Turismo in calo per il Montenegro
17.06.2009
Da Ulcinj,
scrive Mustafa Canka
Sveti Stefan (foto di Pellaea - flickr.com)
Nonostante l’ottimismo del governo, le previsioni per l’imminente stagione turistica sono negative. I dati ufficiali mostrano che ci sono reali motivi per essere pessimisti. Le valutazioni degli operatori turistici
Se la stagione turistica in arrivo sarà peggiore di quella dell’anno scorso, potrebbe essere rinviato al medio periodo il sogno del Montenegro di diventare una “destinazione esclusiva”, mentre l’assenza di considerevoli entrate del turismo potrebbe rinviare anche la possibilità che il paese si allontani almeno un po’ dalla minacciosa zona di povertà in cui si trova.
I dati ufficiali mostrano che ci sono reali motivi per essere pessimisti: nei primi cinque mesi di quest’anno il Montenegro è stato visitato dal 15 percento di turisti in meno rispetto all’anno scorso nello stesso periodo. Della stessa percentuale sono diminuite anche le prenotazioni dei voli.
All’Associazione turistica montenegrina (CTU) hanno già calcolato che i risultati di questa stagione saranno più bassi. “Quando alla fine dell’anno avremo il bilancio completo, cioè quando verranno sommate sia la bassa stagione sia l’alta stagione, credo che complessivamente la stagione sarà peggiore di quella precedente”, ha detto il presidente del CTU Predrag Jelušić.
Al governo montenegrino sarebbero soddisfatti se il guadagno del turismo di quest’anno fosse il cinque percento più basso di quello dello scorso anno, quando il Montenegro dal turismo ha ricavato circa 600 milioni di euro. Ecco perché sono state prese misure concrete per attirare i turisti, in particolare dalla regione (Serbia, BiH, Kosovo, Albania, Macedonia), e i proprietari degli alberghi e dei ristoranti sono stati invitati a diminuire di un quinto i prezzi degli alloggi e dei servizi.
Il primo ministro montenegrino, Milo Ðukanović, è comunque ottimista. “Quest’anno finalmente sarà terminato l’acquedotto regionale per la costa montenegrina, si è lavorato parecchio per migliorare l’infrastruttura stradale, per avere un rifornimento di energia elettrica di maggiore qualità e per risolvere i problemi delle fognature”, ha detto il premier e ha sottolineato che “entro il 2010 sarà messo in funzione l’albergo esclusivo “As” a Perazić dol e Sveti Stefan, mentre ci sono i lavori in corso in molti altri cantieri, incluso anche Porto Montenegro a Tivat”.
“Nonostante la crisi del 2009 direi che si sta sviluppando un’attività di investimenti nel turismo in tempo utile e si sta svolgendo questa fase necessaria di preparativi per far sì che il Montenegro diventi ciò che abbiamo pianificato che sia: la più prestigiosa destinazione turistica sul Mediterraneo”, ha concluso Ðukanović.
Ma siccome i lavori su una serie di edifici, in particolare a Budva, vengono fatti fino a notte fonda, un gruppo di turisti francesi ha deciso di lasciare l’albergo “Belvi”. Dietro la costruzione di questi impianti ci sono i politici che siedono al vertice della piramide montenegrina e gli uomini d’affari della transizione, i quali non badano molto al successo della stagione turistica.
Nemmeno in questa stagione, la terza di fila, sarà aperta la città-albergo “Sveti Stefan”. E secondo gli operatori turistici è come se mancasse la cigliegina sulla torta.
Ricordando che Sveti Stefan ormai da cinquanta anni rappresenta il simbolo del Montenegro e del suo turismo, Dragan Ivančević, direttore del “Queen of Montenegro” rinomato albergo di Budva, ha detto: “Non si è mai potuta immaginare l’offerta turistica del Montenegro senza Sveti Stefan, perché è sempre stato il principale biglietto da visita per il turismo di questo paese”.
La compagnia di Singapore “Aman Resorts” si è impegnata nel gennaio di quest’anno a far sì che entro l’inizio dell’alta stagione 2009 venga portata a termine la ricostruzione degli alberghi “Sveti Stefan” , “Miločer” e “Kraljičina plaža”, per i quali paga un affitto annuale di 2,1 milioni di euro.
