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giovedì 08 settembre 2022 14:25

 

RealitieS Kosova/o. Voci di minoranze dimenticate

14.03.2005   

Proiezione del documentario di Eva Ciuk, nell'ambito del progetto “Le minoranze etniche dimenticate in Kossovo”

Rom, askali, egiziani, gorani, bosniaci, turchi: sono i nomi delle minoranze etniche che, prima durante e dopo la guerra del 1999 in Kosovo, hanno vissuto all'ombra delle dispute, politiche e sociali, tra la maggioranza albanese e la minoranza serba. Subendo soprusi e discriminazioni tali, da essere costretti ad abbandonare le proprie terre d'origine, loro che nel mosaico multietnico del Kosovo rappresentano ancora il 10% della popolazione totale.

È dedicato alle loro storie e alla colpevole dimenticanza delle tragedie consumate nelle loro terre il documentario “Realities Kosova/o, voci di minoranze dimenticate”, che Eva Ciuk, giornalista triestina non ancora trentenne, ha realizzato su progetto del centro produzione video Kairos di Gorizia, in coproduzione con Transmedia Spa, nell'ambito di un finanziamento della Regione Friuli Venezia Giulia, con il contributo della Banca di Credito Cooperativo del Carso – Zadruzna Kraska Banka e in collaborazione con numerose organizzazioni non governative (Osservatorio sui Balcani, Tavolo Trentino con il Kossovo, Caritas Diocesana di Tortona, Ufficio Rifugiati ICS di Trieste, Consorzio Italiano di Solidarietà, Ipsia, Associazione per la Pace, Balkan Peace Team e Kosovo Roma Refuge Foundation).

Oltre due anni di lavoro, trascorsi per lo più in mezzo alla gente, per ascoltare la voce dei protagonisti di quella che è stata e per certi versi continua ad essere una catastrofe umanitaria, nel tentativo di costruire e consegnare all'opinione pubblica un quadro quanto più attendibile possibile della situazione di disordine che ancora regna in quella porzione di Balcani, posta sotto protettorato internazionale ma ancora giuridicamente provincia della Repubblica di Serbia.

Da qui, la scelta di procedere alla realizzazione di un documentario articolato soltanto sulle testimonianze raccolte, senza intervento di voci fuori campo, ma interamente concentrato sui fatti descritti e le persone interpellate.

Una scelta che trova conferma nel titolo: "realities”, cioè lo spazio lasciato alle tante versioni, al fine di recuperare l'obiettività persa anche a causa del filtro degli organi di stampa; e Kosovo, scritto sia nella versione albanese sia in quella serba.

In oltre 50 minuti di filmato, il documentario illustra le condizioni di vita e le ragioni che hanno spinto tanti kosovari a rifugiarsi in Italia. Parlano i protagonisti, ma intervengono anche i rappresentanti delle organizzazioni non governative e degli enti che lavorano con le minoranza in Kosovo, come i due triestini Gianfranco Schiavone, del Cis, e Valter Citti, dell'Unmik, per spiegare che i flussi di immigrati continueranno ad attraversare i confini italiani.

Ed è proprio questa una delle considerazioni che ha spinto la Regione Friuli Venezia Giulia a finanziare il progetto. “Dopo cinque anni di amministrazione internazionale – spiega Eva Ciuk - il Kosovo è ancora lontano dall'essere riappacificato. Per questo quote massicce di persone, soprattutto giovani, continuano a lasciare la propria terra e per questo è importante che l'opinione pubblica sappia in quali condizioni tali popolazioni vivono ancora e perchè siano costrette alla fuga. Paradossalmente, il kosovaro che chiede asilo politico fatica a ottenerlo, perchè l'idea diffusa è che ormai la situazione sia tornata alla normalità. Non è così e il documentario cerca di dismostrarlo, nel tentativo di superare i pregiudizi verso i rifugiati delle minoranze etniche e promuovere una cultura di pace, tolleranza, conoscenza e confronto con culture e contesti vicini”.

Frutto di un'esperienza spontanea e di un approccio più umano di quello giornalistico, il documentario ripropone tutte le interviste nelle lingue originali delle minoranze, affidando a sottotitoli “muti” le traduzioni. “Non è stato facile raccogliere tante testimonianze – aggiunge Ciuk – a causa della resistenza dimostrata dalla popolazione, ormai stanca di essere sfruttata da giornalisti privi del rispetto minimo della dignità delle loro tragedie”.


Regia: Eva Ciuk
Musiche: Kapsamun, Zuf de Zur
Sceneggiatura: Eva Ciuk
Montaggio: Gianandrea Sasso
Produttore esecutivo: Noemi Lakovic
Progetto grafico: Alessandro Perissutti


Nella stessa serata, alle 19, nello spazio espositivo del Palazzo del Cinema, sarà inoltre inaugurata la mostra di fotografie “Passi di solidarietà”, dedicata al tema dei rifugiati delle stesse minoranze in Kosovo e realizzata con le immagini raccolte nel corso delle missioni compiute dall’Unità di Cooperazione Creativa dell’ICS e dall’Osservatorio sui Balcani.



Info:
Luana de Francisco
Ufficio Stampa Palazzo del Cinema
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