Due dei principali quotidiani albanesi si soffermano sul dato allarmante relativo ai suicidi dopo il crollo del regime. Negli ultimi tre mesi si è verificato più di un suicidio al giorno.
Edvard Munch - Pubertà
Il quotidiano Shekulli (01.04.2003) pubblica un articolo dal titolo “Perché gli albanesi si tolgono la vita?” per approfondire la questione delle cause dei suicidi in Albania. Il quotidiano di Tirana intervista il sociologo Edmond Dragoti dell’Università di Tirana che si è occupato della questione. Secondo Dragoti nel periodo della dittatura il numero di suicidi nel paese era molto inferiore ad oggi perché il gesto era condannato dall’opinione pubblica come un segno di degrado morale e di debolezza di carattere. All’epoca di Enver Hoxha il suicidio più famoso fu quello dell’ex primo ministro Mehmet Shehu che si tolse la vita nel 1981 dopo essere stato accusato di essere al servizio dei servizi segreti stranieri.
Secondo Dragoti, durante il comunismo non esistevano sostanziali differenze fra le persone mentre una volta cambiato il sistema politico gli stili di vita hanno iniziato a variare considerevolmente a seconda del livello sociale. Il cambiamento di sistema ha alterato l’equilibrio sociale e familiare precedente e oggi la maggior parte degli albanesi è oberata da problemi quotidiani che in molti casi significa lotta per la sopravvivenza. Nel momento in cui lo stato non garantisce più come in passato la sicurezza sociale, il lavoro, le condizioni minime di vita, la mancanza di prospettive per il futuro immediato e la povertà spingono sempre più persone verso la disperazione e, nei casi estremi, il suicidio.
In un articolo comparso lo stesso giorno su Koha Jone si afferma che la causa più frequente di suicidio è il progressivo impoverimento a cui le famiglie devono fare fronte. Ad esserne vittime sono soprattutto genitori che non sono in grado di mantenere i propri figli e non hanno la possibilità di emigrare per offrire loro una vita più dignitosa.
Tuttavia il fenomeno non colpisce solo adulti ma al contrario oggi ha un’incidenza superiore tra i giovani. Dragoti, riporta Shekulli, è convinto che questa tendenza sia legata alla crisi di identità di cui soffre la popolazione giovane al di là delle comuni difficoltà materiali che affliggono tutti indiscriminatamente. “La vita oggi è molto dura specialmente per i giovani e il suicidio rappresenta per loro una forma estrema di ribellione a questa condizione di malessere”. Il giornale Koha Jone, da parte sua, esprime già nel titolo del suo articolo (“La politica della povertà ed il paese del suicidio”) la convinzione che questo grave fenomeno sociale sia la prova concreta del malgoverno della classe politica albanese che ha spinto molte persone alla povertà e alla disperazione.