Trovato a: http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/12266/1/358>
Perquisizione di un auto (foto Eubam)
La missione Eubam che fornisce assistenza sui 1.222 km di confine tra Ucraina e Moldavia, inclusi i 470 km de facto controllati dalla Transnistria è stata da poco rifinanziata. In oltre 4 anni di lavoro, la missione ha ottenuto fiducia dalle parti coinvolte e risultati concreti
È stata da poco rifinanziata con 20 milioni di euro per due anni (2009-2011) la missione civile dell’Unione Europea dislocata alla frontiera tra Moldavia e Ucraina dal novembre del 2005. Per superare lo stallo legato all’indipendentista regione moldava della Transnistria, infatti, l’Ue continua a giocarsi anche la carta di una missione sul campo come strumento operativo della propria politica estera e di allargamento. Nell’attesa generale che il parlamento moldavo riesca finalmente a esprimere un proprio presidente, con l’auspicabile conseguente stabilità e rinnovamento politico, l’Ue insiste a operare per migliorare la situazione economica e le tensioni legate all’irrisolta situazione transnistriana anche lontano dai riflettori dei negoziati diplomatici in formato “5+2” (a cui partecipano i governi di Chişinău e Tiraspol assieme a Russia, Ukraina e Osce, più Unione Europea e Stati Uniti come osservatori).
Eubam in azione
La missione Eubam (European Union Border Assistance Mission) ha caratteristiche innovative e peculiari sia per quanto riguarda gli aspetti pratici dell’intervento, sia per ciò che comporta economicamente e soprattutto politicamente. Stabilita inizialmente per due anni, la missione è concepita come risposta a una lettera congiunta dell’allora presidente moldavo Vladimir Voronin e del presidente ucraino Viktor Yushchenko. La lettera, datata 2 giugno 2005, chiedeva un supporto maggiore dell’Unione Europea per rafforzare le capacità dei due paesi nella gestione dei controlli frontalieri. Per la precisione, l’assistenza targata Ue era richiesta per la creazione “di accordi sui controlli frontalieri internazionali e di un efficace meccanismo di monitoraggio dei confini sul segmento frontaliero transnistriano tra Moldova e Ucraina”. La lettera non è quindi caduta nel vuoto e ha portato a un “Memorandum of Understanding” siglato dalle parti (e tra iniziali perplessità della Russia) il 7 ottobre 2005.
Eubam, composta attualmente da oltre 200 operatori sia locali che provenienti da 20 paesi europei, ha il compito di collaborare alla prevenzione di traffici, frodi doganali e corruzione fornendo assistenza e formazione per incrementare la capacità moldava e ucraina alle dogane. Finanziata inizialmente dal “Meccanismo di Reazione Rapida”, la missione è ora coperta dal programma Tacis e beneficia del supporto amministrativo e logistico del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (United Nation Development Programme - Undp).
Attraverso questo lavoro svolto con continuità negli ultimi quattro anni, la missione ha fornito un supporto neutrale sulle misure introdotte dalle autorità moldave per ottenere i visti doganali necessari ad accedere a schemi commerciali predefiniti, aiutando così la legittimazione all’estero delle aziende con sede nella regione transnistriana. Direttamente collegato a questo processo, Eubam cerca anche di armonizzare le legislazioni doganali con gli standard UE sia per facilitare il commercio, sia in previsione di una possibile adesione della Moldova all’Unione.
Eubam e le sue sorelle
Eubam non è un caso isolato. Dall’inizio del 2003 l’Unione Europea ha lanciato 23 missioni in ambito Pesd (Politica europea di sicurezza e di difesa) e attualmente ne sono in corso 13, di cui 11 civili o civili-militari. I Balcani rimangono uno dei teatri principali per questa tipologia d’intervento, con, oltre a Eubam, una missione di polizia in Bosnia Erzegovina e la missione “Eulex” in Kosovo, che, con le sue circa 2mila unità, è la missione civile più ampia dispiegata. Le aree d’intervento delle missioni Ue erano state individuate nel giugno 2000 dal Consiglio Europeo di Feira in quattro aree: polizia, rafforzamento dello Stato di diritto, rafforzamento dell’amministrazione civile e protezione civile. Di fatto, poi, gli ambiti si sono andati allargando e l’imminente Trattato di Lisbona contiene anche un formale ampliamento dei compiti. È facile pensare, quindi, che questa tipologia di intervento civile aumenti di importanza e ampiezza nei prossimi anni, per quanto, al momento, sono ancora accompagnate da uno scarso impatto mediatico.
