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mercoledì 07 settembre 2022 15:51

 

5+2 o 2+1?

24.09.2008    Da Chisinau, scrive Iulia Postica

Igor Smirnov e Vladimir Voronov
Dopo i recenti eventi in Caucaso, in Moldavia si cercano nuove modalità di risoluzione del conflitto in Transnistria. Alla formula di negoziazione adottata finora con OSCE, Ucraina e UE,USA come osservatori, si affianca quella “2+1” con la Russia mediatore unico
I funzionari moldavi ritengono che ora si presenti l'occasione di trovare una soluzione al conflitto in Transnistria. I tragici eventi in Georgia e il successivo riconoscimento da parte della Russia dell'indipendenza delle due repubbliche separatiste, Ossezia del Sud e Abkhazia, hanno acceso la discussione su quello che accadrà in Moldavia e su come verrà gestito il conflitto in Transnistria.

Nelle scorse settimane, tutti i soggetti coinvolti – le parti in conflitto, i mediatori e gli osservatori – hanno organizzato incontri bilaterali e multilaterali. Una delle questioni principali, e anche fonte di preoccupazioni, è se i negoziati continueranno nella formula “5+2” oppure se la Repubblica di Moldavia deciderà per un trilaterale “2+1” promosso da Mosca, che includerebbe solo Moldavia, Transnistria e Russia.

Dopo aver riconosciuto l'indipendenza di Ossezia del Sud e Abkhazia, per la Russia la questione moldava è diventata prioritaria; gli esperti moldavi si aspettavano che Mosca proponesse la sua opzione per risolvere il conflitto in Transnistria, senza escludere l'intervento militare. In questo contesto, la Russia ha tentato di riattivare i negoziati per la questione della Transnistria con una formula trilaterale, che coinvolge Chisinau, Tiraspol e Mosca. Inoltre, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardo alla riabilitazione del Memorandum di Kozak [proposto nel 2003 dalla Russia, prevedeva il ritorno della Transnistria in uno stato federale moldavo, assicurando alla regione un peso specifico notevole nella nuova formazione statale N.d.R] rigettato dalla Repubblica di Moldavia nel 2003 perché ritenuto svantaggioso e rischioso per la statualità della Moldavia.

Il Cremlino, infatti, ha convocato in breve tempo due meeting di alto livello. Il primo a Sochi, in Russia, lo scorso 25 agosto, in cui il presidente moldavo Vladimir Voronin e il presidente russo Dmitri Medvedev hanno discusso principalmente di Transnistria. “Oggi è ragionevole affrontare la questione. Vedo buone possibilità per risolvere il problema”, ha dichiarato Medvedev alla stampa russa. Entrambi i presidenti hanno reiterato la loro volontà di risolvere il conflitto solo attorno al tavolo dei negoziati e, in questo senso, hanno messo in agenda una serie di riunioni e incontri di negoziato, anche con il leader separatista Igor Smirnov. Voronin si è dimostrato molto soddisfatto del risultato dell'incontro, specialmente riguardo ai passi coordinati che dovranno essere intrapresi dalla parte moldava e da quella russa per riavviare i negoziati.

A questo è seguito un altro meeting il giorno successivo, il 26 agosto, tra Dmitri Medvedev e Igor Smirnov, presidente dell'auto-proclamata Transnistria, in cui il leader del Cremlino ha convinto il leader separatista a sedersi al tavolo dei negoziati. In precedenza, Smirnov aveva interrotto ogni tipo di comunicazione con le autorità moldave fino a quando non avrebbero condannato fermamente le azioni georgiane in Ossezia del Sud, cosa che alla fine non è successa.

In base ad un comunicato stampa della presidenza russa diffuso poco dopo gli incontri, i negoziati tra le tre parti in causa devono continuare in gruppi di lavoro, con la possibilità di un successivo meeting di alto livello tra i tre leader. Questa formula trilaterale escluderebbe i due mediatori dell'attuale formula di negoziazione “5+2”, OSCE e Ucraina, e i due osservatori, USA e UE.

