Una mappa di alcuni dei principali centri, media alternativi, case editrici che nella ex Jugoslavia si occupano di movimenti "alterglobal" e di tematiche legate alla globalizzazione
Ljubljana, il Metelkova
Una attivista italiana, di Brescia, raccontava ad un gruppo della ex Jugoslavia della propria grande delusione rispetto ai movimenti alternativi alla globalizzazione affermatisi nella Unione Europea e negli Stati Uniti, e di come invece lei ravvisasse un decisivo potenziale di cambiamento in Paesi provenienti dalle aree cosiddette ai “margini” o alla “periferia” del sistema mondiale (perché proprio questi Paesi raccolgono le conseguenze più negative della globalizzazione). Alla maggior parte delle persone che vengono da questi “Balcani immaginari”, la tesi non appare troppo realistica. La esperienza di un qualsiasi gruppo che abbia tentato di affrontare anche superficialmente questa tematica, e che si sia sforzato di introdurla nel campo della discussione pubblica attraverso l’accesso ai media, per estendere quanto possibile la nozione di globalizzazione, in genere è sempre stata senza risultato. Tuttavia, benché sia difficile sostenere con argomentazioni razionali il ragionamento che vorrebbe i Paesi “periferici” detentori di un maggior potenziale per il cambiamento, nei Balcani ci sono effettivamente importanti centri teorici e di iniziativa all’interno dei quali si produce talvolta anche un pensiero critico sulla questione della globalizzazione.
Peraltro, neppure tutte le “scene” nei Paesi nati dalla sanguinosa dissoluzione della Jugoslavia hanno uguale peso. Ad uno sguardo superficiale, possiamo notare che la scena alternativa che si è formata in Slovenia dalla fine degli anni ’60 ad oggi, in questo momento, è la più significativa. Nonostante la maggioranza delle organizzazioni, dei media e delle persone che hanno costruito la propria identità attraverso idee liberali nel corso degli ultimi 50 anni non si definiscano come “alterglobal”, queste rappresentano in ogni caso i punti più significativi per la riflessione critica sulla democrazia corporativa e sui processi della globalizzazione. In Slovenia, tra i centri più noti, ci sono Radio Student, il centro culturale alternativo Metelkova e la scuola lacaniana di teoria psicanalitica che si è raccolta intorno alla figura centrale di Slavoj Zizek (professore alla Università di Ljubljana).
Radio Student
Radio Student è nata il 9 maggio del 1969 a Ljubljana, capitale della Slovenia, come eco delle proteste studentesche del 1968. La radio è stata fondata dalla Associazione Socialista degli studenti della Università di Ljubljana. Nel corso dei suoi 35 anni di vita, Radio Student è cresciuta, ma senza modificare sostanzialmente il proprio concetto liberale. Così, una delle priorità della radio è la promozione degli interessi delle minoranze sociali e culturali. Tutti coloro che non appartengono alla parte “mainstream” della società possono trovare in Radio Student un valido alleato, che può sostenerli nella rivendicazione dei propri interessi legittimi. Mantenendosi a distanza da tutti i centri di potere (politici, religiosi e finanziari), Radio Student si è affermata come un importante centro di produzione di pensiero critico. Una parte degli spazi della Radio è stata ceduta a organizzazioni, iniziative e persone che non potrebbero trovare posto all’interno dei “media commerciali”, ma che hanno un approccio critico nei confronti delle attuali tendenze della società. In primo luogo quando si parla della globalizzazione. Allo stesso tempo, è molto importante il contributo dato da Radio Student nella pubblicazione di produzioni musicali alternative (hard-core, techno, reggae rap, blues, jazz, etno e “classiche” contemporanee).
