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Romania e minoranze sessuali

17.06.2004    scrive Mihaela Iordache

Due anni fa il Parlamento ha eliminato dal proprio codice penale un articolo che puniva i rapporti omosessuali. Un primo passo. Ma il 40% dei romeni pensa ancora che le comunità gay non dovrebbero avere diritto di cittadinanza in Romania.
Parte del logo dell'associazione Accept


Prima della Rivoluzione dell’89 l’omosessualità era un argomento tabù in Romania. Ora invece le minoranze sessuali sono diventate argomento di dibattiti pubblici, televisivi o articoli sui giornali. Se ne parla pro e contro, spesso invocando il cammino europeo e implicitamente il rispetto per i diritti umani. Le organizzazioni non governative che lottano per i diritti dei LGBT (lesbiche, gay, transessuali e transgender) sono riuscite solo da due anni a far abrogare dal Parlamento di Bucarest l’articolo 200 del Codice Penale che puniva i rapporti omosessuali.



L’omosessualità non è quindi più un reato ma restano ancora da superare i forti pregiudizi radicati nella società romena che, come direbbero le autorità, “non è ancora preparata ad accettare la diversità”. Eppure, dal 3 al 9 maggio scorso, si è tenuto a Bucarest “Il festival della Diversità”, la prima manifestazione pubblica delle minoranze sessuali in Romania.



Sotto lo slogan “hai il diritto di essere diverso” il festival aveva lo scopo di promuovere la libertà di pensiero e di espressione delle minoranze sessuali e allo stesso tempo l’educazione culturale e sociale della cittadinanza della capitale. I principali organizzatori - l’associazione Accept (la prima in Romania a promuovere i diritti dei LGBT e la Fondazione per una società aperta - si sono dichiarati alla fine della manifestazione soddisfatti per aver raggiunto il loro scopo, per aver stimolato il dibattito ed essere in pratica “entrati in un cammino di normalità”.



Gli stessi organizzatori ammettono però che la partecipazione è stata abbastanza scarsa; a causa dei pregiudizi molto radicati nella società i LGBT temono di manifestare la propria identità sessuale. Sono stati organizzati dibattiti sull’intolleranza, discriminazioni e omofobia, presentazioni di libri e proiezioni di film (queste ultime considerate un successo in merito alla partecipazione). Tuttavia è mancata la sfilata. Perché, dicono gli organizzatori, la paura della disapprovazione pubblica ha impedito di manifestare per le strade di Bucarest con la sfilata che tradizionalmente si svolge in altri Paesi.



I membri delle comunità LGBT sperano però di poter organizzare una sfilata fra 2 o 3 anni. Secondo varie statistiche le comunità LGBT della Romania si confrontano con la più grande ostilità sociale rispetto a tutte le altre minoranze. Il 40% degli intervistati, in un sondaggio realizzato nel 2003 della Società Gallup, non è d’accordo col fatto che in Romania vivano omosessuali o lesbiche. Dati che, secondo quanto affermano i diretti interessati, rispecchiano bene l’intolleranza e la discriminazione che si trovano a subire. I LGBT lamentano non solo l’alto grado di intolleranza a livello di società civile ma anche a livello delle istituzioni.



Considerano infatti che ci sia reticenza da parte delle autorità ad accettare la loro diversità. Un esempio: il Consiglio Nazionale per la lotta alle discriminazioni, istituzione governativa, ed il Comune del settore 3 di Bucarest hanno deciso, all’ultimo momento, di ritirare la loro adesione al Festival della Diversità.




Gli interventi a favore degli omosessuali nel Parlamento romeno sono casi isolati; si è invece polemizzato per anni sulla decisione di abrogare l’articolo di legge che incriminava questa minoranza. L’articolo è stato poi sospeso soprattutto per le ripetute pressioni dell’Unione Europea che continua comunque a sottolineare come l’intolleranza verso la comunità omosessuale sia ancora una piaga aperta in Romania. Un’opinione condivisa anche dal deputato Julia Pataki, rappresentante dell’Unione Democratica dei Magiari della Romania nel Parlamento di Bucarest. Pataki parla di una società romena ”indottrinata dai più disgustosi miti, paure e stereotipi legati agli omosessuali che sono costretti ad avere una doppia vita, a nascondersi per la paura di perdere il lavoro, la famiglia, gli amici o, negli altri casi, di subire attacchi fisici”. Per sostenere le sue accuse di discriminazione il deputato della minoranza magiara riporta anche l’esempio di una recente decisione del Ministero dell’Educazione assieme a quello della Sanità di vietare l’accesso degli insegnanti nel sistema d’istruzione pubblico se questi “soffrono di problemi di identità e preferenze sessuali”.




La comunità gay romena ritiene che i principali avversari della propria emancipazione siano la chiesa e i movimenti di destra. Molti rappresentanti della chiesa ortodossa romena - che è tra le istituzioni quella che gode della più alta fiducia dei cittadini - ritengono che “la propaganda omosessuale sia scandalosa” e la percepiscono come un attacco diretto al cristianesimo. La chiesa ortodossa si è espressa ripetutamente anche contro l’abrogazione dell’articolo di legge che incriminava i rapporti omosessuali. Il presidente dell’associazione “Accept”, Tudor Kovacs , aggiunge che contro gli omosessuali ci sono state inoltre proteste e raccolte di firme da parte di diverse organizzazioni di estrema destra e di associazioni conservatrici.



In Romania non vi sono statistiche sul numero di LGBT. Secondo l’associazione Accept tra il 5% e il 10% della popolazione farebbe parte di queste minoranze. La maggior parte di questi non manifesta apertamente la propria tendenza sessuale (il coming-out), trovando difficile superare i pregiudizi pesanti della società. E quando decidono di farlo accade solo in cerchi ristretti di amici o all’interno della famiglia. Molto raramente invece davanti a colleghi di lavoro o a semplici conoscenti.



Tuttavia nella capitale e nelle principali città come Timisoara o Cluj sono aumentati da un anno all’altro i bar e i locali legati a questa minoranza. Frequentati soprattutto da gay e lesbiche sono diventati anche luoghi non solo di semplice intrattenimento ma anche di incontri in cerca di un partner. Nella provincia sono in particolare le città dell’ovest del Paese ad avere un numero più alto di bar e locali per LGBT. Prendono piede anche le manifestazioni che hanno al centro le minoranze sessuali, cosa impensabile solo fino a qualche anno fa. In maggio nella città di Cluj in Transilvania in anteprima la comunità gay ha designato Florin, 22 anni, Mister Gay 2004.



Nella Romania postcomunista, in transizione verso i valori dell’Unione Europea, si sono registrati senza dubbio dei cambianti nei confronti dei LGBT. Cambiamenti considerati ancora insufficienti dalla comunità gay ma visti come eccessivi da molte persone che accusano le minoranze sessuali di chiedere sempre di più e di strumentalizzare il ruolo di vittime. Intanto i matrimoni gay e la possibilità di poter adottare un bambino rimangono anche per le minoranze sessuali della Romania un obiettivo da raggiungere.




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