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Italia-Kosovo, non solo vacanza

06.09.2005   

22 bambini di etnia albanese e serba e 6 ragazzi tra i 19 ed i 25 anni del Gruppo Fare Verde Kosova parteciperanno alla sesta edizione del progetto "Kosovo-Italia, non solo vacanza". L’iniziativa i bambini a Cerveteri ed i ragazzi del Gruppo Fare Verde Kosova a Gaeta.

I bambini di etnia serba e albanese provenienti dalla zona di Gorazdevac avranno l'occasione di vivere insieme, lontani dalle scorte militari che normalmente li separano, con l’obiettivo di recuperare il rapporto interetnico tra le rispettive etnie, facilitandone la socializzazione e l’interazione.

La scelta degli ospiti intende, in qualche modo, premiare il merito: i bambini (di età compresa tra i 9 e i 13 anni) sono stati selezionati tra i più meritevoli partecipanti al corso di italiano tenuto nella base militare italiana di Gorazdevac avviato nel 2000.

Intenso il programma che alterna momenti di svago, con la collaborazione del Comune di Cerveteri, a momenti di impegno ed approfondimento su tematiche ambientali curati dall’Arpa Lazio e culturali con visite guidate a Roma realizzate grazie alla collaborazione con Trambus SpA e Atac SpA.


Per il gruppo di Fare verde Kosova composto dai ragazzi più grandi, invece, è prevista una permanenza al campo estivo antincendio di Fare Verde a Gaeta. A Gaeta, i ragazzi, oltre ad apprendere le tecniche di intervento antincendio ed approfondire le conoscenze sugli ecosistemi boschivi, svolgeranno un servizio di avvistamento, in apposite aree attrezzate, a supporto dei volontari di Fare Verde e della Protezione Civile "La Fenice" impegnati nell’attività di prevenzione ed intervento antincendio.

Non solo vacanza, appunto, ma una tappa del percorso di sostegno alla crescita formativa dei giovani kosovari ed al superamento dei rancori che da anni covano (e non raramente esplodono) tra le etnie.


Il soggiorno estivo è una iniziativa che si collega e si coordina come proseguimento di attività già intraprese in Kosovo con obiettivi e target ben precisi: Fare Verde ed Asi Ciao hanno seguito un percorso che è andato indirizzandosi dall’iniziale soddisfacimento di esigenze primarie (alimentari e sanitarie) nel primo anno dopo la guerra, al sostegno, alla crescita formativa dei giovani, allo sviluppo di conoscenze su tematiche ambientali ed alla ripresa del dialogo tra le etnie.