Proseguiamo la pubblicazione dei materiali preparatori alla Conferenza di Ginevra "Dieci anni da Dayton e oltre", che si terrà il 20 e 21 ottobre prossimo, con questo testo di Marko Orsolic sulla necessità di cambiare lo spirito della società della BiH
Di Marko Oršolić, membro dell' Associazione BiH 2005 e direttore dell'IMIC
"Se loro cessano con la guerra, allora anche l'inimicizia cessa, ma non verso chi ha commesso crimini"
Corano, sura II: versetto 193
Con la dissoluzione della SFRJ (ex Jugoslavia, ndt.) e i conflitti armati che ne seguirono, nonostante fosse già riconosciuta internazionalmente nel 1992, la Bosnia Erzegovina è stata esposta ad un processo di lunga durata che l'ha condotta sino alla completa divisione del paese: politico-amministrativa, spirituale, militare, economica, educativo-scolastica, ecc. Tuttavia, la BiH o qualsiasi altro stato, lo si è visto anche dall'esperienza storica dell'Austro-Ungheria, non può sopravvivere se non ha almeno quattro ministeri comuni: degli esteri e dell'interno, finanze ed esercito. Gli attuali sforzi della comunità internazionale vanno evidentemente in questa direzione.
Per il funzionamento della società è molto importante anche il settore educativo-scolastico. Questo è vero soprattutto per la nostra società bosniaco-erzegovese che è profondamente lacerata, divisa su base nazionale o, per dirla in breve, profondamente frustrata per un futuro che si prospetta non prospero per i suoi cittadini. Il sistema educativo-scolastico della BiH è come se incessantemente producesse divisioni: nazionali e ideologiche e con ciò le suddette profonde frustrazioni.
Spesso si pensa che siano stati gli Accordi di Dayton ad aver prodotto questo situazione. Tuttavia la verità è che essa preesisteva agli Accordi. Già dopo le prime elezioni multipartitiche la Costituzione della BiH aveva norme in tre lingue – cosa che è dal punto di vista teorico e pratico molto dubbio – ha fin da subito prodotto divisioni nella sfera educativa. Perciò è tempo che la costituzione di Dayton cessi complessivamente di essere incolpata per qualsiasi cosa, così come è tempo di cambiare alcuni dei suoi teoremi chiave perché non soddisfano gli attuali bisogni della BiH.
Sono necessari dei cambiamenti che guidino ad una Bosnia Erzegovina più compatta come stato e partner serio a livello internazionale. A me è chiaro da tempo che i cittadini della BiH parlano la lingua bosniaco-erzegovese, benché la possano chiamare legittimamente e tranquillamente bosniaco, croato e serbo.
Ma per quanto possano essere sagge queste soluzioni costituzionali, non cambieranno davvero niente di importante se i cittadini della BiH non faranno qualcosa per l'integrazione spirituale del paese. In questo ambito è molto importante il segmento religioso. Secondo la religione possiamo differenziarci, ma non dobbiamo dividerci. La religione deve mettere in relazione la gente come lo sport e la musica. Per la nostra pulizia spirituale è molto importante il versetto del Corano: "Se loro cessano con la guerra, allora anche l'inimicizia cessa, ma non verso chi ha commesso crimini". Allo stesso tempo, è molto importante che prendiamo le distanze dalle espressioni di affetto patologiche e inadeguate nei confronti della BiH (falso patriottismo). Chi ama la Bosnia Erzegovina davvero rispetterà il suo passato, i simboli statali, la sua multiculturalità, multietnicità e l'idea dell'unità nella differenza e nella quotidiana tolleranza e comprensione.
La conferenza "Dieci anni da Dayton e oltre", che l'Associazione BiH 2005 organizza dal 20 al 21 ottobre a Ginevra, nel suo programma ha previsto anche le discussioni sulla doppia natura della reintegrazione della BiH, perché non è solo compito dei politici locali e della comunità internazionale, ma bensì di ognuno dei suoi cittadini.