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mercoledì 07 settembre 2022 17:30

 

BiH: dietro le quinte della campagna elettorale

05.10.2002   

Al rush finale della corsa elettorale in BiH vediamo quanto soldi sono stati spesi dai partiti, come hanno organizzato i propri comitati elettorali, chi si occupa dell’immagine dei candidati, chi idea gli slogan e chi prepara lo champagne ...
E’ già suonata la campanella che impone il silenzio della campagna elettorale e domani 5 ottobre si apriranno finalmente le porte dei seggi. Si vedrà così la conclusione di una corsa avviata il 5 agosto scorso, anche se per alcuni essa è in realtà iniziata molto tempo prima. Significherà che finalmente potranno riposare tutti coloro che giorno e notte, sabato e domenica inclusi, si sono dedicati alle campagne elettorali dei propri partiti e dei propri candidati.
Ovviamente, come in tutte le gare, alcuni ne usciranno felici, altri perdenti. Significherà anche un sospiro di sollievo per i cittadini, bombardati da ogni tipo di slogan, messaggi, spot, manifesti, meeting, tribune di discussione, concerti…
Ufficialmente non è dato ancora sapere quanto sia costata ai partiti questa campagna elettorale, mentre si spendono parole e dati su quanti volontari sono stati coinvolti, chi si è occupato dell’immagine dei candidati, chi ha ideato gli slogan, i manifesti, i messaggi, quali i partiti che hanno utilizzato agenzie di marketing, chi si è speso in ricerche sociali e sondaggi per tastare l’opinione pubblica.

I candidati indipendenti

Il portavoce del Partito Democratico Serbo (SDS) – Dusan Stojicic – ha dichiarato che la campagna pre-elettorale costerà al suo partito sui 300.000 KM (circa 150.000 Euro) e che parte della spesa è stata sostenuta dagli stessi candidati. Quanto l’SDS abbia preso sul serio tale campagna, lo dimostra la scelta di mettere a capo del centro di coordinamento della campagna elettorale del partito lo stesso segretario di partito, anche Presidente dell’Assemblea Parlamentare della Republika Srpska, Dragan Kalinic. Stojicic Stojicic ha aggiunto che “alla campagna elettorale ha partecipato un numero altissimo di volontari, simpatizzanti e membri del partito, oltre a tutti i candidati che si sono attivati senza mai risparmiarsi” (RTRS, 08.09.2002). Una campagna elettorale in cui l’SDS ha anche utilizzato i servizi dell’agenzia “Aquarius” di Banja Luka, ideatrice di slogan come “Votate Serbo”, uno di quelli che secondo Stojicic esprime maggiormente l’appartenenza collettiva del partito.

Ogni candidato ha invece curato da sé la propria immagine per gli interventi pubblici, dai vestiti all’acconciatura. Mentre nei rapporti con i mass media, ha sottolineato Stojicic, tutto si è svolto secondo le regole, sebbene qualcuno nel partito non sia rimasto molto soddisfatto. “Da parte dei mass media sono stati fatti alcuni errori che sappiamo essere difficili da correggere” ha dichiarato Stojicic “ma la validità dei nostri candidati è riuscita a limitarne le conseguenze”.


A capo del centro di coordinamento della campagna elettorale del Partito del Progresso Democratico (PDP) è stato invece messo Perica Bubalo. La particolarità dell’organizzazione del PDP in questa campagna elettorale, è quella di aver aperto delle sedi decentrate di coordinamento in ogni comune della RS, sebbene quello centrale di Banja Luka sia stato il punto di riferimento per ben dieci settori diversi di attività tra le quali i rapporti con i mass media, il rapporto con i giovani e con le donne, la realizzazione del materiale propagandistico, ecc.
Anche il PDP non ha saputo finora rispondere alla domanda dei costi della propria campagna. Igor Crnadak, portavoce del partito, ha dichiarato che si dovrebbe trattare di “una cifra che si aggira sui 280.000 KM” ma che per ora non si possono fare calcoli esatti. Secondo le parole di Crnadak gli attivisti che si sono impegnati per il PDP sono migliaia e “tutta la parte di creazione e stampa dei manifesti e degli spot radio-televisivi è stata realizzata dalla sede di Banja Luka di un’agenzia belgradese – la Pro file” (RTRS, 08.09.2002). Un’altra azione intrapresa dal PDP è stata quella di aver intrattenuto rapporti con altri partiti di vari paesi europei sottoforma di consulenza, anche se – come ha sottolineato ancora Crnadak - certi suggerimenti non si sono potuti applicare a causa della diversità di mentalità e condizioni elettorali presenti in Bosnia Erzegovina.
Ad esempio, alcuni leader politici hanno partecipato a seminari organizzati dall’Istituto Democratico Nazionale americano, mentre i volontari che hanno dato il loro supporto alla campagna sono stati formati da esponenti del Partito Conservatore Britannico con il quale il PDP ha rapporti già da tempo.
Anche Crnadak si dichiara critico nei confronti del comportamento degli organi di informazione. “Abbiamo rispettato tutti gli organi informativi con cui abbiamo collaborato, ma dobbiamo constatare che non c’è stata reciprocità. Purtroppo è emerso con evidenza il comportamento di parte di alcuni mass media nel tentativo di danneggiare questo o quel partito”.


