Trovato a: http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/11919/1/358>
Poster "Verso l'Europa", Chişinău (foto di G. Comai)
Vladimir Filat, dal 25 settembre scorso a capo in Moldavia di un governo di coalizione ribattezzatosi Alleanza per l’Integrazione Europea, racconta in esclusiva ad Osservatorio obiettivi, priorità e sfide del suo esecutivo
A 18 anni dalla dichiarazione di indipendenza la Moldavia si trova per la prima volta ad avere un esecutivo liberale e filo-europeo e i comunisti all’opposizione. A cosa si deve questo risultato?
Fra i fattori che hanno influenzato questo storico risultato menzionerei, per primo, la voglia di libertà e di cambiamento della maggioranza dei cittadini moldavi. In questo senso il voto del 29 luglio 2009 è stato decisivo. Sono fermamente convinto che questo successo elettorale sarebbe potuto essere più ampio se il voto non fosse stato influenzato dal governo comunista. I media pubblici sono stati utilizzati come strumento di propaganda dal Partito di governo, il PCRM, che ha ampiamente attinto a risorse pubbliche per la sua campagna elettorale.
Per un grande numero di moldavi all’estero non sono state create le condizioni per permettere loro di partecipare al voto. Nonostante queste mosse la democrazia in Moldavia ha vinto. Un altro fattore che ha reso possibile l’instaurarsi di un governo liberal-democratico è la coesione fra i 4 partiti (Partito Liberal Democratico, Partito Democratico, Partito Liberale, Alleanza Moldavia Nostra) che hanno dato vita all’AIE, l’Alleanza per l’Integrazione Europea.
Quali sono gli obiettivi principali del suo esecutivo?
Noi riceviamo il potere in condizioni di grande caos, un caos volutamente provocato da quelli che hanno guidato la Moldavia fino ad oggi. Le istituzioni statali sono state lasciate allo sbando, noi vogliamo instaurare ordine in questi istituti affinché i nostri cittadini si sentano più sicuri. Le nostre priorità, quelle su cui il governo si impegnerà sin da subito, sono il superamento della crisi economico finanziaria, la crescita economica, la supremazia della legge, la funzionalità dello Stato di diritto, la decentralizzazione del potere con un maggior ruolo alle autonomie locali, la ricerca di una valida e duratura soluzione per quanto riguarda la Transnistria. In altre parole, ci proponiamo di rilanciare completamente i processi di modernizzazione e di integrazione europea del Paese.
Vlad Filat
Come si muoverà il suo governo per risolvere il conflitto congelato con la repubblica secessionista di Transnistria visto che nel lungo periodo questa situazione pregiudica un eventuale ingresso nella UE?
La nostra visione su questo problema è assai chiara: la riunificazione del Paese deve avvenire sulla base ed entro i limiti della Costituzione della Repubblica Moldova, nel quadro legislativo in vigore e secondo gli standard internazionali. Noi propendiamo esclusivamente per una soluzione pacifica del problema transnistriano attraverso un processo di negoziati trasparenti, nel formato 5+2 (Russia, Ucraina, OSCE, Moldavia, Transnistria con Unione Europea e Stati Uniti come osservatori). Nessun’altra via è possibile.
Valorizzeremo al massimo tutte le possibilità interne ed esterne per porre fine a questo conflitto. Quando parlo di possibilità interne mi riferisco innanzitutto a condizioni di attività economiche e di affari attrattive, a una democrazia funzionale, a un sistema sociale performante e a una giustizia indipendente. L’insieme di queste condizioni renderà più attrattivo il territorio sulla sponda destra del fiume Dnestr e convincerà i cittadini della regione transnistriana che un futuro prospero e sicuro è possibile solo in una Moldavia integra e democratica.
Negli ultimi tempi le relazioni diplomatiche tra Moldavia e Romania sono state piuttosto tese. In che modo il suo governo cercherà di recuperare un dialogo costruttivo con Bucarest?
Nelle relazioni con la Romania promuoveremo una politica di cooperazione e di buon vicinato per normalizzare e dare maggior impulso ad una cooperazione bilaterale. Il nostro governo ha già abolito quel regime di visti discriminatorio per i cittadini romeni che era stato introdotto da Voronin. Occorrerà anche siglare una convenzione sul piccolo traffico di frontiera e iniziare un partenariato strategico di lunga durata nel campo dell’integrazione europea. Abbiamo bisogno della preziosa esperienza della Romania per armonizzare la nostra legislazione e per implementare quella comunitaria. La Romania si è già dichiarata disponibile a fornirci il suo aiuto in tal senso.
L’11 novembre scade il termine per l’elezione del nuovo presidente, dopo le dimissioni di Voronin. Riuscirete a trovare un accordo con l’opposizione comunista su un candidato comune o si dovrà ricorrere ad una consultazione popolare?
I comunisti moldavi hanno perso il contatto con la realtà, ammesso che questo contatto l’abbiano mai avuto. Per questo sono poco ottimista rispetto a un possibile accordo per l’elezione del capo dello stato. È probabile che non vogliano discutere con l’Alleanza per l’Integrazione Europea, sperando di forzare la situazione per portare il paese verso elezioni anticipate. In questo caso i comunisti si tenderanno una trappola dalla quale potrebbero non uscire mai più.
Sono convinto che l’ostruzionismo dei comunisti non ci impedirà di andare avanti sulla strada della democratizzazione e dell’europeizzazione del nostro Stato. I comunisti vogliono una nuova consultazione elettorale per prendersi una rivincita, ma rischiano invece di ricevere in cambio dal popolo uno smacco ancora più sonoro: un sì quasi unanime per l’elezione del Presidente attraverso il voto diretto, espresso nell’ambito di un referendum nazionale.
Quali sono gli impegni in termini di riforme politiche ed economiche che il suo governo assumerà con il Fondo Monetario Internazionale per ottenere nuovi finanziamenti?
Nel rapporto con il FMI e con tutti gli investitori stranieri ci impegniamo ad assicurare, in primo luogo, stabilità politica, stato di diritto, istituzioni democratiche funzionali, giustizia indipendente e stampa libera. Capisco perfettamente che senza queste condizioni nessuno correrà il rischio di fare investimenti nella Repubblica Moldova.
Sul piano economico, ci muoveremo per cambiare i paradigmi di sviluppo del Paese, passando da un’economia basata sul consumo ad un’economia fondata su investimenti, innovazione e competitività. I nostri maggiori obiettivi sono decentralizzazione e liberalizzazione delle attività economiche e smantellamento dei vecchi monopoli. Tutti i soggetti economici, sia locali che esteri, saranno tutelati dalla legge. Questi i nostri punti fermi: libera competizione, trasparenza e responsabilità nell’utilizzo di risorse finanziarie pubbliche, lotta alla corruzione.
Come giudica la politica dell’attuale amministrazione americana nei confronti dei paesi ex sovietici come Moldavia, Georgia e Ucraina i cui governi democraticamente eletti manifestano la volontà di allontanarsi da Mosca?
Nel rapporto fra gli Stati Uniti ed i Paesi ex sovietici c’era spazio per un maggior impegno. Certo, bisogna anche stare attenti a non irritare Mosca. Noi abbiamo già le rassicurazioni da parte dell’amministrazione USA che aiuterà la Repubblica Moldova nel suo sforzo per la democrazia e per l’integrazione europea. Credo che questo sforzo si concretizzerà a breve nel quadro di un partenariato strategico tra Washington e Chişinău.
Si ringrazia per la gentile collaborazione Gianni Boninsegna