In Romania l’estrazione dell’oro sta causando gravi problemi ambientali, peggiorati dalla legislazione inadeguata del Paese. Persino la Banca Mondiale ammette la pericolosità della situazione.
Una manifestazione contro le miniere d'oro
La febbre dell'oro non ha portato finora alla Romania i soldi sperati, ma soltanto inquinamento, scandali politici e liti con i paesi vicini. Succede così da almeno tre anni e la situazione non sembra destinata a migliorare, come dimostrano i casi di due compagnie diventate famose per come estraggono l'oro non curanti del rispetto dell'ambiente e della salute dei cittadini residenti, delle quali si è spesso occupata la stampa locale.
Si tratta di "Aurul Baia Mare", società creata da uomini d'affari romeni e australiani per l'estrazione e la produzione d'oro nel nord della Romania, e la “Gold Corporation", compagnia mista romeno-canadese che sfrutta l'oro di Rosia Montana, nell'ovest del paese. La prima ha ricevuto dallo Stato romeno il permesso di cominciare la sua attività nel 1999 e da allora è stata causa di ripetuti inquinamenti dei corsi d'acqua della regione. Solo cinque mesi dopo l'apertura dei lavori, nel novembre del 1999, l'onda velenosa provocata dalla fuoriuscita di acqua mista a cianuro da un bacino di raccolta nella miniera di Baia Mare ha inondato i terreni agricoli vicini e ha causato la morte di diverse mucche. Il fatto si è ripetuto nel gennaio del 2000, ma le conseguenze questa volta
sono state disastrose in quanto il cianuro è arrivato al Tibisco e poi al Danubio, ed ha ucciso tonnellate di pesci in Romania, Ungheria e Serbia.
Chiusa in seguito all’incidente, paragonato a Cernobyl dai paesi confinanti con la Romania, la “Aurul Baia Mare” ha ripreso la propria attività e la situazione è oggi simile a quella di tre anni fa con la concentrazione di zinco e piombo nelle acque e nell'aria della regione regolarmente più alta dei livelli permessi.
Il caso Rosia Montana, uno dei più ricchi giacimenti di oro d'Europa, è più recente ma non per questo meno grave. Anche se non ha cominciato ancora la propria attività, la "Gold Corporation" ha finalizzato l'anno scorso il rapporto di fattibilità per una produzione annuale di 23 tonnellate oro per i prossimi undici anni. Per poterlo realizzare però la compagnia dovrebbe spostare 1800 persone, case, chiese e cimiteri. Le trattative sono ancora in corso e soltanto 100 persone, spaventate dai rischi alti di inquinamento, hanno accettato che la "Gold Corporation" costruisse loro un'altra casa più lontano dal giacimento di oro e hanno ricevuto i soldi promessi quale risarcimento.
In più, la società mista romeno-canadese deve far fronte all'ondata di proteste delle organizzazioni per la protezione dell'ambiente che si oppongono al progetto per Rosia Montana. La Banca Mondiale, in un rapporto del 2001 intitolato "L'analisi del settore minerario romeno", ha avvertito che le compagnie usano una tecnologia che danneggia l'ambiente e che la legislazione romena non copre questo tipo di problema. “L'ambiente e la salute dei cittadini sono in pericolo finché il governo non prenderà le misure necessarie a tutelarli”, concludeva il rapporto della Banca Mondiale.