Quando Dodik canta

Quindi la maggior parte dei candidati ha liberamente scelto con quale immagine presentarsi all’opinione pubblica, sebbene seguendo le linee suggerite ad inizio campagna dai propri centri di partito. Mentre invece il maggior partito di opposizione, il Partito dei Socialdemocratici Indipendenti (SNSD), ha dimostrato che si possono usare metodi diversivi propaganda. Il Segretario del partito, Milorad Dodik, che alle scorse elezioni aveva subito un pesante smacco nonostante il supporto della comunità internazionale, non si è risparmiato dal parlare quanto più possibile in occasioni pubbliche e soprattutto non si è nemmeno vergognato di cantare alle feste popolari. Questo suo comportamento se non altro è riuscito a dividere il giudizio dell’opinione pubblica nei suoi confronti…

Dal suo partito non è stata rilasciata alcuna dichiarazione ufficiale rispetto alle spese sostenute per la campagna elettorale, anche se Stanislav Cado – responsabile del centro di coordinamento – ha sottolineato che “il partito non ha comunque molti fondi” e allo stesso tempo “per rispetto nei confronti dei cittadini sarebbe scorretto scialacquarli”. La linea del partito non è stata quella di mettersi in concorrenza con gli altri candidati, ma di organizzare quanti più incontri con la popolazione per spiegare in dettaglio il programma.

Cado ha sottolineato che il partito ha coinvolto tantissimi volontari che non hanno mai chiesto alcun rimborso economico per il tempo speso per la campagna elettorale del partito. Unico punto in comune con altri partiti è quello di aver utilizzato un’agenzia di marketing per la realizzazione del materiale audio-video, mentre “nessuno dei candidati ha partecipato a seminari di formazione politica”. Ciò significa, ha concluso Cado, che ciascuno ha fatto tesoro delle proprie esperienze passate “cercando di utilizzare tutte quelle che si sono mostrate vincenti”. Un altro aspetto che differenzia nel metodo il suo partito dagli altri è quello per cui “i candidati non hanno preso iniziative indipendenti. Hanno seguito le direttive centrali del partito, alla definizione delle quali hanno per altro partecipato concretamente”.

In ultimo ricordiamo il SNS (Partito Popolare Serbo, che ha utilizzato il fai da te nell’ideazione degli slogan, dei manifesti e dei discorsi, prendendo spunto dalle esperienze e dai consigli dei maggiori partiti moderni occidentali. Zdravko Mocevic, coordinatore della campagna, ha reso ufficiale la spesa di circa 45.000 KM, alla quale hanno lavorato non-stop 30 persone presso la sede del coordinamento situata a Banja Luka.

Pare insomma che tutti i partiti presentatisi a questa campagna elettorale si siano preparati alquanto seriamente, sia sotto l’aspetto organizzativo che sotto quello finanziario. C’è da aspettarsi però che ben pochi renderanno chiare e trasparenti le fonti da cui hanno attinto aiuto finanziario per parteciparvi. Ora delle prossime elezioni verrà sicuramente discussa dal nuovo Parlamento la legge sul finanziamento pubblico ai partiti, per cui nemmeno i soldi saranno più un tabù…
Per ora vediamo che cosa succederà domani, 5 ottobre, e chi svuoterà la bottiglia di champagne già pronta per l’occasione.

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