Ma Branka Plamenac, giornalista di “Monitor”, settimanale indipendente di Podgorica, ha detto che finora è stata portata a termine solo la ricostruzione dell’albergo “Miločer”, un tempo la residenza estiva della famiglia reale serba Karađorđević.
“Dopo la ricostruzione, questo piccolo albergo avrà a disposizione solo sei appartamenti lussuosi. Gli ospiti di questo albergo godranno inoltre di particolari privilegi, perché per questo e per i prossimi anni, finché non sarà aperto Sveti stefan, saranno gli unici ad occupare la spiaggia di Sveti Stefan e di Miločer. Infatti l’accesso alle due spiagge già da tre anni è vietato ai turisti e ai cittadini”, ha detto la giornalista di “Monitor”.
Ciò che già adesso è evidente è che l’esistente modello del turismo montenegrino non è sostenibile dal punto di vista concorrenziale. Sono evidenti anche i cambiamenti di posizione sui potenziali mercati interessati. E ciò innanzitutto si riferisce alla Germania, il più importante e più grosso mercato turistico d’Europa.
“Soltanto l’anno scorso i tedeschi per i viaggi hanno speso 61,5 miliardi di euro, e di questa somma noi non abbiamo preso nemmeno una briciola”, dice il proprietario dell’agenzia di Budva “Ekskluzivturs” Vukašić Ćulafić. Egli ricorda che fino al 1990 dagli aeroporti tedeschi volavano verso Montenegro 40 aerei alla settimana, e adesso nemmeno uno. “I tedeschi una volta in Montenegro facevano più di un terzo degli ospiti stranieri. I numeri che abbiamo oggi su questo mercato sono praticamente trascurabili, cioè non vale la pena nemmeno citarli”, sottolinea in modo rassegnato Ćulafić. Secondo le sue parole, gli ospiti dei paesi della regione non hanno mai potuto compensare i turisti tedeschi, perché i tedeschi sono “i campioni del mondo nel viaggiare”, in particolare hanno sempre ben riempito sia la bassa che l’alta stagione. “Ciò significa che i tedeschi riempivano gli hotel per sei mesi all’anno, mentre nell’alta stagione ci va chiunque”, conclude il proprietario di “Ekskluzivturs”.
Saša Radović, presidente dell’Organizzazione turistica nazionale, considera che per il Montenegro è molto importante attirare il maggior numero di ospiti dall’Europa occidentale, in particolare dalla Germania. “Negli ultimi quattro anni abbiamo un trend di crescita da questo mercato. Il nostro scopo è di mantenere questo trend, che non sia solo il 10 percento, e che alla luce di nuove condizioni aumenti almeno di un paio di punti percentuali, ma la cosa importante è che le cose si sviluppino in una direzione positiva, poi l’aumento arriverà da solo”, dice Radović.
I giornalisti tedeschi che di recente hanno visitato il paese hanno scritto che i prezzi dei servizi in Montenegro sono alti, la natura è trascurata, e la spazzatura si vede ad ogni angolo. Il club automobilistico tedesco “ADAC”, che regolarmente testa le capacità turistiche in tutta Europa, ha valutato che “in Montenegro nemmeno un campeggio soddisfa gli standard europei”.
Rade Ratković, decano alla Facoltà per lo sviluppo turistico e la gestione alberghiera di Miločer, è convinto che non ci sarà una vera rinascita del turismo montenegrino finché gli ospiti dell’Europa occidentale non saranno presenti in numero considerevole.
“Questo modello di sviluppo turistico è completamente insostenibile e deve essere radicalmente fermato. Devono essere ripristinate le capacità esistenti. Se si continua questa edificazione non turistica, allora rovineremo del tutto questo settore e distruggeremo la base su cui dovrebbe svilupparsi”, ha aggiunto Ratković, il quale ricorda che gli alberghi fanno soltanto il 13 o 14 percento delle capacità totali del Montenegro. Si stima infatti che in Montenegro ci sono circa 400mila posti letto per turisti.
Insomma, il turismo montenegrino si trova ad un bivio. Se senza gravi difficoltà supererà le prossime due stagioni, allora forse c’è la possibilità che verso la metà del prossimo decennio si possa ricominciare con i discorsi sulla destinazione esclusiva sulle coste del Mediterraneo.