L'arresto di due ex guardie del corpo di Karadzic è parte della strategia della NATO per catturare il ricercato numero uno della Bosnia Erzegovina. Pubblichiamo la recente inchiesta di IWPR sulla vicenda.
Sfor italiana a Pale
Di
Hugh Griffiths e
Nerma Jelacic, per l'Institute for War and Peace Reporting, IWPR (Balkan Crisis Report N. 479, 5 Febbraio 04)
Tradotto da:
Martin Fontasch, per Osservatorio sui Balcani.
Mentre il cerchio si stringe intorno al latitante ex leader serbo bosniaco Radovan Karadzic, la Forza di Stabilizzazione della NATO in Bosnia, SFOR, segue le tattiche impiegate con successo in Iraq per catturare Saddam Hussein, arrestando le persone legate alla sua rete di protezione.
La SFOR ha arrestato in gennaio due uomini, Dusan "Bato" Tesic e Zeljko "Luna" Jankovic, già guardie del corpo dell'ex capo supremo dei Serbo Bosniaci. La cattura dei due rappresenta una nuova fase negli sforzi per rintracciare l'uomo più ricercato della Bosnia.
La cattura di Tesic ha introdotto un nuovo elemento nella caccia a Karadzic, cioè il coinvolgimento di figure considerate di rilievo nella rete di supporto a Karadzic all'interno di organizzazioni non governative (ong) straniere. Tesic avrebbe lavorato per un certo periodo come faccendiere o – secondo ex impiegati – "esecutore" per una importante ong greca, la IMI (International Mine Initiative). Fonti IWPR hanno rivelato che Tesic ha lavorato come faccendiere per la IMI dal 2001 fino alla data del suo arresto.
La rivelazione potrebbe causare imbarazzo al governo greco e ad altri finanziatori della ong. Una fonte dei servizi di informazione della SFOR ha dichiarato a IWPR il 19 gennaio scorso che l'Alleanza aveva condotto dei controlli sul ruolo della IMI in Bosnia dopo l'arresto di Tesic.
IWPR ha appreso da fonti di intelligence della NATO che la SFOR ha adottato una nuova strategia nel perseguire le persone ritenute proteggere Karadzic. Le nostre fonti hanno dichiarato trattarsi di una strategia promossa dal neo comandante della SFOR, il generale americano Virgil Packett, che da quando è stato assegnato a questo incarico nell'ottobre del 2003 ha dichiarato la propria determinazione a porre fine alla farsa su Karadzic che dura da otto anni, prima che le forze della Alleanza lascino la Bosnia alla fine del 2004.
Le truppe della SFOR hanno tratto in arresto Tesic lo scorso 10 gennaio nella cittadina serbo bosniaca di Pale. La cattura non ha sollevato molto rumore, ma fonti della intelligence bosniaca affermano che l'arresto è sicuramente legato alle indagini SFOR sulla rete dei protettori di Karadzic, e che l'arrestato sta cooperando. "
Bato Tesic sta cantando come un usignolo - ha dichiarato la nostra fonte."
Tesic non ha un avvocato esterno, solo ufficiali della unità JAG (Judge Advocate General) della SFOR per assisterlo.
La seconda cattura messa a segno dalla SFOR – Jankovic – si è verificata il 28 gennaio nella cittadina nord orientale di Bijeljina.
Come Tesic, anche Jankovic aveva lavorato nella polizia speciale di Karadzic e, come Tesic, era già stato arrestato nel 1998 in relazione all'assassinio di un alto funzionario della polizia bosniaca che stava conducendo una indagine sulla rete di protezione di Karadzic. Come Tesic, anche lui si trova ora al sicuro in località ignota.
Tesic è un personaggio con stretti legami all'interno della cerchia di Karadzic. Dopo aver prestato servizio in una unità paramilitare serba nel corso della guerra 1992-95 a Hadzici, vicino alla capitale bosniaca sotto assedio, Sarajevo, è entrato a far parte di un reparto speciale di polizia creato da Karadzic con l'obiettivo di soprintendere alla propria sicurezza.
Man mano che la stella di Karadzic declinava, per Tesic arrivavano i problemi. Nel 1998 fu arrestato su ordine del capo della polizia serbo bosniaca, Ljubisa "Mauzer" Savic, in relazione all'omicidio del vice capo della polizia di Pale, Srdjan Knezevic, in maggio. Knezevic era stato ucciso dopo aver tratto in arresto un noto sostenitore di Karadzic, attirandosi la netta ostilità dei sostenitori dell'ex leader serbo bosniaco.
