Un Paese che ancora punta poco sul turismo anche se i visitatori vi sono. Più di 100.000 la scorsa settimana a Medjugorje. Ed intanto l’Ente di promozione turistica denuncia: più della metà del fatturato turistico resta nel sommerso.
La chiesa di San Giacomo a Medjugorje
Quanti turisti visitano la Bosnia Erzegovina? Chi controlla e gestisce il turismo in questo Paese da poco uscito dalla guerra? Ma ci sono turisti che visitano la Bosnia Erzegovina?
Seppur non si possa parlare di un turismo a tutto campo in Bosnia vi sono turisti. Bastava essere a Medjugorje, nell’Erzegovina occidentale, circa dieci giorni fa. Erano presenti più di 100.000 persone, in occasione dell’anniversario delle apparizioni che hanno reso famoso questo villaggio nell’asciutto entroterra della costa dalmata. Fatti i conti si ritiene che in un solo giorno siano girati per Medjugorje più di 5 milioni di €.
Ma di turismo in Bosnia se ne occupano in pochi. Poco spazio ha sui media, il Ministero del commercio sembra trascurarlo e non ritenerlo una possibile fonte di sviluppo per il Paese.
L’Ente turistico della Federazione ha avuto, quest’anno, circa 400.000 KM a disposizione per organizzare una campagna di promozione turistica. Poco si è visto, anche perché l’intero settore turistico necessita di essere ridisegnato drasticamente.
Dati che provengono dallo stesso Ente evidenziano come quest’anno il fatturato turistico ammonterà a circa 70 milioni di KM. “Ma questi non sono che la metà di quello effettivo” - dichiarano i responsabili dell’ufficio - “infatti molo rimane nel sommerso”. Nei primi tre mesi dell’anno si sono registrate 110.000 notti trascorse da turisti in BiH, ma all’Ente sono sicurissimi che la cifra è molto più alta.
Lo stesso Ente di promozione turistica è poi succube di cieche “politiche nazionali”. L’ultima polemica ha riguardato proprio Medjugorje. “Noi abbiamo solo 10 rappresentanti a fronte dei 19 rappresentanti musulmani”, hanno protestato i croati durante una riunione dell’Ente tenutasi a Neum la scorsa settimana, “eppure siamo proprio noi che facciamo arrivare centinaia di migliaia di turisti grazie a Medjugorje …”.
Intanto si stanno sviluppando dei settori turistici che si potrebbero definire “di nicchia”. Uno di questi è il “turismo post-bellico”. Un’agenzia turistica di Sarajevo propone ad esempio il “Mission Impossibile tour”. Nel depliant viene chiarito come poche altre città in Europa hanno avuto così tanti morti come Sarajevo e si delinea il percorso “dell’orrore”: la piazza del mercato dove una granata ha ucciso decine di civili, il tunnel sotto l’aeroporto, una fantomatica e ridondante Hiroshima di Sarajevo, le trincee dalle quali i serbi assediavano la città, … . Tra le gite “fuori porta” anche una alla casa a Pale di Radovan Karadzic.
In Bosnia Erzegovina sono molte le agenzie turistiche ma la maggior parte di queste gareggia a chi porterà più turisti a Rimini, in Anatolia o in Egitto e nessuno sembra sforzarsi molto per far arrivare turisti in BiH. In passato è stato anche creato un Ente di promozione turistica comune per Republika Srpska e Federazione ma l’attività di quest’ultimo stenta a decollare. L’Alto Rappresentante Paddy Ashdown sta cercando di sostenere quest’ultimo promovendo la creazione di campeggi in tutta la regione. Staremo a vedere e per ora ci si affida alle apparizioni di Medjugorje
(Oslobodjenje, 29.06.2002).
Vedi anche:
Bosnia Erzegovina, turismo in un paese in transizione
Bosnia Erzegovina: turisti non per caso