Mai si è visto un paese così piccolo con un sistema elettorale così complesso. Dove vengono stampate più di dieci milioni di schede elettorali, dove membri di un partito sono stati inseriti nella lista di un partito avversario... ma questa è la BiH!
Come sarà la presidenza tripartita, chi andrà al Parlamento, chi vincerà e con chi si costruiranno le coalizioni in Bosnia Erzegovina, si saprà soltanto nell'ottobre prossimo anche se dal 17 luglio molte cose sono già chiare. Per un semplice motivo: sono finalmente uscite le liste dei candidati.
A dire la verità nemmeno queste liste sono da considersi definitive. Perché per un periodo di un mese la Commissione elettorale dovrà controllare ogni singolo candidato. Un lavoro questo che si prospetta alquanto duro, anche per l'altissimo numero di candidati, in totale 8.028…
Una cifra molto elevata, soprattutto se rapportata al numero degli elettori - circa 2,3 milioni di persone - e al numero di seggi parlamentari e di altre cariche istituzionali disponibili. Le statistiche infatti dicono che per ogni posto vacante vi sono ad oggi in lizza una media di 16 candidati. Insomma, in un paese che ha raggiunto i 12 miliardi di marchi convertibili (circa 6 milioni di Euro) di debito interno, sembra che il problema più grande non sia la ripresa del sistema produttivo, ma la compilazione delle schede elettorali. Difatti la confusione è altissima, e la responsabilità va ai 56 partiti, alle 9 coalizioni e ai 3 candidati indipendenti che concorrono a queste elezioni.
I seggi della Presidenza - quella tripartita - sono contesi da 35 candidati. Tra questi Sulejman Tihic dell'SDA - l'ex partito di Alija Izetbegovic; a nome del Partito per la BiH ricompare sulla scena Haris Silajdzic, per l'SDP (Partito Socialdemocratico) si candida Alija Behmen attuale premier della Federazione, mentre per il MHI (Partito di Iniziativa Popolare) c'è Mijo Anic - Ministro della Difesa che pochi mesi fa aveva sollevato il caso della vendita di armi ad Israele.
Ma non mancano sorprese, che daranno parecchio lavoro alla Commissione di controllo, come la candidatura per il DNZ (Unione Democratica Popolare) di Fikret Abdic - ex direttore della Agrokomerc con un passato recente di indagato per crimini di guerra - o quella di Dragan Covic per la coalizione HDZ e Democristiani Croati. Covic è membro del gruppo di Ante Jelavic responsabile del caso dell'autodichiarata autonomia Croata di Erzegovina punita da Petritsch l'anno scorso (Supplemento a Oslobodjenje 06.07.2002).
I candidati più accreditati sono quelli musulmani, che pare metteranno i propri elettori in una situazione di notevole indecisione. Innanzitutto a causa della ricomparsa sulla scena politica, dopo anni di silenzio, di Haris Silajdzic, carismatico politico dell'SDA ed unico vero erede di Alija Izetbegovic. Premier del governo bosniaco ancora in tempo di guerra, cinque anni fa costituì il nuovo "Partito per la Bosnia Erzegovina". Oggi, dopo tre anni di assenza dalla vita politica, Silajdzic ha pensato di risalire sul ring deciso a farcela.
Ma non è da meno il suo avversario Sulejman Tihic dell'SDA. Tihic gode inoltre del sostegno di Izetbegovic, come emerge da un'intervista rilasciata da quest'ultimo lo scorso 2 luglio per il quotidiano "Oslobodjenje". Nell'articolo Alija Izetbegovic sostiene che Silajdzic "è un poeta e temo che prima o poi si stuferà di tutte le riunioni a cui dovrà partecipare, e di leggere migliaia di pagine scritte con la lingua dei burocrati. Quando sarà stanco fuggirà, e fino al 2006 l'interesse dei musulmani bosniaci rimarrebbe senza protezione". Invece Izetbegovic dichiara di apprezzare Tihic per la sua lunga esperienza di avvocato, e perché uomo che sa sempre cosa vuole. Il partito SDA ha approfittato di questa intervista, una tra le pochissime rilasciate negli ultimi anni dal malato Izetbegovic, per stamparla su 400.000 volantini e utilizzarla come materiale di propaganda elettorale del partito.
Rispetto alle candidature del Partito Social Democratico, si sono chiesti in molti perché sulla liste del partito sia comparso il nome di Alija Behmen e non quello del Primo ministro, Zlatko Lagumdzija. Forse Lagumdzija aveva paura di subire una possibile sconfitta da avversari come Tihic e Silajdzic, o forse si tratta della sua tradizionale voglia di comandare dall'ombra?
