Il Presidente della Commissione europea vola in Albania e conferma la sua attenzione nei confronti dell’integrazione dei Balcani nell’UE.
Romano Prodi
Il 31 gennaio scorso il Presidente della Commissione europea Romano Prodi si è recato a Tirana per avviare ufficialmente i negoziati che dovrebbero portare alla firma dell'Accordo di associazione e stabilizzazione con l'Unione europea.
Prodi è già da anni che si dimostra particolarmente attento alla questione dei Balcani. Non è un caso la sua partecipazione lo scorso aprile alle iniziative promosse dall’Osservatorio sui Balcani a Sarajevo per promuovere l’appello 'L’Europa oltre i confini' per l’integrazioni dei Balcani nell’Unione europea, Appello in parte premonitore della politica dell’Unione, che solo in questi mesi si sta più chiaramente delineando. E, come riporta l’ANSA, Prodi è una figura politica particolarmente amata dagli albanesi sin dai tempi dell'insurrezione armata del 1997, quando (allora presidente del Consiglio italiano) fu l'unico premier straniero a raggiungere Valona, capitale della rivolta. Oggi, proprio in ricordo di quell'evento, il Comune di Valona ha voluto concedergli la cittadinanza onoraria. Un affetto che Prodi ha dimostrato di ricambiare: “Valse la pena correre il rischio di essere a Valona in quei giorni - ha ricordato - perché ero convinto che un'Albania unita e calma fosse utile anche all'Europa. Ho avuto ragione e infatti oggi questo paese è cambiato, anche se altri cambiamenti devono essere fatti. Ma oggi come allora sono pronto a scommettere che l'Albania ci sorprenderà”.
Nel suo discorso al Parlamento albanese, riportato qui di seguito integralmente, Prodi ha sottolineato come con i negoziati si apra una “chiara e concreta prospettiva di integrazione nell’Unione” e che quest’impresa dev’essere “condivisa da tutte le forze politiche albanesi”. Il Presidente della Commissione enfatizza inoltre come sia fondamentale il quadro regionale: “per molti versi i destini dei Paesi della regione sono legati fra loro. Il quadro regionale rappresenta lo strumento principale per evitare che le nuove frontiere … diventino nuovi muri o alimentino nuove tensioni”. Prodi non dimentica però di specificare che ogni Paese sarà valutato individualmente e la propria integrazione non dipenderà, se non di riflesso, dal percorso degli altri Paesi nell’area.
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