La situazione dei monumenti storici danneggiati durante la guerra è tuttora catastrofica. Secondo la Commissione per la loro tutela vi è tra questi anche il ponte sulla Drina di Visegrad.
Visegrad, il Ponte sulla Drina
”Come condannato ma integro e intatto, il ponte, ergeva il suo profilo tra due mondi in guerra”.
Ivo Andric, Il ponte sulla Drina.
La guerra che ha colpito la Bosnia Erzegovina ha lasciato molti segni, ancora visibili sulle strutture non sanate. A causa dei bombardamenti sono andati distrutti molti beni culturali, definiti “monumenti storici”. Il più famoso tra essi è sicuramente il Ponte vecchio di Mostar, ma ci sono anche molti altri monumenti che si sono parzialmente salvati, nel senso che sono stati “solo” danneggiati, e che con il passare del tempo rischiano di trasformarsi in vere rovine.
Gli Accordi di Dayton non si sono dimenticati nemmeno di questo aspetto. Difatti nell’Annex 8 viene definita l’istituzione di una Commissione per la Protezione dei beni culturali, formata da cinque membri, tre locali e due stranieri. Nel suo lavoro di ricognizione delle condizioni dei monumenti storici, la Commissione ha stilato una prima lista di 776 obiettivi, i quali non tutti diverranno “monumenti nazionali” perché a breve avverrà una revisione della stessa.
Durante l’ultima conferenza stampa organizzata dalla Commissione e svoltasi lo scorso 9 settembre a Sarajevo, si è cercato di attirare l’attenzione su alcuni dei monumenti più a rischio, ormai dimenticati.
Tra questi il famoso Ponte di Visegrad, conosciuto come “Ponte di Mehmed Pasa Sokolovic” oppure solo “Ponte sulla Drina” dal titolo del libro del Nobel Ivo Andric. Il ponte necessita urgenti interventi di risanamento delle fondamenta. Oltre ad esser stato danneggiato durante il conflitto, negli ultimi anni aveva sofferto a causa delle inondazioni provocate dall’attività della centrale idroelettrica di Visegrad.
Il secondo obiettivo considerato maggiormente a rischio è la moschea Turhan-Emin begova a Ustikolina (a metà strada tra Sarajevo e Gorazde) rimasta distrutta nel 1992. Purtroppo sulle fondamenta di uno dei più antichi monumenti del periodo ottomano (risale al 1446) stanno costruendo una struttura nuova che non ha nulla a che vedere con quella originale.
I membri della Commissione ritengono che i resti della moschea dovrebbero essere recuperati e utilizzati per la ricostruzione della struttura originale (TVF1, 09.09.2002).
Negli ultimi mesi la Commissione ha programmato visite di sopralluogo in tutte le zone del paese con maggior concentrazione di monumenti storici, come quella in Erzegovina effettuata da poco. Secondo i rilevamenti fatti in quest’area la situazione si può definire soddisfacente per la colonia romana di Mogorjelo vicino a Capljina e per l’insediamento turco di Pocitelj in via di ricostruzione, mentre la situazione di Stolac viene considerata dalla Commissione come catastrofica, perché distrutta quasi completamente durante il conflitto croato-bosniaco e mai ricostruito.