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Le imprese criminali dell’HDZ

11.09.2003    scrive Drago Hedl

Il sistema mafioso organizzato in Croazia dai nazionalisti dell'HDZ per gestire la guerra, il processo di privatizzazione e le proprie campagne elettorali. Un reportage di Drago Hedl.
Il maggiore partito di opposizione croato, la Unione Democratica Croata (HDZ) che, secondo i sondaggi, potrebbe vincere le elezioni politiche che si terranno nel prossimo novembre, è stato coinvolto in un enorme scandalo finanziario nel 1997. Poco prima delle elezioni politiche e presidenziali di quell'anno infatti, il partito era riuscito a costituire un sistema di vero e proprio racket mafioso ricattando grosse ditte croate perché depositassero ingenti quantità di denaro su di uno speciale conto corrente in una banca di provincia.
La banca scelta per questa operazione era sita a Zupanja, una città che si trova nell'estremità nord orientale del paese, sulla base del ragionamento che nessuno avrebbe sospettato una così piccola banca decentrata. I risultati delle indagini dimostrano che nel corso di appena pochi mesi, il conto segreto dell'HDZ ha incassato 8 milioni di kune (più di un milione di euri), speso poi dal partito per sostenere la campagna elettorale di Tudjman e del partito stesso.

Molte delle ditte ricattate facevano grossi affari con il Ministero della Difesa. Per poter ricevere il denaro dovuto dal Ministero, alle ditte veniva prima chiesto di versare dal 10 al 15% della somma alla banca di Zupanja. Franjo Greguric al tempo era il funzionario di alto grado scelto dall'HDZ per gestire i fondi del partito durante le elezioni. Era lui ad intervenire presso il Ministero della Difesa richiedendo di sbloccare i pagamenti verso le ditte che avevano depositato la tangente sul conto di Zupanja. La raccolta illegale di fondi per le elezioni del 1997 non rappresentò peraltro un caso isolato. L'HDZ aveva condotto tali operazioni per anni, e in base alle testimonianze che ora sono state rese pubbliche appare con sempre maggiore evidenza che tali metodi venivano utilizzati non solo dal partito in quanto tale, ma anche dai suoi funzionari di grado più elevato. Il settimanale "Nacional" sostiene che Tomislav Marcinko, proprietario della "Glumina Banka", era stato costretto a pagare un milione e mezzo di marchi tedeschi in contanti a Ivic Pasalic, il consigliere del presidente Tudjman per gli affari interni. Nel frattempo, la "Glumina Banka" aveva dovuto chiudere, proprio come la "Zupanjska Banka" e un numero di altri piccoli istituti di credito bersaglio del racket organizzato dall'HDZ.

Stipe Gabric, ex membro dell'HDZ, proprietario di grandi coltivazioni di mandarino sulle rive della Neretva, ha fatto una dichiarazione a "Jutarnji list" dopo la sua recente espulsione dal partito ad opera dell'attuale presidente dell'HDZ Ivo Sanader. Gabric afferma che Vladimir Seks, a lungo tempo importante rappresentante dell'HDZ e attuale vice presidente del partito, lo aveva ricattato richiedendogli una somma di un milione di marchi, minacciandolo di deportarlo nel famigerato carcere croato di Lepoglava in caso di rifiuto.
L'HDZ aprì i primi conti bancari segreti all'inizio della guerra in Croazia nel 1991. Il conto corrente più famoso fu attivato nella città austriaca di Villach nella "Bank fuer Kaernten und Steiermark", che conteneva diversi milioni di dollari americani destinati all'acquisto di armi, anche se il denaro fu poi speso anche per altri fini. Ferdinand Jukic, uno dei personaggi più famosi nel traffico di armi del periodo 1991-1992, ha mostrato ad Osservatorio sui Balcani una pila di documenti che testimoniano della destinazione del denaro inviato dalla diaspora croata per contribuire alla difesa del paese. Per avere un'idea della quantità delle somme raccolte, basta dare un'occhiata al documento che informa che il Ministero delle Finanze all'epoca assegnò a Jukic un camion intero per il trasporto del denaro!

Il conto di Villach, tuttavia, non fu utilizzato solamente per comprare armi. Parte dei soldi fu assegnata a membri importanti dell'HDZ che li utilizzarono per acquistare ditte, hotels e banche nel corso del processo di trasformazione e privatizzazione della proprietà pubblica del periodo socialista.
Malgrado l'esistenza di una vasta documentazione su tutte questa attività criminali, nessun alto esponente dell'HDZ è stato finora incarcerato.


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