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Srebrenica al Parlamento serbo

11.07.2005   

I deputati radicali accusano le ONG di campagna anti-serba su Srebrenica. Le tensioni tra le diverse formazioni politiche si fanno sempre più sentire in un Parlamento incapace di votare una risoluzione di condanna del massacro del luglio ’95. Oggi il presidente Tadic a Potocari
Danas, 25 giugno 2005; traduzione francese di Jasna Andjelic per Le Courrier des Balkans e di Carlo Dall’Asta per Osservatorio sui Balcani


Belgrado, il Parlamento
Aleksandar Vucic, deputato del Partito radicale serbo (SRS), ha chiesto di organizzare un referendum perché i cittadini possano prendere posizione su Natasa Kandic e quelli che la sostengono, sui «media di occupazione». I deputati si sono riuniti ieri all’Assemblea, più numerosi del solito, non per discutere i testi all’ordine del giorno ma piuttosto per prendere posizione a proposito dell’anniversario del crimine di Srebrenica. I rappresentanti dei Radicali (SRS), del Partito democratico di Serbia (DSS) e del Partito socialista di Serbia (SPS) hanno accusato di campagna anti-serba le organizzazioni non governative (ONG), come anche la direttrice esecutiva del Fondo per il diritto umanitario Natasa Kandic per le sue condanne non provate di Tomislav Nikolic, nuovo presidente dei radicali, per il crimine commesso nel villaggio Antin, in Croazia.

Il dibattito è stato aperto da Aleksandar Vucic (SRS), che ha spiegato che Natasa Kandic accusava Nikolic pur avendo allo stesso tempo riconosciuto, nel corso di una trasmissione televisiva, che le sue uniche prove erano delle voci messe in giro da «pazzi, ladri e banditi». Dragoljub Kojcic (DSS) ha avanzato l’ipotesi che esista una campagna anti-serba diretta contro gli interessi dello Stato, condotta dalle ONG «le quali, viste le loro fonti di finanziamento, possono essere considerate dei centri di potere esterni al nostro Paese». Kojcic ha proposto la formazione di una «commissione incaricata di fare il punto su Srebrenica, riguardo alle insinuazioni delle ONG sul ruolo della Serbia".

Il capo del gruppo parlamentare dell’SPS, Ivica Dacic, ha domandato al presidente dell’Assemblea di mettere il prima possibile all’ordine del giorno la proposta di legge che riguarda le giornate di lutto nazionale in Serbia. Ha spiegato che in effetti il parlamento della Vojvodina ha avanzato la proposta che un fatto accaduto almeno dieci anni prima in un altro Stato venga proclamato giornata di lutto nazionale. Dacic replica che si tratta di «una politicizzazione tragica degli eventi che hanno avuto luogo a Srebrenica», appoggiato dal suo partito, dal Partito Democratico di Nenad Canak e dal partito di Bogoljub Karic. «Nessuno ha avuto l’idea di proporre un giorno di lutto nazionale per le operazioni militari croate ‘Bljesak’ o ‘Oluja’, l’anniversario di Racak o i bombardamenti del nostro Paese». Egli è convinto anche che bisogna approvare una legge, «perché la commemorazione del decimo anniversario di Srebrenica riguarda questo Paese». Il nostro Stato, secondo la proposta di risoluzione del Partito Democratico, avrebbe ufficialmente condannato il massacro. Come è scritto nel testo proposto, «un crimine di guerra di massa commesso sul territorio appartenente al popolo bosniaco a Srebrenica».

Per Milos Aligrudic, capogruppo dei deputati del DSS, è necessario che la reazione dello Stato sia forte in merito alla «accusa di certi nostri concittadini, deputati ed alti funzionari e alla violazione della presunzione d’innocenza». Per quanto riguarda i responsabili delle ONG, come Natasa Kandic, essi non meritano sufficiente attenzione perché i rappresentanti del popolo li prendano sul serio.

Dusan Petrovic, capo del gruppo DS, ha affermato che gli interventi precedenti erano espressione di isteria e di menzogna volte a negare i fatti. «Noi siamo di fronte a una questione decisiva e secondo la loro sensibilità i politici, i partiti e i cittadini serbi si divideranno ben presto. Siamo pronti a condannare i crimini di guerra, ad arrestare i criminali di guerra e a giudicarli secondo la legge, oppure li ignoreremo o arriveremo perfino a sostenerli, come negli anni 90, nel nome di questo preteso patriottismo che distrugge lo Stato?». Ha aggiunto che il Presidente della Repubblica si era recato all’anniversario della liberazione di Jasenovac per rendere omaggio in nome della Serbia alle centinaia di migliaia di vittime degli ustascia, così come a Zitomislic, per rendere omaggio alla stesso modo, e che andrà dunque a Srebrenica per onorare le vittime del massacro.

In merito allo scacco della risoluzione parlamentare relativa a Srebrenica, il Presidente dell’Assemblea Markovic dice di essere «disgustato dai tentativi di una parte dei deputati di servirsi delle vittime a fini politici». Ha anche domandato a tutti i deputati di fare attenzione ai loro discorsi e di non offendere nessuno, altrimenti la dignità dell’Assemblea sarebbe stata rimessa in causa.

Alla domanda di un giornalista che notava la compattezza che i parlamentari stavano mostrando nel condannare Natasa Kandic, ma che non sembravano trovare per condannare i crimini di guerra, Dusan Petrovic (DS) ha riconosciuto che su questo secondo punto non c’era consenso all’Assemblea. «Io sono convinto che la grande maggioranza dei cittadini serbi, anche se la cosa non vale per maggior parte dei politici, condanna tutti i crimini di guerra, ed è cosciente che dei crimini sono stati commessi da dei Serbi durante la guerra. La nostra adesione all’UE dipende dalla capacità dello Stato di giudicare i criminali di guerra già noti e localizzati. Non è vero che le ONG conducano una campagna anti-serba. È probabile che alcuni politici serbi si sentano minacciati e interpretino tutto ciò come una specie di persecuzione. Io penso che nessuna iniziativa che abbia come obiettivo giudicare chi ha commesso dei crimini possa avere alcun effetto negativo».

Ha successivamente confermato che Boris Tadic renderà effettivamente omaggio alle vittime di Srebrenica e che quest’atto costituisce una tappa verso la riconciliazione in ex Jugoslavia, il che è una precondizione primaria per la stabilità politica nei Balcani. «Il Partito Democratico ritiene che sia importante aprire il dibattito sui crimini di guerra. Io penso che sarebbe bene che una giornata fosse consacrata alla memoria delle vittime, affinché questo non si ripeta mai più. Da parte sua Aleksandar Vucic dell’SRS ha spiegato ai giornalisti che il suo partito avrebbe sporto denuncia contro Natasa Kandic per obbligare il procuratore regionale ad istruire un processo, e che lei doveva ora provare che Tomislav Nikolic avesse effettivamente commesso un crimine. Secondo lui, se non ci riuscirà dovrà essere condannata.


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