Tesic fu rilasciato nel Maggio del 1998, senza accuse. Iniziò tuttavia a lavorare immediatamente per una figura chiave del sottobosco nazionalista serbo, divenendo guardia del corpo per la famiglia di Zeljko "Arkan" Raznatovic.
Dopo che il noto leader paramilitare, divenuto padrino della mafia, fu assassinato nel 2000, Tesic fece ritorno in Bosnia dove – secondo una fonte dei servizi segreti della Federazione, il FOSS – lavorò come capo della sicurezza di Dragan Kalinic, capo del Partito Democratico Serbo (SDS) di Karadzic, mantenendo questo incarico per tutto il corso delle elezioni del 2000.
I legami internazionali di Tesic risalgono alla fine del 2001, quando sembra abbia iniziato a lavorare, seppure in forma non ufficiale, per la IMI, cui fu introdotto nel 2001 da un cittadino greco che ne dirigeva le attività in Bosnia, Panagiotis "Panos" Kastoras.
Almeno due fonti hanno confermato che Tesic era utilizzato dalla IMI per fare pressioni sui lavoratori considerati rompiscatole, e più in generale per difendere gli interessi della ong.
Un altro ex impiegato di Sarajevo ha dichiarato a IWPR che Tesic era conosciuto dai vertici della organizzazione, e che aveva stretti legami con il presidente della IMI, Konstantinos Tzevelekos. "
Ogni qual volta Konstantinos parlava con Tesic usava un interprete diverso, che veniva da Atene. Nessun altro poteva tradurre durante questi incontri - ha affermato la nostra fonte." Almeno un impiegato ha dichiarato che Tzevelekos aveva presentato Tesic alla compagnia al Sarajevo Holiday il 22 ottobre 2003, come suo amico.
Con Tzevelekos, la IMI è cresciuta fino a diventare una organizzazione di alto profilo. Fondata nel 2000, il sito web descrive la ong come leader mondiale nel settore dello sminamento ed elenca encomi internazionali fatti dal segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan per il lavoro svolto in Libano. IMI è stata finanziata dal governo greco. Una fonte del ministero degli Esteri di Atene ha dichiarato ad IWPR che IMI ha ricevuto 1.660.620 euri nel 2003 per progetti nella sola Bosnia.
Interrogato da IWPR, il presidente di IMI ha ammesso di conoscere Tesic, ma ha negato di averlo impiegato nella propria organizzazione. Tzevelekos ha detto di aver incontrato Tesic solo "
per un paio di caffè", quando quest'ultimo lavorava come poliziotto. Ha anche affermato che la ong faceva indagini sui curricula lavorativi di tutti coloro che entravano nella organizzazione: "
Facciamo regolarmente controlli sulla fedina penale dei nostri lavoratori, e chiediamo su di loro la opinione del team di sminatori delle Nazioni Unite - ha affermato."
Questa affermazioni sono difficili da conciliare con il fatto che le Nazioni Unite hanno chiuso la propria organizzazione per lo sminamento in Bosnia alcuni anni fa. Al successore locale, il Mine Action Centre della Bosnia Erzegovina, BHMAC, non è richiesto controllare le credenziali di tutti i lavoratori di una organizzazione come IMI. I suoi unici obblighi per legge sono quelli di esaminare i certificati e le carte di identità degli sminatori registrati. BHMAC non avrebbe quindi potuto essere nella posizione di fornire informazioni sul curriculum lavorativo di sminatori non registrati, per non parlare di esecutori e faccendieri.
Il forte interesse mostrato dalla SFOR nell'arrestare Tesic suggerisce che [la SFOR] lo ritenga ancora all'interno della rete di supporto e protezione di Karadzic.
Per quanto riguarda IMI, le difficoltà sollevate dal presunto legame con lui saranno enfatizzate dal provato coinvolgimento della ong con UNIPAK, una compagnia di Pale diretta dall'ex capo della polizia di Karadzic, Radomir Kojic.
Diverse fonti hanno dichiarato a IWPR che dopo che Tesic è entrato nella IMI, il precedente team multietnico della ong è stato sostituito da team serbi di Pale forniti da UNIPAK.
