Pubblichiamo una breve rassegna di alcune delle notizie relative al “Giorno del ricordo” e alla fiction televisiva trasmessa dalla RAI, “Il cuore nel pozzo”, pubblicate nei giorni scorsi dalla stampa d’oltremare
Immagine pubblicata da Novi List, 11 feb.2005
La questione delle foibe e la “Giornata della memoria”, nonché la fiction televisiva “Il cuore nel pozzo” hanno trovato ampio spazio sulle pagine della stampa d’oltremare. Nonostante non ci siano state reazioni ufficiali dei governi, sui quotidiani sloveni e croati sono usciti nei giorni scorsi articoli e trafiletti su questo argomento.
Il 9 febbraio, il quotidiano sloveno “Dnevnik” riporta u lungo articolo sulla fiction televisiva. Oltre a riportare dell’alta percentuale di audience ricevuta in Italia dalle due puntate dello sceneggiato, sottolinea la reazione dell’
Accademia liberale slovena alla proiezione del film, valutato come “opera di indottrinamento e di propaganda politica”. Dal canto suo l’Accademia slovena – riporta il Dnevnik - ha controbattuto con la proiezione di un altro film dal titolo “Nel mio Paese”. Una pellicola sui crimini commessi dagli Italiani e dai Tedeschi nei confronti degli Sloveni, girata nel 1948. L’Accademia, si legge, ha esplicitamente chiesto al governo sloveno di reagire a questa “manipolazione della storia”.
Sullo stesso tema prende posizione il quotidiano della minoranza italiana in Slovenia e Croazia, “La voce del popolo”, con un articolo intitolato “’Furono giustiziati 284 fascisti’ - I combattenti dell’Istria reagiscono alla ‘campagna denigratoria’”. Nell’articolo la fiction televisiva “Il cuore nel pozzo” viene contestata dall’
Associazione regionale dei combattenti antifascisti, la quale dichiara che lo sceneggiato è “falso, denigratorio e fuorviante”. Il pezzo del quotidiano di Pola prosegue citando il commento di Tomo Ravnic, membro dell’associazione, intervenuto durante la conferenza stampa del 9 febbraio.
“Da quando in Italia è salito al potere Berlusconi per noi le cose sono cambiate: per certa stampa ogni occasione è buona per dire male di noi. Ci dà fastidio il fatto che incessantemente si dice che i partigiani, cioè i combattenti antifascisti, hanno ucciso gli italiani solo in quanto tali. È un’atroce bugia che non possiamo tollerare”, ha commentato Ravnic.
Nello stesso articolo viene riportata la dichiarazione del giornalista Armando Cernjul, il quale non risparmia critiche ai collegi italiani e al governo croato: “Noi non riusciamo a scrivere tanti articoli quanti sono i libri che in materia si danno alle stampe in Italia.” E poi: “Non passa giorno che alcuni giornali – Il Piccolo, TriesteOggi – non attacchino il movimento partigiano, esagerando il numero degli infoibati. Si vergogni il Governo (croato, n.d.a.) che non reagisce mai. Noi facciamo da pompieri, reagiamo quando qualcuno ci colpisce, ma le cose vanno chiarite una volta per tutte. Le foibe: non sono invenzione nostra; cent’anni fa l’irredentismo italiano ci minacciava con trattamenti simili.”
Sempre il 9 febbraio, il quotidiano croato “Slobodna Dalmacija” esce con un articolo dal titolo “I media e i politici italiani alla vigilia della celebrazione del ‘Giorno della memoria’ - Sulla tragedia degli esuli italiani: la Zagabria ufficiale tace sulle foibe”. Nell’articolo Senol Selimovic, giornalista del quotidiano croato, riprende ampiamente la
corrispondenza inviataci da Drago Hedl sulle foibe viste dalla Croazia, nella quale si sottolinea il silenzio di Zagabria sulla questione delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmato.
