Trovato a: http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/12417/1/236>
Un viaggio per non dimenticare una tragedia che si è consumata sulla porta di casa. Un procedere lento, in bicicletta, che permette di conoscere più da vicino i luoghi e le persone di un mondo vicino eppure così diverso. Un'esperienza che, con la tranquilla fatica del pedalare per 900 km, timidamente avvicina alla fatica di una terra che tra mille difficoltà cerca di trovare un proprio futuro. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Domenica 21 giugno 2009 PESEK – RIJEKA km 70
Alle 12.30 iniziamo a pedalare in direzione della Slovenia. C’è un piacevole sole ma le raffiche di bora sono davvero forti. A Kozina abbandoniamo la strada principale che conduce a Rijeka per percorrere strade secondarie poco trafficate , a ratti sterrate, che ci offrono un grandioso spettacolo sul carso sloveno di Podgorije.Arriviamo a Rijeka dove ci concediamo solamente una breve sosta per il caffè. Lungo il viale pedonale si nota come i nomi veterocomunismi delle vie siano stati puntigliosamente scalpellati per essere evidentemente sostituiti con quelli di eroi e di fatti più vicini alla nuova sensibilità dei croati. Pernottiamo in una cantina riadattata con uno stile “pittoresco” ad appartamento per turisti. Cena modesta sotto un nido gremito di rondinini.
Lunedì 22 giugno 2009 RIJEKA – SENJ km 63
Si parte sotto un cielo plumbeo e forte vento. La strada è trafficata ma non c’è di meglio. A tratti comunque lo spettacolo sul mare e l’ isola di Krk è garantito..Proseguendo lungo un inesorabile sali-scendi il tempo migliora e raggiungiamo Senj con un tiepidissimo sole. Il sig. Biondic Anzelmo (cognome croatizzato ma di dichiarate origini italiane) ci offre un delizioso appartamento. La città di Senj offre tracce mal conservate della presenza veneta ed un castello posticcio
Martedì 23 giugno 2009 SENJ – PLITVIČKA JEZERA km 90
Oggi tappa per scalatori. La strada dal mare ci porta dopo 15 Km al passo Vratnik (700 m) con la bora che ci catapulta tra freddo e pioggia in mezzo ad una coltre di nubi. La discesa risulta ancor più difficile della salita (!).Scendendo di quota la situazione migliora da un punto di vista meteorologico ma immediatamente dobbiamo fare i conti con i primi segni lasciati dalla guerra degli anni ’90 soprattutto i campi minati: ovunque, per chilometri, impenetrabili, con la strada su cui corriamo che rappresenta l’unico corridoio percorribile.
Scegliamo una strada secondaria, interdetta ai veicoli, per raggiungere sempre in compagnia di pioggia e freddo i laghi di Plitviče: scelta azzeccata.
Mercoledì 24 giugno 2009 PLITVIČKA JEZERA – BIHAČ km 45
In mattinata visita ai laghi: fantastici! La tappa per raggiungere la Bosnia si rivelerà ricca di sorprese, emozioni e pericoli. Per alcuni chilometri percorriamo una carrareccia affiancata ossessivamente da cartelli di pericolo mine. Oltrepassiamo quello che doveva essere un confine provvisorio anch’esso corredato dai segnali: “mine” ed arriviamo finalmente in Bosnia.
Subito vallate di case sparse e minareti e giungiamo a Biahč: città accogliente e davvero calorosa. Pernottiamo dagli alcuni amici di una triestina ormai diventata bosniaca. Sono persone davvero cordiali e disponibili. Ricche sono le storie che si intersecano tra epoche e luoghi inestricabili ( nonni italo-austro-croato-bosniaci).
Indimenticabile il CD di Severina con il suo pezzo di battaglia: gas-gas.
Giovedì 25 giugno 2009 BIHAČ – PRJEDOR km 112
Discesa lungo il fiume Una in una vallata stretta, verdissima, con acque impetuose che lungo la sosta ci tonificano con un bagnetto. Percorrendo un tratto di strada che poi si rivelerà sbagliata scorgiamo nel cortile di una casa una cerimonia funebre islamica con il defunto avvolto in un drappo verde adagiato su una panchina. Prjedor, nella Repubblica Serba di Bosnia, è quasi irraggiungibile lungo una strada costellata di fabbriche arrugginite tutte abbandonate. La città è davvero povera. Grande disoccupazione e povertà si percepiscono immediatamente e contrastano con lo sfavillante splendore dell’unico hotel dove dormiamo in riva al fiume Sana.