UNIPAK ha più volte attirato la attenzione delle autorità internazionali, in quanto ditta con legami troppo stretti con Karadzic. Il 2 luglio del 2003, Bruxelles ha vietato a Kojic di viaggiare in Paesi UE per il suo presunto ruolo di protezione dell'ex leader dell'SDS.
Anche gli Stati Uniti hanno mostrato preoccupazione per Kojic e la UNIPAK: "
Sono stati fatti passi concreti per assicurarsi che nessun finanziamento o sostegno americano venga diretto alla UNIPAK o ai suoi vari subfornitori - ha dichiarato a IWPR James Cohen, funzionario della ambasciata Usa a Sarajevo."
Fonti IWPR hanno descritto il modo in cui l'arrivo di Tesic – e il coinvolgimento di UNIPAK – hanno avuto effetto sulla composizione della forza lavoro della IMI.
Robert Sofradin, di nazionalità croata, ha lavorato a Boderiste, Brcko, dall'ottobre al dicembre 2001, e apparteneva al team multietnico di sminatori di Brcko licenziati nell'inverno del 2001. gli venne detto che sarebbero tornati a lavorare nella primavera del 2002 per terminare il loro progetto.
"
Non ci hanno più contattato - ha dichiarato Sofradin a IWPR -
e hanno fatto venire gente da Pale. Avevamo i nostri contratti, ma non ci hanno mai spiegato perché non siamo stati chiamati a finire il nostro lavoro, per il quale eravamo sotto contratto."
Il presidente della IMI ha negato tutto questo, dichiarando a IWPR che il team multietnico non era stato sostituito da forze puramente serbe, aggiungendo che almeno un Croato Bosniaco era rimasto nel suo team in tutto il mondo.
Dopo che la UNIPAK è stata inserita in quella che è divenuta una lista nera internazionale nel luglio 2003, le sue operazioni sono state ridotte. Ma tre fonti nella comunità degli sminatori hanno dichiarato che sminatori della UNIPAK continuano a lavorare per IMI.
Le fonti hanno affermato che lavoratori della UNIPAK sono hanno continuato a lavorare all'interno di progetti IMI in Bosnia fino alla fine dell'anno scorso, mentre altri lavorano per la IMI in Medio Oriente. Un ex impiegato della IMI ha detto a IWPR: "
Non abbiamo subcontrattato la compagnia, ma solo i lavoratori. Per questo ci serviva il contatto con Kojic."
"
A Pale tutti lo temono, quindi IMI non lo poteva fregare. Ha legami nell'attuale governo bosniaco, e con "il pezzo grosso" - ha dichiarato l'ex impiegato, facendo riferimento al nome in codice di Karadzic."
L'arresto di Tesic e Jankovic sembra segnare una importante tappa in quello che le fonti SFOR hanno affermato essere una imminente svolta nel caso Karadzic. La accelerazione nella caccia è direttamente legata al fatto che il tempo per le forze della Alleanza in Bosnia sta per scadere – lasceranno il Paese verosimilmente entro la fine del 2004.
Nel frattempo, l'arresto di Tesic minaccia di mettere in imbarazzo anche la IMI, e i suoi sostenitori all'interno del governo greco. Nella migliore delle ipotesi, sono imputabili di negligenza nel controllo dei curricula di alcuni dei loro partners locali. Nella peggiore, rischiano di essere accusati per aver consapevolmente coltivato legami con persone appartenenti alla rete di sostegno e aiuto di Radovan Karadzic, il ricercato numero uno della Bosnia.
Hugh Griffiths è coordinatore di indagini per IWPR; Nerma Jelacic è project manager per IWPR a Sarajevo.
I nostri precedenti articoli su Karadzic e Mladic:
Generale Mladić: il primo test del nuovo governo serbo
Pale: la SFOR perquisisce la radio della figlia di Karadzic
Mladic, il paradigma delle debolezze della Serbia
Del Ponte: sono stanca di ripetere alla RS di non proteggere Karadzic
Radovan Karadzic: lo si vuole veramente catturare?
Karadzic riappare in pubblico con una lettera
Karadzic gioca a nascondino?
Mladic e Karadzic latitano, ma non sulle bancarelle
Karadzic riappare in pubblico con una lettera