Rinvenuti 35 chili di esplosivo nei pressi del Memoriale di Potocari, dove lunedì prossimo verrà ricordato il decennale della strage di Srebrenica. Reazioni contrastanti nella stampa bosniaca, ma secondo il comitato organizzatore la cerimonia si svolgerà in un’atmosfera di sicurezza. Polemiche per la presenza del presidente serbo Tadic
Manifestazione per gli scomparsi di Srebrenica (Foto Gughi Fassino)
La polizia della Republika Srpska (RS) di Bosnia ha trovato martedì mattina 35 chilogrammi di esplosivo nei pressi del Centro Memoriale di Potocari (Srebrenica).
Nei prossimi giorni, in occasione della commemorazione del decennale della strage del luglio ’95, sono attese al Memoriale oltre 50.000 persone, 46 delegazioni ufficiali, rappresentanti di associazioni ed esponenti politici della regione e della comunità internazionale.
La scoperta dell’esplosivo è stata fatta a seguito di una segnalazione passata alla polizia della RS dall’EUFOR, la forza europea di pace presente nel Paese. Gli ordigni sono stati rinvenuti in due diversi luoghi, in una cabina dell’energia elettrica e vicino alla strada. Non è stato invece trovato niente all’interno del Memoriale.
L’intero sito è stato chiuso dalla polizia che ha avviato ricerche di possibili altri ordigni con l’aiuto di cani appositamente addestrati.
Il portavoce della polizia della RS, Radovan Pejic, ha dichiarato di aver identificato alcuni sospetti e di aver avviato alcune perquisizioni. Nella giornata di ieri è circolata la notizia di un fermo in relazione al ritrovamento dell’esplosivo. La televisione federale bosniaca ha tuttavia reso noto oggi che la persona arrestata è stata rilasciata per mancanza di prove.
La stampa bosniaca ha dedicato ieri molta attenzione alla notizia del ritrovamento degli ordigni. Il quotidiano Dnevni Avaz, di Sarajevo, si chiede in prima pagina: “Chi ha messo l’esplosivo a Potocari?”
Diversi quotidiani hanno subito avanzato alcune ipotesi, assolutamente contraddittorie. Secondo lo stesso Dnevni Avaz, sarebbe stata proprio la polizia di Bratunac a mettere l’esplosivo (pag. 2). Nezavisne Novine, di Banja Luka, scrive invece che “L’esplosivo è stato probabilmente messo dai Bosgnacchi [Bosniaco Musulmani, ndr]”, citando l’agenzia Beta che avrebbe avuto informazioni in merito dal Ministero degli Interni della RS.
Secondo il sindaco di Srebrenica, Abdurahman Malkic, citato da Dnevni Avaz, si tratterebbe di una manovra per distogliere l’attenzione dal [significato] dell’evento atteso a Potocari nei prossimi giorni.
L’editoriale di Oslobodjenje (S. Kurtovic), “Chi è preoccupato per Srebrenica?” afferma che in tutto il mondo, tranne che nei Balcani, la gente parla di Srebrenica con dolore e vergogna, e rispondendo alla domanda iniziale afferma che “Sono preoccupati i responsabili del fatto che l’11 luglio il mondo intero andrà a portare il proprio rispetto alle vittime”.
La presidentessa dell’associazione “Madri di Srebrenica e Zepa”, Munira Subasic, ha dichiarato all’agenzia FENA che le donne di Srebrenica non si sarebbero fatte intimidire dalla notizia del ritrovamento degli esplosivi a Potocari. Commentando la notizia, la Subasic ha anche affermato che l’obiettivo di questa azione era quello di impedire che l’evento avvenisse nell’atmosfera che [esso] richiede.
Una nota di ieri dell’Ufficio dell’Alto Rappresentante (OHR) diffida chiunque dal fare speculazioni sui possibili autori dell’azione, affermando che “non è possibile sapere in questo momento se gli esplosivi fossero stati posti per causare danno o se dovessero essere trovati per creare pubblicità negativa a ridosso dell’anniversario di Srebrenica”.
Il Memoriale di Potocari è stato inaugurato nel 2003. In esso sono sepolte circa 1.400 delle oltre 8.000 vittime della strage compiuta dall’esercito del generale serbo bosniaco Ratko Mladic nei giorni successivi alla caduta dell’enclave, ‘area protetta’, di Srebrenica. Altri 570 corpi, identificati grazie alle analisi del dna, verranno sepolti l’11 luglio prossimo, mentre diverse migliaia sono ancora gli scomparsi.
Sabato 9 luglio, dall’obitorio di Visoko, partirà il convoglio con i resti delle 570 vittime, tra cui 47 minorenni e una donna, che saranno condotte a Potocari dopo aver attraversato la capitale bosniaca, Sarajevo.
Le forze di polizia locali, l’Eufor e la missione di polizia europea (Eupm), sono impegnate a realizzare un dispositivo di sicurezza nella zona per l’evento del decennale. Oltre alle autorita' locali, e' gia' stata confermata la presenza del presidente del Tribunale Internazionale dell'Aja Theodor Meron, dei ministri degli esteri britannico, Jack Straw, olandese Ben Bot, francese Philippe Douste-Blazy, del commissario europeo per l'allargamento Olli Rehn, del presidente croato Stipe Mesic e del presidente della Serbia Boris Tadic. Non ci sarà invece la procuratrice capo del Tribunale dell’Aja, Carla Del Ponte, la quale ha annunciato che non parteciperà alle commemorazioni per denunciare la vergogna della persistente latitanza di Karadzic e Mladic, considerati i due maggiori responsabili della strage.
Secondo alcune familiari delle vittime, la presenza delle autorita' di Belgrado alla cerimonia e' “una provocazione”. “I dirigenti di Serbia e Montenegro - ha dichiarato Munira Subasic - hanno avuto a disposizione dieci anni per arrestare i criminali sanguinari come Ratko Mladic e dire al proprio popolo che cosa e' successo a Srebrenica, ma non l'hanno fatto”. Il presidente del comitato organizzatore, tuttavia, il sindaco di Srebrenica Abdurahman Malkic, ha dichiarato che deve poter venire a Potocari chiunque voglia onorare le vittime.
Il Rappresentante Speciale dell’Unione Europea in Bosnia Erzegovina, Paddy Ashdown, ha inaugurato nei giorni scorsi, nei pressi di Srebrenica, una fabbrica di pezzi di ricambio per automobili, la CIMOS TMD, sostenuta da investimenti sloveni. Nel discorso inaugurale, Ashdown ha sottolineato proprio l’importanza della presenza dei presidente serbo Tadic alla cerimonia dell’11 luglio. Tadic è stato inviato ufficialmente da Sulejman Tihic, dell’ufficio di presidenza bosniaco. Secondo Ashdown, si tratta di “un primo raggio di sole dopo una lunga e spaventosa notte”.
Ieri si è tenuta l’ultima riunione del comitato organizzativo del decennale. Gli intervenuti hanno sottolineato che nonostante gli ultimi avvenimenti, la commemorazione avverrà in un’atmosfera di sicurezza.
(a.o.r.)