Ambasciatore: di chi?
19.06.2003
Invece di discutere della qualità e capacità del personale diplomatico e consolare bosniaco all’estero, si parla nuovamente della sua composizione nazionale
Chi è e come ci rappresenta nel mondo: come sono gli ambasciatori bosniaci e il personale consolare in America, Canada, Turchia? Sono colti, educati e parlano le lingue. In questi ultimi anni infatti siamo stati testimoni di numerose storie sul nostro personale di Milano che non riesce a pronunciare due parole di italiano, dei poco gentili e quasi primitivi consoli destinati alla Germania, dei cugini e cugine inviati a Parigi e così via…
Ma questo non sembra un problema importante per la giovane diplomazia bosniaca.
Quello che preoccupa maggiormente Sulejman Tihic, il membro musulmano della presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina, e il giornale Dnevni Avaz del 4 giugno scorso, è la composizione nazionale del corpo diplomatico. Tihic dice, e Dnevni Avaz riprende volentieri, che su 50 ambasciatori presenti nel mondo 19 sono musulmani, 18 serbi, 12 croati e uno della categoria “altri” (non dichiarato oppure di una minoranza). Secondo Tihic, questo non è giusto.
Guardando alla divisone del potere diplomatico secondo la Costituzione, ritiene Tihic, gli ambasciatori musulmani dovrebbero essere 23, quelli serbi 17 e i croati dieci. Poi preoccupa il fatto che in tre su cinque dei paesi membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite - Francia, Stati Uniti e Russia – gli ambasciatori bosniaci siano di nazionalità serba. Così anche in Canada. Solo a Londra c’è un ambasciatore musulmano, e non è giusto che nei paesi più importanti la Bosnia ed Erzegovina sia rappresentata dai Serbi. Allo stesso tempo, Tihic ci ricorda che in 12 paesi islamici gli ambasciatori musulmani sono solamente otto, due i serbi e due i croati. Anche lì andrebbe cercato un equilibrio – ha dichiarato il presidente.
Tihic non è contento neppure di come la Bosnia Erzegovina sia rappresentata presso le istituzioni europee: “Le ambasciate bosniache all’Aja e a Bruxelles hanno ambasciatori croati, ed anche i capi missione presso l’Unione Europea e la NATO, entrambi, sono croati.”
In Bosnia si conta tutto. O meglio, si fanno sempre i conti su quanti sono i Musulmani, se mancano i Serbi, oppure se i Croati sono stati di nuovo trascurati. I numeri sono la cosa più importante. Nella maggioranza degli uni si deve sempre trovare la minoranza leale degli altri. E’ una regola che ormai è diventata un modus vivendi. L’ ultimo esempio è questa “ricerca” di Tihic. Gli altri due membri della presidenza tripartita, Dragan Covic e Borislav Paravac, sono taciturni. Nessuna dichiarazione da parte loro. Non ancora.
Le reazioni, prima o poi, ci saranno. Ma purtroppo, nessuno parlerà della capacità del personale diplomatico e consolare. Verranno fatte osservazioni diverse, per sottolineare che in una certa istituzione i Serbi non ci sono affatto, che i Croati sono pochissimi, i Musulmani troppi…