Metelkova
Un altro contrappunto insostituibile alla cultura delle corporazioni, in Slovenia, è rappresentato dal Centro Culturale Metelkova. Questo centro è nato dalla occupazione delle caserme dell’Esercito Popolare Jugoslavo (Jna) nel centro di Ljubljana (prima questi acquartieramenti militari erano appartenuti agli eserciti austriaco, ungherese, italiano e tedesco). All’interno di Metelkove lavorano diversi gruppi e individui: anarchici, verdi, queer, artisti, teorici ecc. Se da un lato possiamo dire che attraverso Radio Student i gruppi “marginali” possono affermare la propria esistenza mediatica, d’altro canto il centro culturale Metelkova offre loro lo spazio per realizzare i propri progetti. All’interno di questo centro ci sono diverse gallerie, clubs, info-points, ostelli ecc. Sembra che una buona parte della scena alternativa slovena abbia promosso un luogo nel quale è possibile mostrare esempi che contraddicono l’idea che lo stile di vita conformistico sia l’unica soluzione che abbiamo a disposizione.
Slavoj Zizek
Oltre a questi due contrappunti affermatisi nella cultura e nella politica, un elemento molto importante per la costruzione della scena alternativa slovena è rappresentato da Slavoj Zizek. Professore all’Università di Ljubljana, fondatore della Società per la Teoria Psicoanalitica e importante attivista all’interno della scena alternativa slovena nel corso degli anni ’80, Zizek ha avuto una diretta influenza nella formazione di una nuova generazione di intellettuali che non si sono collocati nel quadro della nazione, della ideologia o della religione. Gli intellettuali che hanno subito la influenza di Slavoj Zizek hanno a loro volta contribuito alla articolazione dei movimenti alternativi formatisi nella ex Jugoslavia nel corso degli anni ’80 e ’90 (Boris Buden ha avuto un grande successo in Croazia con la rivista Arkzin. In Serbia il gruppo raccoltosi intorno al Centro per l’Arte Contemporanea e la rivista Prelom ecc.)
Kontrapunkt
Nel tentativo di individuare nella mappa delle repubbliche della ex Jugoslavia i contrappunti alla cultura e alle tendenze politiche dominanti, non possiamo tralasciare le iniziative di base che vanno sotto il termine di “Kontrapunkt” (Belgrado). Il portale, che si trova all’indirizzo www.kontra-punkt.info, cerca di offrire informazioni su tutti gli avvenimenti e le iniziative che riguardano movimenti alternativi alla globalizzazione nei Balcani e nel mondo. Nato dalla rivista anarchica Kontrapunkt, questo portale, oltre ad un ruolo informativo tenta di promuovere anche discussioni che si basano su teorie anarchiche e sul sostegno ad un ventaglio più ampio di movimenti che hanno un approccio critico al neoliberismo e alla globalizzazione.
Samizdat
Anche la casa editrice Samizdat si è unita al tentativo di rendere attuale attraverso i media in Serbia la tematica della globalizzazione, o di rendere evidenti gli aspetti negativi di questo fenomeno. Questa casa editrice è stata creata in risposta alla chiusura di radio B92 (stazione radio indipendente di Belgrado), avvenuta durante il regime di Slobodan Milosevic. Il redattore di Samizdat, Dejan Ilic, attraverso la rivista su tematiche culturali e sociali “Rec”, ha dedicato un grande spazio ai processi della globalizzazione (in questo modo una rivista molto conosciuta ha consacrato un proprio numero a questi temi creando così un precedente nella tradizionale chiusura dei media rispetto a questa tematica). Samizdat ha proseguito con questo genere di penetrazione nel mondo dei media con la pubblicazione del popolarissimo libro di Naomi Klein, “No logo”.
Possiamo ritenere con una certa sicurezza che questi tentativi pionieristici hanno già avuto un certo successo nel sensibilizzare i giornalisti rispetto al non confondere un antiglobalismo nazionale, primitivo, con l’alterglobalismo, e in questo modo hanno provocato un grande passo in avanti verso la costruzione di nuove identità politiche ed alternative culturali. In questo modo sembra che, rispetto alla enorme importanza dei fatti in questione, per il momento il processo della globalizzazione sia illuminato perlomeno da un lumicino, che già ora ha una influenza determinante nello sviluppo futuro delle traumatizzate società dei “Balcani immaginari”.