Vladimir Iastrebcheak, ministro degli Esteri della Transnistria, in un'intervista al giornale russo Nezavisimaja Gazeta, ha lasciato trapelare che entro fine settembre ci sarà un incontro tra Voronin e Smirnov. Per quanto riguarda l'incontro Medvedev – Voronin – Smirnov, la data dovrebbe essere fissata per l'inizio del prossimo ottobre.

Mentre la Russia sta cercando di risolvere il conflitto in Transnistria nella formula “2+1”, la Repubblica di Moldavia ha rassicurato l'Occidente ribadendo che i negoziati continueranno solamente con la formula “5+2”.

Il ministro degli Esteri moldavo Andrei Stratan ha partecipato lo scorso 10 settembre alla riunione del Consiglio della Nato a Bruxelles. Si è discusso dell'evoluzione nell'implementazione da parte della Moldavia del Piano d'azione di partenariato individuale, e delle priorità per la riforma del settore della sicurezza e della difesa. In riferimento al conflitto in Transnistria, il Segretario generale della NATO Jan De Hoop Scheffer ha confermato il rispetto della neutralità della Moldavia e l'impegno di questa alla formula di negoziato “5+2”.

La necessità di mantenere tale formula di negoziazione è stata discussa in altri due meeting. La riunione dei mediatori e degli osservatori coinvolti nella risoluzione del conflitto in Transnistria, tenutasi a Vienna lo scorso 8 settembre, si è svolta nella formula “3+2”, con OSCE, Ucraina e Russia come mediatori, USA e UE come osservatori. L'altro incontro tra Andrei Stratan e Benita Ferrero-Waldner, Commissario europeo per le Relazioni esterne e la Politica di vicinanza, si è tenuto a Bruxelles il 10 settembre.

La stampa russa ha commentato i recenti incontri tra i funzionari moldavi ed europei come dei tentativi di rovinare i piani di Mosca. Il giornale russo Nezavisimaja Gazeta lunedì 15 settembre ha scritto che Chisinau ha rotto ancora una volta l'accordo con Mosca sulla Transnistria. Il giornale prosegue dicendo che la situazione attuale è molto simile a quella del 2003, quando il presidente moldavo Vladimir Voronin, inizialmente d'accordo con l'allora presidente russo Vladimir Putin per risolvere il conflitto alle condizioni russe, secondo il noto Memorandum di Kozak, inaspettatamente, all'ultimo momento, si rifiutò di firmare il documento. Se allora la ricompensa fu di 42 milioni di dollari ricevuti dalla Repubblica di Moldavia il secondo giorno dopo il suo rifiuto di firmare il memorandum, oggi è in gioco l'integrazione nell'UE della Moldavia, continua il giornale.

Secondo Nezavisimaja Gazeta, i piani di Mosca per risolvere il conflitto transnistro sembrano svanire se la Moldavia non ha ancora deciso chi sarà il principale mediatore nei negoziati con Tiraspol. Le visite della settimana scorsa dei funzionari moldavi alla NATO, al Parlamento europeo e al Consiglio europeo, sono viste come argomentazioni di questa tesi.

Durante il suo incontro a Sochi con Dmitri Medvedev, Vladimir Voronin ha assicurato il presidente russo di sperare fortemente di scongelare il dialogo con Tiraspol grazie all'aiuto di Mosca. Inoltre, Voronin ha promesso di incontrarsi con il leader separatista Igor Smirnov in presenza di Medvedev. “Ciò significa che ha accettato la formula trilaterale di negoziazione come una fase temporanea prima di riprendere gli incontri con gli altri mediatori dei negoziati con Tiraspol – Ucraina, OSCE e gli osservatori, UE e USA. Pertanto i negoziati nella formula “5+2” sarebbero rimandati a tempo indeterminato, mentre la Russia potrebbe essersi abituata a farsi sentire ancora una volta come l'unico serio mediatore in questa regione”. Il ministro degli Esteri moldavo, Andrei Stratan, ha rassicurato sia Benita Ferrero-Waldner, commissario per gli esteri e la sicurezza, sia Jan de Hoop Scheffer, segretario generale della NATO, che i negoziati ricominceranno solo nella formula “5+2”, ovvero che ancora una volta Chisinau ha scombinato le carte di Mosca, conclude Nezavisimaja Gazeta.
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