La Bosnia Erzegovina si ritrova a mantenere un difficile equilibrio tra Stati uniti ed Unione europea. Firmare o meno l’immunità per i soldati americani di fronte al neo-nato Tribunale Penale Internazionale?
Il logo del Tribunale penale internazionale permanente
Anche se secondo la Costituzione spetta alla Presidenza della BiH decidere in merito alla politica estera, ha dichiarato Beriz Belkic, uno dei membri della Presidenza collettiva, è una decisione delicata e per questo vanno consultate tutte le istituzioni statali più rilevanti.
Belkic si riferisce alle pressioni statunitensi per firmare un accordo bilaterale che esuli i soldati americani sul suolo bosniaco dalla giurisdizione del TPI. Ricordiamo che proprio la questione dell’immunità delle truppe USA in missioni di pace all’estero aveva bloccato per alcuni giorni un eventuale prolungamento della missione ONU in Bosnia. Ora gli Stati uniti, che in quel caso avevano raggiunto un compromesso non ottenendo un’immunità permanente ma una sorta di immunità pro-tempore (i membri del Consiglio di Sicurezza hanno accettato una 'immunità a tempo'. Se di fronte al TPI dovesse arrivare un’accusa di atrocità commesse nell’ambito di operazioni di 'peace keeping' dalle truppe di un Paese che non ha aderito al TPI, ogni indagine conseguente sarà sospesa per un anno e poi il Consiglio di Sicurezza dell’Onu potrà sospendere il tutto per un’ulteriore anno e così via) cercano di ottenere ulteriori garanzie attraverso accordi bilaterali.
“Gli USA hanno proposto un accordo e dipende da noi decidere se firmarlo o meno. Non hanno posto dei termini ultimi per la firma e non hanno minacciato sanzioni. Semplicemente hanno solo espresso la loro opinione: secondo loro il loro sistema giudiziario è forte ed efficiente a sufficienza per eventualmente punire chi si macchiasse di violazioni del diritto umanitario” ha chiarito Belkic.
Belkic ha inoltre annunciato che il Ministero per gli affari esteri ha consegnato il testo dell’accordo ad alcuni esperti legali che forniranno a breve una consulenza al Ministero stesso. Dragan Mikerevic, Ministro per l’integrazione europea, ha chiarito che un'eventuale firma non prescinderebbe da una consultazione anche con l’Unione europea.
“La Bosnia Erzegovina é un Paese troppo piccolo per pensare di influenzare la politica internazionale. Abbiamo relazioni amichevoli sia con gli Stati uniti che con L’Unione europea ed abbiamo bisogno di entrambi per continuare sulla strada della democratizzazione e della prosperità economica. Ad ora è troppo presto per parlare della decisione che prenderà la BiH perché è necessario che prima vengano attentamente consultati sia USA che UE. Mi auguro che la nostra decisione, qualsiasi essa sia, non pregiudichi i rapporti con i nostri alleati” ha aggiunto Mikerevic.
Sino ad ora Israele e Romania hanno già sottoscritto con gli USA accordi bilaterali di questo tipo. Da Bruxelles è arrivato però un monito: “tutti i Paesi candidati all’entrata nell’UE dovranno avviare consultazioni con l’Unione prima di firmare questo tipo di trattati”. Una sorta di altolà ad un tentativo di affossare ulteriormente la credibilità del Tribunale Penale Internazionale, sul quale l’Europa ha investito sicuramente molto (Nezavisne Novine, 26 agosto 2002).