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Cannes
Ormai il cinema romeno a Cannes è di casa. Le edizioni tra il 2005 e il 2007 hanno consacrato un movimento tra i più interessanti in Europa. Che nel 2009 tenta la riconferma
Il cinema romeno torna a casa. A Cannes. Al Festival che tra il 2005 e il 2007 ha lanciato e consacrato uno dei cinema europei più interessanti di questi ultimi anni, presentando al mondo quasi tutti i film più importanti realizzati in Romania e in diversi casi premiandoli.
Un “movimento” che per qualcuno è una “nouvelle vague”, ma che per il momento è un gruppo di una decina di registi (uno dei più talentuosi, Cristian Nemescu, è morto giovanissimo prima di completare il suo “California Dreamin’ “) maturati quasi in contemporanea e che ora sono chiamati alla controprova.
L’edizione 62 della kermesse francese, in programma dal 13 al 24 maggio, sarà occasione per una parziale verifica. Ci saranno due film molto attesi nella sezione “Un certain regard” parallela al concorso principale: il collettivo “Amintiri din epoca de aur – Tales from the Golden Age” di Hanno Hofer, Razvan Marculescu, Cristian Mungiu (già Palma per “4 mesi, 3 settimane, 2 giorni”), Constantin Popescu e Ioana Uricaru con Vlad Ivanov (era già nel precedente film di Mungiu e pure in “Mar Nero” di Federico Bondi) e “Politist, Adjectiv – Police, Adjective” di Corneliu Porumboiu ancora con Ivanov e Dragos Bucur. Quest’ultimo cineasta, dopo “A est di Bucarest”, racconta una sofisticata truffa nella tranquilla Vaslui (la città natale del regista dove già era ambientata la pellicola precedente).
Mungiu, sul quale sono puntate le attenzioni dopo la vittoria della Palma d’oro, ha scritto e prodotto un film che è “una collezione di divertenti leggende metropolitane rumene dal periodo comunista”. A dirigere i diversi episodi ha chiamato altri quattro registi più o meno della sua generazione, che hanno conosciuto da bambini e ragazzi il regime di Ceaucescu. Dopo il disperato “4 mesi”, dovrebbe trattarsi in questo caso di una commedia, seppure amara. Mentre Porumboiu nel suo lavoro dovrebbe aver conservato l’ironia e l’umorismo graffiante dell’esordio.
Entrambi i film, insieme a “First of All, Felicia” debutto alla regia dello sceneggiatore Razvan Radulescu (“La morte del signor Lazarescu”, “The Paper Will Be Blue”), saranno presentati dal 29 maggio al 9 giugno all'8° edizione del Transylvania International Film Festival a Cluj-Napoca.
Nella stessa sezione “Un certain regard” è stato inserito anche il terzo lungometraggio del greco Yorgos Lanthimos, “Kynodontas – Dogtooth”. La Quinzaine des realisateurs del festival francese presenta invece “Eastern Plays” di Kamen Kalev, uno dei rari esempi di film bulgaro che riesce ad approdare ai festival. La 48° Settimana della critica, riservata alle opere prime, ha selezionato in gara “Ordinary People” del serbo Vladimir Perisic (si era già segnalato con il corto “Dremano Oko”), una coproduzione con Francia e Svizzera che racconta di un bus di soldati alle prese con un gruppo di prigionieri. Infine c’è il corto croato “Tulum - La virée” di Dalibor Matanic, ambientato sul Danubio a Vukovar.