se so che non ci puoi fare niente magari e che in quei casi vai solo avanti, con o senza coraggio. io sono in bosnia da tre anni, una profuga al contrario forse, ma con la fortuna di essere pagata per il mio lavoro che faccio del mio meglio per fare bene. É leggendo un racconto come il tuo che il cuore grida di rabbia. In ognuno dei 10 milioni di profughi (o 44 milioni di IDP se vuoi...) c'é una vita che subisce ingiustizie e sofferenze, privazioni e umiliazioni. eppure la maggior parte di quel mondo si tappa le orecchie e quelle grida non le ascolta, per pigrizia, per fretta, per egoismo, per ignoranza. se ti puó far piacere peró oggi io ti sono stata a sentire e spero che almeno a gennaio avrai un altro lavoro che ti piace. e che le grida e il lavoro di molti un giorno cambierá anche questo mondo. un abbraccio. a.
 
Message Autore: Azra Data e ora: 20.06.2007 11:56
Una profuga qualunque
x Paolo, Sto in Italia da 12 anni. Non ho lavoro fisso (faccio la segretaria e un contratto fino a fine di quest'anno). Ne ho la carta di soggiorno a tempo indeterminato, e un futuro molto incerto. Raccontando la mia storia volevo dire che: 1. Non esistono le storie d'immigrati diverse o "straordinarie" ormai siamo tutti diventati numeri, nonostante il fatto che ogni uno di noi spera di avere più fortuna e una trattamento diverso. 2. accentuare quelli che vanno a pescare e guadagnare sulla sfortuna degli altri (in mio caso l'agenzia di Milano). La mia storia è diversa solo perché quando mi sono ripresa un po’ ho cominciato a scrivere e tre anni fa ho vinto il Premio Luccheta come il migliore giornalista straniero. Una soddisfazione personale che non ha cambiato niente nella mia vita professionale.
 
Message Autore: Paolo Mastroianni Data e ora: 20.06.2007 10:37
E dopo?
E poi come é andata a finire? Al permesso é seguito qualcosa? Quanto la tua sorte é stata diversa da quella della "gente (comune) in coda" all'agenzia che aiutava i profughi? Grazie. PS Se la mia curiosità é fuori tema, e ti va di rispondere, puoi farlo scrivendo una email paolo.mastroianni@gmail.com