La Assemblea della Entità serba di Bosnia si riunisce per discutere della situazione apertasi dopo le dimissioni del presidente bosniaco Sarovic per l’affare “Orao”
L’emblema della Republika Srpska
BANJA LUKA – Il presidente della Republika Srpska - la entità serba di Bosnia Erzegovina (RS) - Dragan Cavic, ha affermato lunedì che il membro della presidenza tripartita nazionale Mirko Sarovic è stato spinto alle dimissioni da un rapporto parziale, orientato politicamente e privo di argomenti. Il rapporto in questione (v. nostro articolo precedente) era stato preparato dal team “Tigre” della comunità internazionale, e chiamava in causa Sarovic per la vendita di armi bosniache all’Iraq in violazione dell’embargo internazionale e per attività di spionaggio condotte in violazione degli accordi di Dayton.
Rivolgendosi ai rappresentanti della Assemblea Nazionale nel corso di una sessione straordinaria tenutasi lunedì, Cavic ha sostenuto la necessità di una riforma dell’esercito della RS, ma allo stesso tempo ha ribadito che la costituzione di una singola forza armata per la Bosnia Erzegovina, richiesta con forza dalla comunità internazionale in sostituzione dei tre eserciti attuali, non è possibile nella pratica ed è contraria alla Costituzione.
Cavic ha dichiarato che deve essere ristabilito l’ordine nell’esercito della RS, sottolineando il fatto che la sua riforma è inevitabile. Parlando delle cause che hanno prodotto l’affare “Orao” – la vendita illegale di armamenti all’Iraq da parte della Bosnia Erzegovina – Cavic ha tenuto a ribadire “ad un certo numero di ufficiali” che i loro comandi non sono a Belgrado, ma a Banja Luka, e che quest’ultimo è l’indirizzo a cui inoltrare ogni eventuale richiesta o rapporto.
”E’ giunto il momento per gli alti ufficiali di capire che il loro destino è qui e che il periodo in cui andavano in Serbia e Montenegro per il week end mentre durante la settimana comandavano le truppe della RS è finito.”
Milorad Dodik, rappresentante del SNSD (Partito Socialdemocratico Indipendente della RS), ha sostenuto le dichiarazioni di Cavic e ha proposto che in 20 giorni il governo della RS regoli il trasferimento di proprietà militare a strutture civili e decida sulla riforma dell’esercito della RS.