Abbiamo già detto che la Commissione elettorale avrà parecchio lavoro da fare. Infatti, come previsto dalla legge attualmente in vigore in Bosnia Erzegovina, dovrà escludere tutti i candidati che risulteranno, ad esempio, occupanti illegali di abitazioni di proprietà altrui, oppure nelle liste tra i sospettati del Tribunale Internazionale. Mentre se sono indagati da un tribunale locale, la condizione è che si siano presentati volontariamente una volta chiamati in causa, pena l'impossibilità a partecipare a qualsiasi tipo di elezioni. La Commissione dovrà inoltre controllare che i nomi inseriti nelle liste corrispondano a persone che hanno deciso volontariamente di esservi inclusi, e se lo spazio dedicato alle candidature femminili corrisponde alle disposizioni di legge.
Tra i candidati che sicuramenrte la Commissione sottoporrà ad un controllo particolare ci sono Fikret Abdic, già posto sotto accusa da alcuni tribunali, e Dragan Covic per i suoi legami con il nazionalista Ante Jelavic, destituito dalla sua carica nella primavera del 2001 da Wolfgang Petritsch, poi rieletto alla presidenza dell'HDZ nell'ottobre dello stesso anno.
Parlando di altre candidature, uno dei nomi emersi come possibile candidato croato dell'Alleanza, è quello del prete Petar Andjelkovic. Ma l'idea è stata subito bocciata, perché sarebbe stato alquanto difficile ottenere l'autorizzazione vaticana. Oltre a particolarità come questa, il processo di formazione delle liste ha visto emergere - come in passato - piccoli e grandi scandali.
Ha fatto ad esempio scalpore la comparsa di Nijaz Durakovic - dell'SDP e nel quale ha subito per anni il dispotismo di Zlatko Lagumdzija, sulla lista capeggiata da Haris Silajdzic - acerrimo avversario, appunto, del socialdemocratico Lagumdzija.
Simile è il caso di Nazif Gljiva (personalità piuttosto controversa, membro dei Liberali e soprattutto compositore di musica folk, uno dei più famosi cantanti della Bosnia), che si presenterà sulla lista di Lijanovic - il partito "Radom za boljitak" Partito del lavoro per il progresso. Questo avviene perché ogni partito vuole avere nelle sua lista nomi importanti appartenenti ad "altre" nazionalità. E così succede anche nel caso del candidato serbo inserito nelle liste dell'SDA per la poltrona presidenziale, Desnica Radivojevic, attuale sindaco di Srebrenica, che ha dichiarato di considerare il partito SDA un partito civile (Oslobodjenje, 06.07.2002).
Tra i candidati per la presidenza si sono registrate alcune "chicche". Borislav Vasic presenta il Partito dei Risparmiatori di Valuta (Stranka devizne stednje), il cui primo obiettivo è quello di far restituire ai risparmiatori ciò che avevano depositato nei propri conti prima dello scoppio della guerra e della dissoluzione della Jugoslavia. O la comparsa a sorpresa della lista dell'Associazione Madri di Srebrenica.
Insomma le complicazioni non mancano. Ecco ancora alcune cifre per far capire quanto è grande il caos con cui si dovranno confrontare gli elettori. Secondo le previsioni, l'affluenza alle urne si attesterà su un misero 60% degli aventi diritto. Essi si ritroveranno a dover votare su 40 diversi tipi di schede di voto, seconda il tipo di votazione e con migliaia di nomi. Per questo verranno stampati più di 10 milioni di schede elettorali. Il partito che presenterà il numero più elevato di candidati è l'SDP con 549 nomi, a cui seguono l' SDA con 494 e il Stranka za BiH con 481.
Ora si deve solo dare il via alla campagna elettorale, che in Bosnia è sempre stata particolare. Già da due mesi i partiti hanno cominciato a portare a galla la "roba sporca" degli avversari, aprendo scandali, storie di corruzione e simili con conseguenti dimissioni di ministri. Invece gli slogan non si sono ancora né visti né sentiti. Si spera che quando usciranno, questa volta dimostrino almeno un po' di fantasia... sempre mancata negli anni passati.
Vedi anche:
Balcani, debito e Fondo Monetario Internazionale
Armi: dalla Bosnia ad Israele
Intervista con Alija Izetbegovic
I tre anni di Wolfgang il Presidente
Parenti delle vittime di Srebrenica: non ci bastano le dimissioni del governo olandese
ex-Yu Press