Richiesta la tutela da parte dell’Unesco sui luoghi dove sorgeva il campo di sterminio ustascia
Il 27 gennaio verrà celebrata nel mondo la giornata della memoria, in ricordo dell’Olocausto. Il 27 gennaio di 58 anni fa, infatti, le truppe dell’Armata Rossa raggiungevano Auschwitz aprendo i cancelli ai sopravvissuti. Nell’area balcanica il sistematico assassinio di Ebrei, Rom e Serbi da parte di Nazisti e Ustascia è ricordato simbolicamente dal monumento eretto durante il periodo yugoslavo nell’area di Jasenovac, oggi in Croazia. A Jasenovac era infatti dislocato uno dei maggiori campi in cui si concentrò la politica dello sterminio nei Balcani. Il complesso era costituito da un sistema di 5 campi sulle rive del fiume Sava, circa un centinaio di chilometri a sud di Zagabria, sull’attuale confine tra Croazia e Bosnia Erzegovina. Il campo fu liberato dai partigiani yugoslavi nel maggio del 1945. Le cifre delle persone che vi furono uccise sono state di recente oggetto di forti polemiche politiche. Nel periodo tudjmaniano il numero delle vittime era stato ridotto da alcuni a 45.000, laddove gli studiosi concordano su di un numero di circa 85.000 persone assassinate nei soli campi di Jasenovac. Il regime ustascia nel periodo 1941 – 1945 aveva organizzato nel proprio territorio 23 campi di sterminio. Il numero totale delle vittime di questo sistema, compresi coloro che furono consegnati all’alleato nazista e finirono in altri campi di concentramento, è di circa 700.000 persone.
Oggi, il monumento edificato nel campo di Jasenovac, e il museo annesso, sono in uno stato di semi abbandono. Alcune settimane fa si è tenuto a Gerusalemme un incontro internazionale che ha richiesto l’intervento dell’Unesco.
BANJA LUKA – La ricerca della verità sul sistema dei campi di sterminio ustasha di Jasenovac dal 1941 al ‘45 deve continuare. E’ la conclusione della terza conferenza internazionale dedicata alla verità sui campi di Jasenovac che si è tenuta a Gerusalemme il 29 e 30 dicembre scorsi.
I membri della delegazione della Republika Srpska Zivko Radisic e Pejo Djurasinovic, hanno affermato, nella dichiarazione finale della conferenza
'Jasenovac – anatomia dei campi dimenticati', la necessità di includere le istituzioni governative di Croazia, Bosnia Erzegovina e RFY nel finanziamento di attività di ricerca presso il complesso commemorativo di Jasenovac, per mostrare la verità su quella 'fabbrica di morte'.
La conferenza di Gerusalemme ha confermato che Jasenovac era un sistema di campi di concentramento organizzati dal cosiddetto Stato Indipendente di Croazia - una creazione del Terzo Reich - e ha richiesto che il complesso commemorativo venga posto sotto la tutela non solo dell’Unesco, ma del mondo intero.
Josef Atijas, rabbino della BiH, ha affermato di essere venuto a Gerusalemme con l’intenzione di portare il proprio massimo rispetto per tutte le vittime di Jasenovac, affermando di essere molto colpito dal revisionismo in atto relativamente al numero delle vittime. A proposito del materiale di documentazione presente a Jasenovac, Atijas ha inoltre affermato che la Croazia ha reso oggi possibile visitare il campo, ma che ci sono ancora grossi problemi relativamente a parte del materiale museale, che sarebbe stato sottratto o andato perduto (da Nezavisne novine 04.01.2003).