Oggi il Presidente Ciampi era a Mostar in occasione dell’inaugurazione dell’inizio della costruzione dell’arcata del famoso ponte. Dario Terzic, il nostro corrispondente, era presente e ce ne ha dato un breve resoconto.
Un'immagine del Ponte Vecchio
“La distruzione di questo capolavoro della cultura
islamica nel 1993 fu una offesa per tutti noi”, ha affermato il Presidente italiano Carlo Azeglio Ciampi durante l’inaugurazione dell’inizio dei lavori sull’arcata del famoso Ponte
Vecchio di Mostar.
Il Presidente Ciampi è arrivato a Mostar in compagnia del Ministro della difesa Antonio Martino
e del senatore Roberto Antonione. Alla inaugurazione hanno partecipato anche i rappresentanti delle organizzazioni internazionali e dei governi che stanno finanziando la ricostruzione del Ponte.
Tra questi Fabrizio Saccomanni del Patto di Stabilità per il sud-est Europa, Mafelle Ramphelle della Banca Mondiale, il Presidente della presidenza tri-partita della BiH, Beriz
Belkic.
Sottolineando come questa sia l’ottava volta che visita i Balcani che molto hanno sofferto durante la guerra, Ciampi non ha dimenticato di accennare alla questione dell’integrazione europea. “Vi vogliamo in Europa, altrimenti non saremmo qui”, ha dichiarato.
Dopo il suo discorso, il Presidente italiano con un martello ha simbolicamente iniziato a lavorare la prima pietra che verrà posta sull’arcata del Ponte Vecchio.
Non è la prima inaugurazione del ponte e negli utlimi anni ve ne sono state moltissime. Ogni volta con un nuovo motivo. Questa volta si è trattato dell’inizio della costruzione dell’arco di volta. Ci sono anche state delle proteste. Alcuni infatti si sono chiesti come mai sia stato proprio Ciampi ad inaugurare il Ponte e non rappresentanti di altri Paesi che come l’Italia hanno finanziato la ricostruzione.
La ricostruzione del Ponte quindi procede, anche se è poco chiaro quanti finanziamenti occorra ancora reperire per arrivare ad una sua completa restutturazione. Questa volta si è affermato che il Ponte sarà terminato tra 18 mesi. Non resta che aspettare fiduciosi la prossima, forse definitiva, inaugurazione.