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Romania: la tutela dell’infanzia
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Data pubblicazione: 03.10.2005 10:12

Una tesi di laurea sulla complessa realtà della tutela e sostegno all'infanzia in Romania. Si sviluppa oltretutto un'ipotesi di un progetto pilota per la creazione di una casa famiglia per ragazze o ragazze madri, cercando di evidenziare la necessità di pensare agli interventi di cooperazione in un'ottica di dialogo tra gli attori coinvolti, che conduca ad uno scambio e condivisione delle esperienze e delle risorse, mediante la creazione di reti sociali.
Un bambino in un orfanotrofio - Giuliano Matteucci
Di Estella Guerrera

La Romania è un Paese in evoluzione, che fra non molto entrerà a far parte dell'Unione Europea, divenendo una sorta di "vicino di casa", del quale si sente spesso parlare, ma perlopiù in termini negativi.

I problemi che la società romena deve affrontare sono certamente molti, soprattutto per quanto riguarda la tutela delle categorie più vulnerabili, spesso tuttavia ci si limita a riferire il dato negativo, senza tenere conto che vi sono anche delle risorse, e molte, che possono essere impegnate per la prevenzione e la risoluzione dei problemi.

Questa tesi di laurea ha l'obiettivo di tracciare un percorso attraverso la realtà complessa della tutela e sostegno all'infanzia in Romania. E' stata realizzata come elaborato finale nell'ambito del Master "La dimensione educativa della cooperazione internazionale" organizzato dall'Università di Bologna.

Il lavoro è diviso in tre parti: si parte da dati generali sul Paese e le sue relazioni con l'Unione Europea e, restringendo progressivamente il campo, si delineano alcune iniziative di sostegno e cooperazione realizzate da agenzie internazionali, in un'ottica di sviluppo umano e sviluppo locale sostenibile, nonché le politiche di miglioramento promosse dalle istituzioni romene, con particolare attenzione ai cambiamenti avvenuti nella condizione dell'infanzia e del settore sociale negli ultimi anni.

Poi viene presentata la realtà territoriale di Slatina, una città nella provincia dell'Olt (regione Sud-Ovest), in particolare per quanto riguarda lo sviluppo di risorse e competenze del settore sociale.

Infine si descrivono, operativamente, le attività di volontariato italiano portate avanti sul territorio di Slatina, con progetti a favore di minori in istituto e famiglie in difficoltà, sostenuti dall'Italia in collaborazione con un'organizzazione non governativa romena e operatori locali.

A conclusione, viene sviluppata un'ipotesi di progetto pilota per la realizzazione di una casa famiglia per ragazze e ragazze madri: una struttura che rientra nel quadro della creazione di alternative ai grandi istituti e servizi innovativi a favore di minori e famiglie, necessari allo sviluppo del settore sociale.

L'ipotesi di progetto è stata realizzata partendo dalle osservazioni sul campo effettuate durante alcuni periodi come volontaria negli istituti per minori di Slatina, dalle informazioni raccolte e rielaborate per la stesura del testo e dalla mia esperienza professionale di psicologa e educatrice di comunità.

Principio fondamentale a guida del lavoro è la necessità di pensare progetti volti a potenziare le risorse individuali preesistenti, garantendo alle persone coinvolte l'acquisizione progressiva di autonomia e autodeterminazione, per aumentare la capacità di scelta, nel rispetto per le caratteristiche e le peculiarità proprie del contesto.

La cooperazione allo sviluppo è dunque definita come dialogo tra i diversi attori coinvolti, per condurre ad uno scambio e condivisione di esperienze e risorse, al lavoro comunitario mediante la creazione di reti sociali.

Il presente lavoro vuole offrire spunti di riflessione sulla situazione attuale e sul futuro prossimo, evidenziando i programmi e progetti che sono già stati messi in cantiere e le risorse disponibili, delle quali a volte non si parla abbastanza.

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