Si è tenuto ieri in Slovenia un doppio referendum nel quale i cittadini erano chiamati a pronunciarsi sul percorso di adesione all’Unione europea ed alla NATO. Soprattutto per quanto riguarda la prima si è trattato di un vero e proprio plebiscito.
Commissione europea
Spettava agli elettori sloveni dare il sigillo definitivo ai percorsi che la Slovenia ha rapidamente intrapreso verso l’Alleanza atlantica e verso l’Unione europea. Ed i risultati non lasciano dubbi su cosa abbiano deciso di fare gli sloveni. Per l’Europa è stato un sorta di plebiscito con l’89,61 per cento di favorevoli. Netta la maggioranza anche a favore della NATO che ha raccolto il 66,02 dei consensi, oltre ogni aspettativa. Alcuni commentatori infatti si aspettavano, alla vigilia del voto, una Slovenia fuori dall’Alleanza atlantica.
Per favorire le scelte di Lubjana erano arrivati in visita nei giorni scorsi il presidente della Commissione europea Romano Prodi, il ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer, il segretario generale della Nato George Robertson.
La Slovenia è arrivata a questa consultazione elettorale con due spettri. Il primo era rappresentato dalla guerra in Iraq. Nei mesi scorsi sono state infatti forti le pressioni sulla Slovenia che, come altri Paesi dell’est, ha dovuto giostrare un difficile equilibrio tra le posizioni espresse da un’UE divisa al suo interno e le pressioni USA. L’opinione pubblica slovena rimane però decisamente contraria all’intervento unilaterale degli USA in Iraq ed è forse questo che ha infine spinto il premier Anton Rop a chiarire, all’indomani dello scoppio dello ostilità, che la Slovenia non partecipava in alcun modo alla guerra e che non faceva parte ne' dei 30 paesi che hanno espresso sostegno all'azione americana ne' dei 15 paesi che, secondo Washington, appoggiano in modo ''tacito'' gli Usa. Per non rischiare che gli elettori bocciassero l’ingresso nella NATO per bocciare l’attuale politica estera USA.
Altra questione che pesava sui referendum di ieri era, come nota Mauro Manzin, giornalista de “Il Piccolo”, l’omicidio del premier serbo Zoran Djindjic. Il tragico evento che ah colpito Belgrado ha infatti riportato sull’intera area balcanica un sentore di instabilità. “E così gli sloveni ieri hanno deciso di tagliare definitivamente qualsiasi seppur piccolo lacciuolo che ancora poteva legare la loro nazione ai Balcani. La Slovenia ha scelto la Nato. La Slovenia ha scelto l’Europa. Perché la Slovenia è Europa”, scrive Manzin.
Reazioni subito positive all'esito del voto sono arrivate dal presidente dell’europarlamento, l’irlandese Pat Cox, che è giunto a Lubiana per salutare la scelta europeista della Slovenia. Alle congratulazioni di quest’ultimo si sono aggiunte quelle del segretario generale della NATO Robertson, del premier tedesco Schroeder e di molti altri.
Diverse saranno d'ora in poi anche le relazioni bilaterali tra Italia e Slovenia. Lo nota il ministro degli Esteri sloveno Dimitrij Rupel, filoeuropeista e filoatlantista della primissima ora: “Adesso con l’Italia – spiega parlando del non sempre facile dialogo con Roma – avremo rapporti di fratellanza. Entrambi saremo nello stesso sistema. Spariranno tutti i fattori che fin qui ci dividevano. Spero che la collaborazione tra Trieste e Capodistria subisca un’accelerazione perché non vedo alcun impedimento su questa strada, visto e considerato poi che verrà meno anche una vera e propria categoria di sloveni e italiani, penso alle comunità che vivono a cavallo del confine. Queste non esisteranno più, perché non ci sarà più il confine”.