Le tempistiche ricoprono un ruolo importante in questo tipo di interventi internazionali e ne vanno messi in luce due aspetti: la durata e i tempi di dispiegamento. Sul primo punto, a differenza di molte missioni Onu, quelle Ue tendono per ora ad avere una durata limitata, con obiettivi che devono essere raggiunti nel giro di qualche anno: 10 missioni già concluse ne sono la prova. Sulla pianificazione, alcune missioni sono preparate a lungo, come Eulex in Kosovo, mentre altre rispondo a criteri più d’emergenza, come la missione Eumm in Georgia. Eubam, dal suo canto, si trova in una posizione intermedia, in quanto è stata dispiegata dopo tre mesi di “fact finding” e non con un lungo studio di fattibilità. Quando terminerà l’attuale finanziamento nel 2011, sarà tra le missioni più “longeve”.
Assistenza tecnica e soft power
“La missione sta dando buoni risultati” ci spiega Martin Wintersberger – capo dell’Unità di Analisi di Eubam – “e molte aziende della Transnistria si sono registrate a Chişinău”. “La missione ha ricadute positive, è un intervento che avevo consigliato da tempo all’Unione Europea” sembra fargli eco Oazu Nantoi, direttore di programma dell’Istituto di Politiche Pubbliche. Gli scettici, dal canto loro, dubitano del suo reale impatto. “Le vie dei traffici hanno trovato un qualche modo alternativo di scorrere” ci spiega un anziano professore dell’Università di Stato Moldava e motiva la sua affermazione partendo dalla cinica osservazione che gli operatori Eubam sono in due o tre per valico, senza una presenza effettiva per 24 ore, ed è evidente che rimangono spazi per proseguire traffici illeciti, magari con una pietra sulla coscienza di qualche doganiere locale. Queste considerazioni contengono probabilmente elementi verosimili, ma non negano che una limitazione degli illeciti possa comunque esserci e, soprattutto, non negano l’effetto economico e politico della missione.
Eubam in realtà non sembra impostata soltanto a rafforzare i controlli ai confini dell’Unione. Questa missione civile sta avendo senza dubbio anche significativi risultati economici e politici. Le aziende della Transnistria, infatti, potendo usufruire di benefici tariffari e doganali nel commercio con l’Ucraina soltanto se registrate presso il governo di Chişinău, sono fortemente tentate di procedere in questa direzione facendo una visita e qualche firma presso la Camera di Commercio moldava. Ciò ha fatto sì che dal 2006 al 2008 il numero di aziende della Transnistria registrate sia quasi raddoppiato. Il risultato non è soltanto un incremento commerciale e di controllo del governo moldavo, ma anche un suo rafforzamento nella prospettiva di una soluzione al conflitto transnistriano. Le aziende di questa regione, infatti, registrandosi mostrano anche di volersi sganciare dal potere politico di Tiraspol, o almeno di non dipenderne completamente. In questo modo avviene uno sgretolamento del rapporto tra il governo transnistriano e la forza economica regionale. Se a questo si unisce la lotta per la possibile successione a Smirnov come
de facto presidente della Transnistria, possiamo intuire come queste forze centrifughe possano portare a una nuova fase nelle trattative per una soluzione del conflitto. L’UE certamente lo intuisce e sceglie di continuare la sua politica di
soft power.
La fiducia trasversale di cui gode Eubam, sia a livello internazionale che locale, e i risultati raggiunti in questi quattro anni, rappresentano sicuramente dei punti di forza considerevoli dai quali muovere ulteriori passi. “La missione svolge già compiti di informazione e dialogo con la popolazione locale, ma per ora questi sono ancora molto limitati” ci spiega dettagliatamente Liva Biseniece, communication officer della missione, illustrando anche i risultati dei sondaggi realizzati in loco. Un recente studio realizzato da Saferword mostra anche come le competenze di Eubam possano essere integrate da un ruolo più attivo in termini di
confidence building e di un reale coinvolgimento della popolazione locale lungo i 1.222 km di frontiera moldavo-ucraina, e, in particolare, lungo i 470 km del confine con la Transnistria.