La proposta discussa in questi giorni in Macedonia della divisione del Paese in due stati su base etnica è stata definita dal Ministero degli esteri albanese “preoccupante” e “reazionaria”.
Ilir Meta durante una visita alla Casa Bianca
Nell’articolo del 22 aprile “Gli stati etnici – Meta contro Xhaferri” il quotidiano Korrieri riporta la polemica tra il ministro degli esteri albanese Ilir Meta, l’ex premier macedone Georgevski e il leader del Partito Albanese Democratico all’opposizione Arben Xhaferri sull’idea della creazione di due stati su base etnica e sulla possibilità di scambi di territori fra l’Albania e la Macedonia. Meta, a mezzo di un comunicato stampa, ha definito queste posizioni politiche come “preoccupanti” e “reazionarie”.
“Il Ministero degli Esteri albanese”, prosegue la nota diffusa dal suo portavoce, “segue con preoccupazione le dichiarazioni dell’opposizione in Macedonia che esprimono sostegno alla creazione di stati definiti su base etnica e le condanna come posizioni reazionarie non solo perché vanno in direzione opposta ai processi di integrazione dell’Europa sud-orientale nella UE e nella NATO ma anche perché evocano vecchi modelli statali che in quella stessa regione sono falliti portando solo terribili bagni di sangue. La diplomazia di Tirana ritiene l’unica soluzione valida alla questione macedone l’applicazione dell’ accordo di Ohrid”.
Nei giorni precedenti alla replica di Meta il leader del Partito Democratico Albanese, Xhaferri, aveva annunciato le sue dimissioni dalla presidenza del partito per l’incompatibilità tra la sua linea politica e il contesto internazionale, affermando che “gli stati multietnici non hanno alcun futuro”. Il giorno seguente gli aveva fatto eco Ljupko Georgevski, ex premier macedone e oggi capo del maggior partito di opposizione, chiedendo la creazione di due stati etnicamente “puliti” attraverso scambi di territori. Il progetto preverrebbe la cessione all’Albania della parte occidentale della Macedonia, a popolazione in maggioranza albanese, mentre la Macedonia guadagnerebbe le zone orientali dell’Albania abitate in maggioranza da macedoni. Queste posizioni sono state oggetto di critica anche da parte dell’ex responsabile politico dell’UçK, Ali Ahmeti, oggi capo dell’Unione Democratica per l’Integrazione, partito di governo albanese in Macedonia.
In un’intervista rilasciata il 24 aprile al giornale Albania il noto scrittore albanese Kim Mehmeti ha definito le dichiarazioni di Georgevski e Xhaferri uno studiato tentativo, compiuto da due politici consumati, di tornare alla ribalta della scena politica interna. Respingendo con forza l’idea della creazione di due stati etnici Mehmeti ha ricordato come non molto tempo fa Georgevski invocasse le camere a gas per gli albanesi e Xhaferri esigesse che in Macedonia l’albanese fosse l’unica lingua ufficiale. “Questo è il caso esemplare”, ha concluso lo scrittore, “nel quale due visioni politiche agli estremi opposti trovano un punto d’incontro sulla base della reciproca convenienza”.