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giovedì 08 settembre 2022 12:18

 

Romania: sistema sanitario al pronto soccorso

27.01.2004    Da Bucarest, scrive Mihaela Iordache

Ospedali indebitati con i fornitori. Medici che emigrano all’estero. Medicine mutuate vendute sfuse. Il sistema sanitario romeno rischia il collasso.
In ospedale
Il sistema sanitario di un paese riflette in grande misura lo stato reale di una società. Tra i dati statistici più rilevanti per valutare lo stato del sistema sanitario quello sulla speranza di vita: la Romania è tra i paesi europei messi peggio.
La speranza di vita media in Romania è circa di 70 anni, 66,5 anni per gli uomini e 73,2 per le donne. Studi internazionali dimostrano come si sia ridotta in modo drammatico negli anni della transizione. Ed in questo la Romania non si discosta da quanto avvenuto in molti dei paesi dell’ex blocco comunista. Tra questi la Russia, l’Armenia e la Bulgaria.
Le cause di una tale situazione si devono cercare nelle difficoltà della transizione ma anche in servizi sanitari sempre più precari. In Romania la verità è drammatica: la maggior parte dei cittadini farebbe bene a non ammalarsi. Perché quando cominciano i problemi di salute, si rischia non di essere curati ma di peggiorare ulteriormente le cose.
La burocrazia del sistema sanitario, le mance che si è spesso obbligati a dare alle assistenti o infermiere, la mancanza di attrezzature mediche e di farmaci rendono la vita di un malato un vero inferno. A Bucarest, capitale della Romania, perfino le autorità hanno riconosciuto che il sistema sanitario romeno sta attraversando la piu grave crisi degli ultimi 60-80 anni.
Una crisi che scatena le più nere prospettive. Gli ospedali sono sempre più in difficoltà a reperire fondi per attrezzature mediche e farmaci e spesso i pazienti sono obbligati a procurarsi privatamente ciò di cui necessitano. Da qui una corruzione dilagante del personale medico. Una caratteristica che però, a dire il vero, non mancava neppure durante il regime comunista.
Neppure le “mance” sono però sufficienti a frenare la fuga di giovani medici verso l’estero. Il 20% dei laureati in medicina migra negli USA, in Canada o nei paesi dell’Europa occidentale.

Chi rimane si deve adattare a condizioni di austerità. In Romania ci sono 1,86 medici per ogni 1000 abitanti, la più bassa densità di tutti i paesi ex comunisti. A questa situazione già problematica s’aggiunge che molti nuclei familiari si trovano ai limiti della povertà.
Non facile neppure il rapporto tra il medico ed il paziente spesso percepito da quest’ultimo come umiliante. Deve infatti spesso affrontare l’arroganza del personale medico, le file interminabili, l’aleatorietà dei servizi.
E gli ospedali sono sovraffollati. Con situazioni paradossali. Quando ad esempio il direttore di un ospedale si trova a dover rifiutare un ricovero in più, perché già in situazioni di emergenza, altrimenti rischia di risponderne penalmente.

Secondo una decisione del Governo infatti di ogni deficit di budget rispondono penalmente i manager degli istituti ospedalieri. Ed il sistema sembra oramai al limite del collasso. Recentemente una ventina di ospedali ha rifiutato di firmare l’accordo annuale con la Casa Nazionale di Assicurazioni della Sanità motivando l’insufficienza dei fondi. D’altra parte i rappresentanti della Casa Nazionale consigliano agli ospedali di trovare anche altre fonti di finanziamento. Ed a carico dei direttori degli ospedali vi è un’opera di immaginazione che deve essere veramente creativa. Tra i possibili finanziatori anche le municipalità e le autorità locali. Ma sono pochi i comuni che destinano parte del proprio budget a sostenere il sistema sanitario.
La situazione non è rosea nemmeno nelle farmacie. Molte di loro da tempo non ricevono i rimborsi delle ricette per i malati cronici. Queste ultime allora a volte bloccano la fornitura delle medicine mutuate. A danno in gran parte delle persone anziane. Con una pensione di 50 euro al mese è difficile pensare ci si possa procurare medicine se non a prezzi agevolati.
S’assiste spesso a file All’inizio di ogni mese in centinaia si riuniscono di fornte alle farmacie. Il plafond di medicine mutuate è limitato, quindi non tutti saranno in grado di ricevere gratuitamente le medicine, anche se ne avrebbero in modo ipotetico diritto. Negli ultimi tempi però la situazione è ulteriormente peggiorata ed a volte le farmacie si rifiutano di fornire medicine finché non ricevono i rimborsi dovuti.

Ci si arrangia spesso come si può e non è raro che si acquistino addirittura medicine sfuse. Qualche giorno fa un quotidiano di Bucarest citava una farmacista che affermava che per gli anziani consegnano ancora qualche medicina gratis. “2 o 3 pastiglie perché questi quasi piangono per la disperazione”.
Un quadro complessivamente drammatico nel quale però esistono anche alcuni elementi positivi. La Romania assicura ad esempio gratis l’insulina per tutti i diabetici, ha triplicato la capacità delle sezioni di dialisi e pratica uno tra i piu estesi programmi dell’Europa di terapia contro il cancro. Il livello di preparazione dei medici romeni è inoltre mediamente alto.

Si stima che gli ospedali romeni hanno da tempo superato i 250 milioni di euro di debiti verso i fornitori. Qualche giorno fa l’intervento del Governo ha evitato in extremis il collasso. I fornitori si sono rifiutati infatti di approvvigionare gli ospedali se non rimborsati almeno parzialmente dei crediti. Con un decreto il Governo ha reso disponibili dei fondi. Una boccata d’ossigeno che potrà aiutare a continuare la riforma e a far sopravvivere gli ospedali e soprattutto i malati.
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