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giovedì 08 settembre 2022 12:18

 

Romania: da Dracula all’ecoturismo

01.04.2004    Da Bucarest, scrive Mihaela Iordache

Le autorità rumene dicono di aver provato di tutto, ma di non essere ancora riusciti a convincere i turisti internazionali a visitare la Romania. Ora puntano sulla valorizzazione delle aree naturali.
Il Delta del Danubio
La Romania si prepara ad una nuova offensiva pubblicitaria con cui spera di attirare più turisti che in passato. Dopo aver sperimentato senza grande successo diverse formule per invitare i turisti a scoprire il Paese, le autorità di Bucarest hanno cambiato strategia: la soluzione potrebbe essere quella dell’ecoturismo. “Perché”, dice il ministro dei trasporti, costruzioni e turismo, Miron Mitrea, “Abbiamo provato di tutto finora ma non sono arrivati i risultati desiderati”.
Nemmeno il personaggio leggendario Dracula è riuscito a fare miracoli ed il megaprogetto “Dracula Park”, fortemente contestato dagli ambientalisti, è rimasto solo sulla carta. Dracula non è riuscito a far superare la soglia dei cinque milioni di turisti stranieri l’anno scorso, ma forse ci riusciranno i clip pubblicitari che da maggio si potranno vedere su CNN, Euronews o Eurosport. “Il turismo romeno sarà promosso, tra l’altro, con sequenze del film Cold Mountain che descrivono il paesaggio della Transilvania”, ha annunciato di recente anche il Ministro degli esteri, Mircea Geoana.
Per la campagna di promozione e per i lavori di sviluppo dell’infrastruttura turistica sono stati stanziati per l’anno in corso quasi 80 milioni di euro. Con questi soldi la Romania turistica dovrà cambiare faccia. I fondi saranno investiti soprattutto per lo sviluppo del Porto di Tomis sul Mar Nero, delle zone rurali di Bucovina (nel nord-est del Paese) ricche di monasteri e delle foreste carpatiche o del Delta del Danubio. E proprio il Delta del Danubio potrebbe rappresentare il punto forte del rilancio del turismo romeno.
Con una superficie di 5640 km quadrati, 300 specie di uccelli e più di 1150 tipi di piante, il Delta e’ stato dichiarato dall’UNESCO “Riserva della Biosfera”. Nonostante la sua paradisiaca varietà ambientale che comprende paludi ed acquitrini, dune emergenti, isole, laghi e canali, solo 50.000 turisti hanno visitato l’anno scorso il Delta del Danubio. Una cifra certo non indicativa delle potenzialità dell’area. Il governatore della Riserva della Biosfera del Delta del Danubio, Virgil Munteanu, considera che il Delta potrebbe accogliere due milioni di turisti l’anno.
Sul Delta del Danubio vivono circa 15.000 persone. Particolarmente caratteristici i villaggi di pescatori, sperduti nel tempo dove la gente vive in simbiosi con la natura e lontana dalla modernità. Gente dell’acqua del Danubio, gente semplice ed ospitale per la quale l’energia elettrica, per esempio, non fa ancora parte della vita quotidiana. Il Delta avrebbe, pero’, bisogno di un’infrastruttura apposita che porti i turisti a visitarlo. E’ quello che sta provando una società mista americano-britanica che ha previsto cinque milioni di euro per la costruzione di una zona di turismo ecologico su una superficie di 10 ettari. Quello che manca al turismo romeno non e’ solo infatti una buona pubblicità, finora scarsa, ma anche infrastrutture. Con un’unica autostrada nel Paese il trasporto diventa sempre un problema di tempi ed anche di qualità del viaggio visto che le strade non sono sempre in buone condizioni.
La natura e’ quindi, il punto principale di partenza della nuova strategia turistica della Romania. Su una superficie totale di 237.500 km quadrati, il 31% e’ rappresentato dalle montagne. Sono i Carpazi dove si può praticare l’alpinismo o dove gli appassionati della speleologia hanno a disposizione più di 14.000 grotte.
Una storia di successo viene proprio dai contadini di queste zone montane che riescono ad attirare sempre più turisti. Perchè, nelle montagne dei Carpazi, la gente non ha aspettato le iniziative governative. Non ha aspettato progetti da Bucarest ma si è messa da sola a sviluppare l’agriturismo. Ora sono I contadini dei Carpazi ad ispirare le strategie governative in materia.
La “capitale”del turismo rurale si trova nella zona”Bran-Moeciu” in Transilvania. Approfittando che a Bran si trova il famoso castello di Dracula e soprattutto sfruttando la bellezza e varietà del paesaggio, la gente di Bran-Moeciu ha messo in piedi un vero e proprio modello per il turismo rurale romeno. In molti Qui si sono messi a costruire nuove case, rispettando però la tipologia dell’area: tutte in legno, anche sfruttando foreste più che generose. Le camere in stile rustico messe a disposizione dei turisti sono tutte dotate di bagni moderni. Questa gente di montagna, sempre decisa, ha scommesso sul turismo rurale e ha vinto.
Quasi tutti i proprietari di pensioni inserite nell’ambiente del villaggio romeno sono soci dell’Associazione Nazionale del turismo ecologico che li promuove in Romania e soprattutto all’estero. Un’associazione che oramai conta piu’ di 2500 membri. I loro slogan sono semplici: puntano sulla natura, sulla tranquillità e il silenzio del posto, sull’ospitalità della gente, sull’aria buona e il cibo sano. Preparano tutto in casa, crescono animali e coltivano frutta e legumi. Alla mattina ti sveglia il canto del gallo e la sera c’è lo spettacolo delle mucche che rientrano nel villaggio e poi si fermano sicure davanti alla propria porta aspettando che i proprietari le faccino entrare. Sono cose semplici ma profonde che fanno parte dall’eternità perché - citando il poeta romeno Lucian Blaga - “l’eternità é nata nel villaggio”. Le pensioni turistiche sono da 1-5 margherite (l’equivalente delle stelle alberghiere) e una pensione completa costa intorno a 20 euro a persona al giorno.
Puntando sull’ecoturismo, la Romania vuole rivelare al turista i villaggi, i parchi e le riserve naturali del Paese. Ma si sta puntando anche sulle visite ai siti archeologici. Sono numerosi quelli con resti del periodo della Tracia, del periodo ellenico e romano.
Le autorità si sono inoltre accorte che grande è l’interesse per i monumenti religiosi. Si intende quindi valorizzare i tesori spirituali della Bucovina (nel nord-est del Paese), monumenti religiosi riconosciuti Patrimonio Universale dall’Unesco. Qui si trova “Voronet”, una delle più belle chiese ortodosse d’ Europa. Conosciuta anche come la “Cappella Sistina dell’Est, ” la chiesa fu fondata nel 1448 da Stefano il Grande.
Forse la chiave per una nuova strategia del turismo romeno è riscoprire i suoi tesori veri e sempre validi, quelli che riescono a vincere anche il tempo. Intanto le autorità di Bucarest si dichiarano ottimiste e considerano che nel 2004 il numero dei turisti stranieri che visiteranno il Paese crescerà del 15%. Si tratterebbe di stime basate sul potenziale turistico del Paese, sulla nuova strategia e offensiva pubblicitaria e non ultima, sulla tendenza generale nel turismo. Secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale del Turismo la Romania si colloca al secondo posto, dopo la Bulgaria, per crescita di turisti stranieri nell’anno scorso con un aumento del 14%. Tutto questo nel contesto di un generale aumento di presenze di turisti stranieri in Europa centrale ed orientale.

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