Un seggio elettorale a Chisinau (OSCE)
Le elezioni anticipate in Moldavia disegnano un nuovo panorama politico: i comunisti perdono la maggioranza e l'opposizione può formare il nuovo governo. Resta però sul tavolo il problema più spinoso, l'elezione del nuovo capo di stato. Il rischio è quello di instabilità perdurante
“Il giorno dopo le elezioni i cittadini moldavi si sveglieranno in un paese diverso”. La promessa fatta nel giorno delle consultazioni anticipate del 29 luglio da Vladimir Filat, leader del Partito liberal-democratico, sembra essere vicina a trasformarsi in realtà. I risultati definitivi, infatti, disegnano a Chişinău una nuova cornice politica: per la prima volta negli ultimi otto anni il Partito dei comunisti non sarà in grado di formare la maggioranza nel parlamento della Moldavia.
Dopo lo spoglio del 99,8% delle schede, la Commissione elettorale centrale ha reso noti i seguenti risultati: al Partito dei comunisti va il 44,76% dei voti (48 seggi), al Partito liberal-democratico il 16,55% (18 seggi), al Partito liberale il 14,61% (15 seggi), al Partito democratico il 12,55% (13 seggi), all'Alleanza “Moldavia nostra” il 7,35% (7 seggi).
L'affluenza a queste elezioni anticipate è stata del 58.8%, contro il 57.55% delle consultazione tenute il 5 aprile scorso. Non si è quindi verificato lo scenario di bassissima affluenza prospettato dai partiti di opposizione dopo la decisione dei comunisti di tenere le nuove elezioni in piena estate, e in più di mercoledì.
Questi risultati escludono per i comunisti la possibilità di formare una maggioranza parlamentare, visto che nel suo insieme i partiti di opposizione ottengono 53 seggi (su un totale di 101), contro i 48 del partito oggi al governo. I leader dei partiti di opposizione hanno già annunciato che intendono dare vita ad una coalizione in grado di eleggere gli organi interni del parlamento e di formare un nuovo esecutivo.
Dopo l'annuncio dei risultati elettorali, Vladimir Filat ha espresso le sue congratulazioni al popolo moldavo, ed espresso la speranza che il Partito dei comunisti riconosca la sconfitta e accetti il suo nuovo ruolo di forza di opposizione. Allo stesso tempo Dorin Chirtoacă, sindaco di Chişinău e vice presidente del Partito liberale ha denunciato all'opinione pubblica che anche questo turno elettorale non può essere definito come corretto e democratico. Secondo Chirtoacă, in assenza di brogli il Partito dei comunisti non sarebbe arrivato ad ottenere nemmeno il 30% dei voti. Nonostante le denunce di brogli, la giornata elettorale è stata in generale tranquilla, e questo ha portato al giudizio sostanzialmente positivo degli osservatori locali ed internazionali, che ne hanno convalidato i risultati.
Marian Lupu, ora leader del Partito democratico, ma recentemente presidente del parlamento e membro del Partito dei comunisti, subito dopo il voto si è affrettato a dichiarare che “il Partito democratico non entrerà in coalizione con i comunisti, visto che la nostra formazione politica vuole dare il suo contributo per gettare le basi ad un nuovo inizio per la Moldavia”. Molti osservatori politici sottolineano il ruolo centrale di Lupu e del suo partito per la creazione di un nuovo equilibrio politico nel paese.
Corre voce che il Partito dei comunisti non abbia del tutto rinunciato a tentare un compromesso con Lupu, per attirare il Partito democratico in una coalizione che sarebbe in grado oltre che di formare una maggioranza in parlamento, di superare lo scoglio dell'elezione del nuovo presidente moldavo. Al momento, però, i leader democratici sembrano orientati a formare una maggioranza con i partiti liberali presenti nel nuovo parlamento di Chişinău.
D'altro canto, l'opposizione non è al momento in grado di eleggere il nuovo presidente. Quindi, per evitare un nuovo scioglimento del parlamento, tutte le forze politiche, compresi i comunisti, dovranno intraprendere un processo negoziale che si preannuncia tutt'altro che facile.
Vladimir Ţurcan, ex vice-presidente del parlamento, uno dei leader comunisti, ha dichiarato che “una coalizione contro il Partito dei comunisti non sarà in grado di risolvere il problema più spinoso, e cioè l'elezione del nuovo presidente”.
Al momento, a prescindere dai vari possibili scenari di creazione di una nuova maggioranza in parlamento, il consenso per eleggere il nuovo capo di stato sembra molto lontano dal poter essere raggiunto. Questo significa che, nonostante i risultati elettorali, la Moldavia potrebbe venire a trovarsi in una situazione altamente instabile.