Il giorno successivo in Slovenia “Delo”, “Dnevnik”, “24 Hur”, riportano una notizia dal titolo, “Studenti italiani non desiderano imparare la cultura croata”.
“Cinque studenti di lingua e letteratura croata dell’Istituto per l’Europa centrale e sud-orientale dell’Università La sapienza di Roma, mercoledì scorso (9 feb., ndt.) hanno protestato di fronte all’istituto per cambiare il corso di studi, perché non volevano studiare la cultura di un popolo che ha ucciso gli Italiani solo perché erano Italiani”.
Nel riportare la notizia i quotidiani aggiungono che ciò fa parte di un’isteria collettiva che ha preso forma attraverso i media alla vigilia del “Giorno del ricordo”, indetto dall’Italia per il 10 febbraio. Secondo i quotidiani sloveni, si tratterebbe di una campagna del centro destra, guidata da Silvio Berlusconi, con l’intento di attaccare gli oppositori politici del centro sinistra.
Il 10 febbraio “Slobodna Dalmacija” ritorna sulla questione con un articolo dal titolo “L’Italia si rammarica, e la Croazia non festeggia”, ancora a firma di Senol Selimovic. Un lungo articolo di carattere storico in cui l’autore presenta i fatti del 1947, anno della Conferenza di Pace di Parigi, ossia – come precisa l’autore – della decisione sulla perdita delle “province orientali” dell’Adriatico. Secondo Selimovic, “una perdita dolorosa solo per gli sconfitti fascisti italiani”.
Più ad est, anche i media serbi hanno dato spazio alla notizia della celebrazione in Italia del “Giorno della memoria” e della fiction televisiva. Il 6 febbraio il quotidiano “Politika” ne aveva parlato intervistando l’attore belgradese Dragan Bjelogrlic, che interpreta il ruolo del partigiano sloveno Novak, ne “Il cuore nel Pozzo”. Il giorno stesso della celebrazione, 10 febbraio, la notizia viene battuta da B92, una sottolineatura va alle forti reazioni della Slovenia alla fiction televisiva della RAI. L’11 febbraio ne parla anche il quotidiano di orientamento progressista “Danas”. “Passerella della destra a Trieste” è il titolo dell’articolo del quotidiano belgradese in cui compaiono le parole del ministro Tremaglia in visita a Trieste e le reazioni sollevate in Slovenia, oltre che alle punte di ascolto della fiction sulle foibe. “Danas” ritorna sulla questione con un articolo pubblicato nell’inserto settimanale, “Danas vikend”. “Violazione nelle fosse della morte” è il titolo dell’articolo pubblicato dal settimanale, nel quale viene presentato il quadro storico di riferimento, date e cifre, senza dimenticare i crimini delle camicie nere nei campi di concentramento , in particolare sull’isola di Rab, in Croazia.
“Novi List”, quotidiano di Rijeka (Fiume), esce l’11 febbraio con una prima pagina dedicata al tema della memoria. Due gli articoli pubblicati. Il primo breve e di circostanza riporta le celebrazioni del 10 febbraio a Trieste. Il secondo più esteso affonda contro la fiction televisiva “Il cuore nel pozzo”. “Fiume ricorda ancora i crimini fascisti”, sottotitolo “Gli antifascisti di Fiume invitano il governo croato a reagire al film che tendenziosamente modifica la verità storica sul fascismo e la guerra di questa regione”. Sulla questione vengono riportate le parole dell’accademico Petar Strcic, il quale afferma che “Questa non è una protesta solo contro un film, perché non né il primo né l’ultimo di tali contesti, questa è una protesta contro il fatto che un tale tipo di film sia stato trasmesso dalla televisione di stato italiana. E’ assurdo che in Italia si interrompa una partita di calcio se compaiono delle scritte fasciste, e allo stesso tempo alla televisione di stato si può mandare in onda questo tipo di filmati”.