Venerdì 26 giugno 2009 PRJEDOR – JAGARE km 75
Lasciamo Prjedor dopo aver fatto l’abituale rifornimento di cibo e ci dirigiamo verso Banja Luka. Il territorio è leggermente ondulato, fertile, ricco di acqua ma scarsamente coltivato, disseminato di case sparse che rendono complicato l’orientamento. Presto arriviamo ad Omarska dove incrociamo la famigerata miniera in cui, tra sofferenze inenarrabili, hanno trovato la morte centinaia di persone, soprattutto musulmani.
Arrivati a Banja Luka incontriamo una vera città, ordinata, con ampi viali che evidenzia subito il suo carattere serbo con l’esposizione delle bandiere della repubblica, le scritte in cirillico e la ferita insanata di una splendida moschea che non si può ricostruire.
Affamati di chilometri proseguiamo lungo il fiume Vrbas raggiungendo Jagare, uno dei paradisi degli amanti del rafting.
Sabato 27 giugno 2009 JAGARE – JAICE km 65
La strada che percorriamo ci fa risalire dolcemente il magnifico fiume Vrbas. La pioggia molto presto ci rovina la festa. Quando ci da tregua ammiriamo una lussureggiante valle di boschi infiniti tra pareti di roccia verticali ed un fiume sinuoso che scorre tra rapide e laghi. Arriviamo a Jaice, una città incantevole per la sua posizione e le tracce di storia che però sono state brutalmente violentate dalla guerra.
Domenica 28 giugno 2009 JAICE – TRAVNIK km 70
La nostra solita compagna di viaggio: la pioggia, anche oggi ci ha tenuto compagnia. Sprazzi di sole ci hanno permesso comunque di godere dei verdissimi panorami lungo la strada per Travnik. Sempre fiumi impetuosi, splendide vallate disabitate con il sentore di essere tra gente musulmana (chiese ortodosse abbandonate o semidistrutte, abbondanti minareti monomorfi). Travnik reca sulle proprie case segni inconfondibili delle recenti battaglie. La città è animatissima soprattutto nella zona chiamata “ plava voda”. La “moschea multicolore” e le turbe dei pascià sono davvero interessanti. Si cena a casa Andrič e si pernotta all’ hotel Lipa in perfetto stile real-socialista comprensivo di buono per la colazione.
Lunedì 29 giugno 2009 TRAVNIK – SARAJEVO km 98
Partiamo con un cielo quasi sereno e con una veloce e trafficata discesa arriviamo alla confluenza tra il Vrbas e il fiume Liševa. Percorriamo ancora una volta un’ ampia e verde vallata, anche se abbiamo l’ occasione di pedalare per 20 km in una autostrada in fase di costruzione, finché dopo l’ultimo strappo: eccola! Sarajevo..
Sarajevo ci porge immediatamente il suo biglietto da visita mostrandoci le colline-cimitero di Kosevo vicino allo stadio olimpico. La sensazione immediata è che si tratti di una città vivacissima, in subbuglio, animata da una moltitudine di persone come dalle nostre parti non si vede neppure durante i giorni di grande festa. La pensione in cui ci fermeremo per quattro giorni si trova accanto al rudere della grande biblioteca incendiata durante l’assedio.
Martedì 30 giugno, mercoledì 1, giovedì 2 luglio 2009 SARAJEVO
A piedi in città
Venerdì 3 luglio 2009 SARAJEVO – MOSTAR km 48 + treno
Trasferimento in treno fino a Jablanica per circa 60 km. L’arrivo più della partenza è davvero stupefacente. Lo sgangherato treno arriva puntuale a Jablanica dove ci accoglie il rudere abbandonato di quello che doveva essere la “stazione” avviene direttamente sui binari. Iniziamo quindi a percorrere in discesa il corso della Neretva con i suoi numerosi laghi artificiali tra le ripide rocce ed il frastuono di moltitudini di cicale. La città vecchia, nella zona musulmana, non delude ed il ponte è magnificamente sospeso sopra il turbinio delle acque blu della Neretva . Grandi sono ancora i segni lasciati dalla guerra in una città che ha ricostruito moltissimo ma che ti fa percepire in modo inequivocabile come le divisioni ed i nazionalismi siano molto forti
Sabato 4 luglio 2009 MOSTAR –Čapljna – MAKARSKA km 77 + treno
Si riprende con un trasferimento in treno in prima classe, bici incluse, fino a Čapljna. La croaticissima zona che percorriamo in bici ci riserva, salendo verso la zona montuosa di Biokovo, un diluvio biblico per più di 20 km. La discesa verso il mare ci appaga della fatica e di tutte le sofferenze. Semplicemente meravigliosi i panorami sulle isole e sulla costa di Makarska.
Domenica 5, lunedì 6 Luglio 2009 TUČEPI km 10
Riposo e sole sugli scogli di Tučepi
Martedì 7 luglio 2009
Nottata in corriera da Makarska a Trieste
Gabriele, Lorella, Lorenzo, Ilva