Un articolo pubblicato su TOL. Un giornalista rumeno risponde alle critiche mosse da Chirac alla Romania. Deve capire che usciamo da 50 anni di comunismo e che il Paese tende ad aggrapparsi al più forte. Ma è l’UE il nostro futuro.
B92 - nel Golfo Persico ci si prepara
Un commento del giornalista rumeno Cristian Tudor Popescu sulle recenti dichiarazioni di Chirac critico nei confronti della Romania per la posizione pro-USA sulla vicenda Iraq. Un punto di vista fuori dagli schemi e dalla divisione manichea tra posizione francese e statunitense. L’articolo è stato pubblicato sul sito internet Transitions Online (TOL) e lo abbiamo tradotto per l’Osservatorio.
Un uomo ritorna da un campo di concentramento nel quale è stato prigioniero per decenni. Lo portate a casa e lo invitate a pranzo, il suo primo pasto dopo lungo tempo. Quando uscite per un attimo l’uomo, ancor prima di assaggiare il cibo, si getta su pane e formaggio e se li infila in tasca. Cosa fate quando ne accorgete? Lo minacciate forse di rivolgervi alla polizia?
Questa è una scena di un film russo, tempo fa molto famoso in Romania, titolato
Una stazione dei treni per due. La scena descrive perfettamente, ritengo, il comportamento del Presidente francese Jacques Chirac nei confronti della Romania, un atteggiamento così imbarazzante che rischia di offendere. “Frére Jaques” parla della Romania come se non sapesse dove siamo stati negli ultimi 50 anni. Il protagonista del film russo non era un ladro. Prima di essere detenuto nel campo di prigionia era un pianista, ed anche dopo, non rubava ma si procurava provviste, come avrebbe fatto qualsiasi uomo braccato dalla memoria di forti sofferenze.
Chirac fa finta di non capire - e non so se qualche altro leader europeo pensa a questo – che la Romania non è né pro-americana né anti-francese o anti-tedesca, e ancor meno assetata di sangue in Iraq. Il Ministro della difesa francese Michele Alliot-Marie ha fatto presente il rischio che l’atteggiamento dei Paesi candidati all’entrata nell’UE possa essere “fraintesa dalle opinioni pubbliche europee”. Ma è effettivamente così? Hanno mai capito gli europei, in particolare i francesi, cosa la Romania ha vissuto durante il comunismo?
La Romania è un paese disperato. Per mezzo secolo è stata bandita e spedita ai margini del mondo. Per mezzo secolo è stata tra quelli che hanno subito il destino di “paesi che hanno conosciuto una lunga notte dietro alla cortina di ferro, dei paesi che hanno sognato la libertà e sognato l’america …”.
Questa frase appartiene a de Villepin, Ministro degli esteri francese. E’ difficile tradurre la disperazione in una fredda equazione di politica internazionale, ma la Francia si è dimenticato di questo? Quanto era a “favore” o “contro” Parigi quando inglesi ed americani sono sbarcati in Normandia? In questo momento la Romania vede gli Stati uniti come la garanzia più forte che non verrà respinta nello stagno. Questo è il motivo per il quale questo Paese s’avvinghia, con esasperazione e disperazione, a quelli situati in una posizione di potere come gli Stati uniti attualmente, a volte a detrimento della ragione e della democrazia.
Un’altra argomentazione a favore di Chirac potrebbe essere che la Romania ha agito seguendo esclusivamente interessi interni e non rifacendosi a principi politici più generali. E’ certamente vero. Ma chi segue alcuni principi sulla questione Iraq? E’ per pacifismo o per protegger ei propri interessi petroliferi in Iraq che Chirac si mostra così determinato nell’opposizione alla guerra? E’ solo per difendere la democrazia che gli Stati uniti calpestano l’Europa prima di attaccare l’Iraq? Non credo in quella letteratura malata, pubblicata anche in Francia, che vuole dimostrare come l’attentato dell’11 settembre sia stato realizzato dagli americani stessi in accordo con gli ebrei. Ma, sfortunatamente gli Stati uniti stanno ora agendo come se l’11 settembre fosse necessario non avendo altre “scuse” per attaccare l’Iraq. L’inconsistenza delle ragioni per andare alla guerra ha portato milioni di persone per le strade e questa volta non si trattava solo di un gruppetto specializzato nella rottura delle vetrate dei Mac Donald’s.
O forse una ragione è il fatto che il regime dittatoriale di Saddam Hussein sta nascondendo armi di distruzione di massa? E’ per questo che si deve “scoprire” vecchi tubi e padelle nei depositi vuoti di Baghdad? Ma il regime di Him Jong II, un altro vecchio democratico, non fa nessuno sforzo per nascondere i suoi missili nucleari … Applicando gli stessi criteri adottai per l’Iraq l’esercito americano che stazione nel Golfo Persico dovrebbe partire immediatamente per il Mar Giallo. Ma purtroppo la Corea del Nord non possiede giacimenti di petrolio. E neppure la Romania quando aspettavamo che i marines americani ci salvassero da Ceausescu.
Dietro alla battaglia delle dichiarazioni è evidente ad ogni mente lucida che gli americani non atterreranno più in Europa. Alla fine di questa tarantella politica si raggiungerà un compromesso e Chirac è molto cosciente di questo. E’ anche conscio che noi rumeni non possiamo dimenticare che il notro destino è stato legato alla Francia per più di mezzo secolo e che, nel 1997, a Madrid, è stato Chirac a prendere parte a favore della Romania mentre gli Stati uniti si opponevano in tutti i modi ad una nostra entrata nella NATO. E’ anche conscio del fatto che, in poco tempo, la nostra valuta di riferimento sarà l’euro e non più il dollaro.
Se a Chirac non piacciono i film russi gli ricorderò una vicenda francese. Quando la polizia portò indietro Jean Valjean – assieme al candelabro rubato – alla casa del suo ospite, il signor Bienvenu, il prete di Digne mutò il destino del ladro con poche parole “ma ti avevo regalato anche la custodia in argento, mio caro, ed hai dimenticato di prenderla. Eccola qua”.
Cristian Tudor Popescu - TOL