Il 4 maggio del 1980 moriva in un ospedale di Ljubljana Josip Broz “Tito”. L’anniversario della ricorrenza è stato ricordato a Sarajevo e Tuzla
Non sono mancate le lacrime neppure quest’anno, il quattro maggio, ventitré anni dopo la morte del Maresciallo Tito. E’ una delle scene ricorrenti di Sarajevo, dove davanti alla statua del vecchio comandante si sono ritrovati i cittadini della capitale bosniaca, circa duecento. L’onore è stato tributato con un minuto di silenzio, e poi fiori, canzoni e un grande Grazie (Hvala, che era pure il titolo di una vecchia canzone proveniente dalla Zagorje, regione dove nacque Josip Broz).
Alle tre e cinque minuti del pomeriggio, puntuali, alla stessa ora in cui Tito morì, sono iniziate le manifestazioni non solo a Sarajevo ma anche a Kumrovec, sua città natale in Croazia, a Belgrado e a Tuzla.
Negli anni prima della guerra, alle tre e cinque minuti, c’erano sempre le sirene a ricordare la scomparsa di Tito. La guerra le ha fatte tacere. Un’eccezione alla regola, però, c’è. A Sarajevo infatti è stato da poco aperto un bar di nome “Tito”. E proprio lì, questo quattro maggio alle tre e cinque in punto, dopo tanti anni, si è sentita la sirena. I clienti del Bar con tanto orgoglio si sono alzati e con un minuto di silenzio hanno tributato l’onore a Tito. Tutto questo può sembrare strano, a volte bizzarro. Ma ci fa pure tenerezza. Certo, ci sono tanti che di Josip Broz Tito proprio non vogliono sentir parlare. Per loro era un dittatore, un assassino, un comunista, un Croato per gli uni, un Croato traditore per gli altri… Però, tanti altri rimpiangono l’era di Tito.
Per il ventitreesimo anniversario della sua morte, a Tuzla, è stata pure fondata una associazione, chiamata proprio “Josip Broz Tito”. Davanti a circa seicento cittadini di Tuzla è intervenuta alla assemblea anche Svjetlana Broz, la nipote di Tito. L’associazione è di tipo volontario e si propone di conservare dall’oblio la figura e le opere del presidente. (Oslobodjenje, 05.05.2003)