“Diversamente Albanesi”, una mostra fotografica di Roland Tasho. “Sono più o meno le stesse persone che conoscevo prima in Albania: molti di loro esercitano la stessa professione che avevano in patria”.
Roland Tasho - Albania
E’ stata inaugurata in questi giorni a Tirana (Korrieri, 15.03.2003) una mostra fotografica di Roland Tasho sulla vita della comunità albanese che risiede in Italia da più di 10 anni. Le 45 fotografie sono esposte alla Galleria Nazionale dell’Arte insieme al catalogo dal titolo “Diversamente Albanesi”. Il progetto è stato sponsorizzato dall’Istituto Italiano di Cultura e dal Ministero della Cultura Albanese. Tasho ha ritratto i suoi connazionali in Italia durante la loro vita di ogni giorno percorrendo l’intera penisola da Palermo a Milano.
I personaggi ritratti dal fotografo erano centinaia ma alla fine gli scatti scelti per l’esposizione si sono ridotti a 45. Tra questi le immagini di medici, camerieri, musicisti, ballerine, impiegati, di persone che, a distanza di 10 anni dalla loro emigrazione clandestina in Italia, fanno oggi una vita normale. “Sono più o meno le stesse persone che conoscevo prima in Albania: molti di loro esercitano la stessa professione che avevano in patria, a Durazzo, a Tirana e in altre città” dice Tasho.
La prefazione del catalogo della mostra, scritta dal celebre romanziere Ismail Kadaré, è introdotta da una fotografia di Piana degli Albanesi, dove da diversi secoli risiede la più vasta comunità albanese d’Italia. Kadaré racconta come gli anni ’90 abbiano segnato il secondo grande esodo di albanesi verso l’Italia, dopo quello avvenuto nel XV secolo. “Questi due eventi sono caratterizzati da una profonda differenza perché mentre nel primo caso furono le grandi famiglie nobili albanesi a fuggire dall’occupazione ottomana nel secondo fu la gente comune a lasciare il proprio paese”.
Tasho ha inteso dare un’immagine diversa degli immigrati albanesi rispetto a quella più comunemente diffusa. Secondo il fotografo queste persone non hanno nulla in comune con i criminali e i mafiosi connazionali. “Molti di loro, pur avendo trovato una vita migliore in Italia, desiderano tornare in patria perché avere una casa, un lavoro, delle opportunità non basta a cancellare la discriminazione e l’emarginazione a cui vengono sottoposti ad opera dei media e dell’opinione pubblica”.
La mostra “Diversamente Albanesi” resterà aperta fino al 25 marzo per spostarsi poi a Roma nelle sale dell’Ambasciata Albanese. Al loro rientro in Albania le foto di Tasho troveranno la loro collocazione definitiva all’interno del Consolato Italiano a Tirana.