Una pubblicazione delle ‘Scienziate e scienziati contro la guerra’, a cura di Massimo Zucchetti, che analizza le conseguenze dei conflitti non solo nelle società direttamente colpite (ex Jugoslavia, Iraq), ma anche in quelle che ospitano gli arsenali delle nuove guerre, come l’Italia
Un libro che nasce dall’indignazione, per svolgere una denuncia ragionata e argomentata contro l’ingiustizia della guerra. Le conseguenze dei conflitti vengono lette attraverso diverse sezioni, che documentano come la guerra – definita vero e proprio tumore sociale – generi tumori reali sia nelle società che subiscono direttamente le sue conseguenze (casi della ex Jugoslavia e dell’Iraq) che in quelle che “ospitano” basi militari e macchine belligeranti (caso dell’Italia). Per quanto riguarda questa seconda fattispecie, ampi spazi sono dedicati in particolare alla devastazione ambientale prodotta da basi e poligoni militari in Sardegna, oltre che più in generale nel resto dell’Italia dalle unità navali militari a propulsione nucleare.
Il libro – la cui idea nasce dall’omonimo convegno tenutosi ad Asti il 4 febbraio 2005 – si divide in quattro diverse sezioni:
- Noi, che la guerra siamo andati/mandati a farla
- Loro, che subiscono le conseguenze delle guerre
- Noi, che studiamo la guerra e proponiamo la pace come alternativa: potremo ancora farlo?
- Loro, che le basi della guerra le hanno sotto casa
La prima parte è dedicata in particolare ai soldati italiani, la cui salute è ingiustamente messa in pericolo “sia a causa di una condotta irresponsabile dei vertici militari” sia per la “presenza di terribili inquinanti nel loro ambiente ‘di lavoro’”. Contributi di Falco Accame (“La truffa del Segreto di Stato. I servizi segreti e le stragi”); Valerio Gennaio e Silvana Salerno (“Per uno studio epidemiologico sui soldati italiani inviati in Bosnia e Kosovo nel conflitto tra segreti e rischi di cancro”); testimonianza dei coniugi Garro-Cremona, genitori di Roberto Garro.
Nella seconda parte (contributi di Tarozzi, Alessandrini, Nevanovska, “Le conseguenze striscianti di una guerra chimica. Informazioni e rimozioni nel caso della ex Jugoslavia”; Zucchetti, “Scenari di esposizione futura in Iraq: convivere con l’uranio impoverito”; Marengo, “Libertà duratura?”; Cristalli, “La nocività come strategia globale di dominio”) vengono poste al centro del ragionamento e dell’analisi le popolazioni che subiscono gli effetti “collaterali” delle cosiddette guerre giuste.
La terza parte del volume (Salio; Cervino, Corradini, Davolio; Cavallaro; Polcaro; Vadacchino; Baracca; Spinazzola) considera da un lato le alternative concrete esistenti alle “scelte di guerra”, e dall’altro quanto queste scelte pervadano il tessuto stesso delle nostre società, in particolare attraverso la militarizzazione dei luoghi – fisici ed intellettuali – della ricerca e del diritto.
L’ultima parte (Cao, Maiore, Aumento, Olivieri, Iannuzzelli), dedicata alla questione delle basi militari e dei porti “nucleari” italiani, focalizza gran parte del ragionamento sul caso limite – nell’ambito del territorio italiano – della Sardegna, vero e proprio paradiso ambientale e culturale devastato da una presenza militare insostenibile.
“Il male invisibile, sempre più visibile - La presenza militare come tumore sociale che genera tumori reali”, di Scienziate e scienziati contro la guerra a cura di Massimo Zucchetti, pp.268 euro 16,00 si può ordinare presso la casa editrice
Odradek
(aor)