Il Centro Legale delle donne, un'organizzazione non governativa albanese, lancia l'allarme contro la diffusa pratica delle violenze famigliari sulle donne. Manca una vera tutela delle donne e la legge è inadeguata
L'organizzazione non governativa albanese, Centro Legale per le Donne, lancia l'allarme: circa il 65% delle donne albanesi subisce violenza dentro le mura domestiche ma solo il 5% sporge denuncia alle autorità. Queste cifre, secondo il quotidiano "Shekulli" del 26 agosto, sono le più alte che si registrino in tutto il mondo.
La direttrice del Centro, l'avvocatessa Vjollca Mecaj, intervistata dallo stesso quotidiano, spiega che questa violenza si esprime in forme diverse, può essere psicologica od economica, anche se a prevalere è quella fisica.
"Ad esercitare violenza sono solitamente mariti e suoceri ma non mancano casi di donne maltrattate dai figli. Spesso nelle vittime prevalgono paura e vergogna che impediscono loro di fare denuncia di quanto accaduto alla polizia".
La gravità del fenomeno era già stata denunciata nel 2002 da un rapporto dell'UNDP di Tirana che sottolineava come all'aumento dei casi di violenza domestica sulle donne facessero seguito solo pochi processi penali. La società patriarcale, che pone la donna in posizione di inferiorità rispetto all'uomo, e la crisi della famiglia tradizionale, sviluppatasi nel periodo della transizione post-comunista a causa delle enormi difficoltà economiche e sociali, sono alcune delle cause di questo fenomeno. A rendere ancora più complessa la situazione contribuisce però la stessa legge albanese secondo la quale spetta alla donna maltrattata o violentata fornire prove e testimonianze contro chi le abbia usato violenza. Molte donne, intimidite dalle procedure burocratiche della denuncia o dalla pressione di famigliari e conoscenti, finiscono per ritirare la denuncia o per non sporgerla neppure."La legge albanese, a questo riguardo, deve essere modificata" afferma Mecaj.
Secondo l'avvocatessa in altri paesi europei basta una telefonata della donna maltrattata perché la polizia si rechi al suo domicilio mentre una donna albanese deve andare di persona in commissariato. "All'estero ci sono poliziotti specializzati per questo tipo di casi, che hanno seguito corsi di psicologia e sanno come relazionarsi con una donna che abbia subito violenza. Secondo quanto riferito da diverse donne in Albania invece sono spesso gli stessi poliziotti ad accompagnare a casa la donna che vuole sporgere denuncia rimproverandola di voler rovinare la propria famiglia e di non pensare ai propri figli".
Il Centro Legale delle Donne propone anche l'inasprimento delle pene per questi reati. Attualmente infatti la legge albanese prevede, per i responsabili di violenze domestiche sulle donne, una multa o al massimo qualche mese di prigione. Secondo Mecaj "se la società albanese è diventata più violenta questo fenomeno ha radici nell'ambito famigliare e nella violenza esercitata sulle donne".
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traffico di esseri umani nei Balcani