“Sono un pò stordita, i photo call, il tappeto rosso, le feste. Ci trattano da star, ma io ho solo fatto un film!” parole di Sophia Zornitsa, la regista bulgara che si è aggiudicata il 10° Sarajevo Film Festival
Sarajevo Film Festival
Scrive Valentina Pieraccini
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Arrivato alla decima edizione, il Sarajevo Film Festival mantiene tutte le aspettative e le promesse legate al primo anniversario. Tutta la città sembra animarsi e vivere per poco più di otto giorni in funzione di una mostra cinematografica di tutto rispetto sia nel programma filmico sia nelle presenze locali e internazionali. La giuria presieduta dal britannico Mike Leigh (regista di “Tutto o Niente” e dell’imminente “Vera Drake” dramma sul tema dell’aborto in concorso alla 61esima Mostra del cinema di Venezia), ha premiato il bulgaro “Mila from Mars” (Mila sa Marsa), la storia in un’ora e mezza di una sedicenne in fuga dalla città e da un legame pericoloso che si ritrova in un paesino di provincia ad affrontare il passaggio verso l’età adulta.
La regista Sophia Zornitsa, sceneggiatrice e co-produttrice della pellicola, non è nuova a veder premiato il suo talento – Mila from Mars si è già aggiudicato il Kodak award come miglior film bulgaro all’ultimo Sofia Film Festival – ma davanti a un lungo kafa racconta in semplicità di come tutto la stupisca in questo ambiente. E quando le chiediamo come abbia scelto la protagonista – la ventisettenne Vesela Kazakova – spiega: “Non amo le attrici perché in generalmente sono capricciose e alla ricerca di uno status da diva. Essendo al timone di una produzione low-budget avevo tremendamente bisogno di trovare e lavorare con qualcuno capace di dedizione assoluta. Vesela mi è parsa subito quella adatta, e ne ho avuto la certezza dopo aver visionato ogni suo film precedente senza però averla mai contattata”.
“Arrivata al sesto casting – ride, spiegando che significa aver provinato praticamente tutte le attrici bulgare – la incrocio in un ristorante. D’istinto l’ho seguita dritta alla toilette pur di consegnarle la sceneggiatura e proporle la parte!”.
La semplicità e spontaneità di quest’incontro sono lo spettro di tutta la manifestazione, dove al party della mezzanotte al Press Center è facile incontrare elementi di spicco del cinema balcanico quali Pjer Žalica e Srdjan Vuletic o Danis Tanović (premio Oscar per “No man’s Land” nel 2001), al fianco di Anthony Mighella (Oscar per “Il Paziente Inglese” nel 1996 e attualmente al lavoro su “Breaking and Entering” che nulla ha da spartire con il brano omonimo dei Prodigy) e una chiacchierina Carol Bouquet.
Non si pensi che Il SFF sia un prodotto solo e strettamente locale. Con abile mano l’organizzazione ha annesso al programma anche pellicole decisamente più commerciali – piacevolmente in lingua originale visto che qui non è mai uso doppiare neppure per le sale pubbliche – quali Spider-Man 2, Shrek 2 e Immortel. Quest’ultimo molto atteso da una schiera di fanatici degli effetti speciali a tutto campo. La sensazione è quella di trovarsi al centro di una manifestazione ottimamente organizzata e bilanciata, con delle ambizioni di crescita nell’immediato futuro parallele a quelle della città in cui si anima, ancora ferita dal recente conflitto ma intenzionata a lasciare il tema della guerra da parte come assicura il giovane regista Tudor Giurgiu, impegnato nelle riprese d’un film d’amore. Duole solo notare che alla presenza di stampa americana e francese non ne corrisponde una italiana.
Al fianco del Miglior Film, c’è spazio anche per un premio speciale della Giuria assegnato al croato “A Wonderful Night in Split” (Ta Divina Splitska Noć), in cui durante la notte di capodanno tre storie s’affacciano al nuovo giorno, storie di coppie particolari, dalla teenager intenzionata a perdere la verginità alla tossicodipendente disposta a prostituirsi per pagarsi la dose. Nel cast anche Marija Škaričić vincitrice per la miglior interpretazione femminile, mentre quella maschile va a Milan Točinovski nel macedone “How I Killed a Saint” (Kako Sam Ubio Sveca). Tutti pragmaticamente premiati con cifre dai 2’500 ai 25'000 Euro, perché uno dei temi quotidiani di un festival giovane è la continua ricerca di fondi. Lontano da Hollywood non è facile trovare sponsorizzazioni – è quasi un leit motif dai tavolini del antico centro turco al palazzoni austro-ungarici passando per chiese e moschee. Appuntamento quindi tra un anno, nuovamente sulle rive della Miljacka, per cosa l’ingegno degli artisti locali avrà prodotto di nuovo.
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